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"La guerra per la verità". John Pilger su guerra e propaganda
Fonte: The Mirror
http://www.mirror.co.uk/news/allnews/page.cfm?objectid=12812671&method=full&
siteid=50143
Traduzione a cura di Nuovi Mondi Media
http://www.nuovimondimedia.it
“Abbiamo avuto una gran giornata”, ha dichiarato il sergente Eric Schrumpf
dei Marines sabato scorso. “Abbiamo ucciso un sacco di persone”
Ha aggiunto: “abbiamo preso un po’ di civili, ma che ci si può fare?”. Ha
detto che c’erano donne vicine a un soldato iracheno, e una di loro è caduta
quando lui e altri Marines hanno aperto il fuoco. “Sono spiacente”, ha detto
il sergente Schrumpf, “ma la fanciulla era in mezzo”.
Per me la cosa importante in questa storia è che sentii più o meno le stesse
parole 36 anni fa, quando un sergente dei Marines degli USA mi disse di aver
ucciso una donna incinta e un bambino perché “erano in mezzo”.
Quello era il Vietnam, un altro Stato invaso dalla macchina militare Usa,
che lasciò due milioni di morti e molti più mutilati e vite distrutte. Il
presidente Reagan chiamò questa vicenda per “una nobile causa”. L’altro
giorno il Presidente Bush ha chiamato l’invasione dell’Iraq, un altro atto
senza motivo, senza causa, “una nobile causa”.
Negli anni tra il Vietnam e oggi, gli americani hanno invaso e causato,
direttamente o attraverso burattini, grandi sofferenze in molti altri Stati,
ma nessuno ci sta dicendo di più sulla guerra corrente rispetto a quando
dissero durante le atrocità del Vietnam, guerra conosciuta come la prima
“guerra dei media”.
Così come il loro attacco all’Iraq, la loro invasione del Vietnam fu
accompagnata da razzismo e disprezzo per le persone. I vietnamiti erano
“gooks " e " fessure " (reietti, musi gialli) che non avrebbero mai
combattuto, che sarebbero stati schiacciati in settimane. Come in Iraq oggi,
le prove non censurate delle uccisioni americane non sono state mostrate
sulle televisioni ma sono state oscurate. Il generale Colin Powell, il
Segretario di Stato “liberal” di Bush, fu promosso rapidamente grazie all’
ottimo lavoro fatto nel dissimulare il malfamato massacro di My Lai. Alla
fine i vietnamiti hanno stracciato la sceneggiatura di Hollywood e hanno
scacciato gli invasori, ma ad un enorme costo. Gli iracheni , contro due
delle più potenti forze aeree occidentali e con armi di distuzioni di massa
da Disneyworld, potranno difficilmente condividere lo stesso onore. Ma
comunque, anche loro, non si stanno attenendo alla sceneggiatura: e la loro
straordinaria resistenza contro una potenza immensa ha richiesto un’
intensificazione della propaganda a Washington e Londra: mirata non a loro,
ma a noi.
Diversamente dal Vietnam, questa propaganda, sia rude che sottile, ora è
erogata globalmente ed è introdotta e controllata come un nuovo prodotto di
pochi. Richard Gaisford, “embedded” reporter della BBC, ad esempio, ha detto
recentemente: "Dobbiamo controllare ogni storia che abbiamo (con i
militari). Ed il capitano, che è il nostro ufficiale di collegamento per i
media, controllerà con il colonnello e controllerà anche con il quartier
generale".
David Miller, un analista dell’Università di Stirling, la denomina "genio
delle pubbliche relazioni". Funziona così. Una volta che l'informazione
ufficiale è conforme, prodotta e in “linea” con il Centro per l’Informazione
in Kuwait (che è costata 1 milione di dollari) viene sottoposta alla Casa
Bianca, presso quello che è conosciuto come l’Ufficio di Comunicazione
Globale. Gli viene data allora la forma più bella per il consumo dello Staff
per la Propaganda di Blair, a Downing Street.
La verità, soprattutto, è ridondante. Ci sono soltanto "buone" notizie o
nessuna notizia. Per esempio, l'arrivo in Iraq della nave britannica Sir
Galahad, con poche miserabili tonnellate di aiuti umanitari, è stata
considerata una “buona” storia alla quale dare risalto. Ciò che mancava era
la verità cioè che il governo Blair continua a spalleggiare la scelta di
Washington di negare 5,4 miliari di dollari di aiuti umanitari, che
comprendono il latte per i bambini e le forniture mediche. Per questi
“aiuti” l’Iraq ha già pagato (dando petrolio) e il Consiglio di Sicurezza
dell’ONU aveva approvato.
Manca anche dai discorsi, commoventi e permessi, questo: dietro pressione di
Bush e Blair l’ONU è stata costretta a chiudere i centri di distribuzione di
viveri in Iraq, che a malapena evitavano la carestia in periodo prebellico.
Le bugie di Blair sulle armi di distruzione di massa irachene e sui legami
con al Qaeda sono state rifiutate dalla maggioranza della gente britannica.
Quindi lui ha già giocato le sue carte per “convincere”. Probabilmente l’
ultimo rifugio della sua propaganda è il richiamo a supportare i “nostri
ragazzi”.
Il 3 settembre 1967, il Sunday Mirror pubblicò un mio articolo dal Vietnam
con il titolo di: “Come può l’Inghilterra approvare una guerra come questa?”
Oggi il Mirror fa la stessa domanda sull'invasione dell’Iraq. La differenza
è che, diversamente da Blair, il primo Ministro Harold Wilson negò al
presidente americano l’uso dell truppe britannche per la sua “coalizione”.
Un sondaggio nel Mirror di ieri ha rilevato che “il 78% insite sul fatto che
le forze britanniche non devono tornare a casa fino a che la guerra non è
finita”. I sondaggi stessi fanno propaganda, in quanto la domanda determina
la risposta. Come sarebbe stato il risultato se la domanda fosse stata: “
Supporti l’esercito inglese in Iraq vista l’assenza di qualunque
“liberazione” e il crescente numero di vittime civili?”.
Dubito che se fosse successo il 78% avrebbe detto che dovevano restare.
Esiste senza dubbio un tradizionale “sostegno per le truppe”, non importa
per quale sporco lavoro esse siano impiegate. Non si dobrebbe permettere a
Blair di manipolare tutto ciò. Le truppe britanniche possono essere meglio
addestrate di quelle americane: ma questo non cambia il fatto che essi sono
parte, essenziale, di un’invasione criminale di uno Stato che non ci sta
minacciando.
Addestrati alla manipolazione dell'informazione ("pubbliche relazioni"), i
portavoci militari britannici mentono con la stessa frequenza degli
americani; i controsensi sulle "rivolte" mentre la realtà che non viene
detta é che l'assedio britannico di Bassora sta strangolando la popolazione
civile, causando sofferenze enormi agli innocenti, donne, uomini e bambini
nella loro stessa patria.
Immaginate che le truppe irachene stessero facendo tutto questo a Coventry,
una città di grandezza simile. Immaginate l’oltraggio: la resistenza
popolare, indipendentemente da chi si troverebbe in quel momento al potere a
Londra. Se non possiamo immaginarlo, poi cadremo vittime di una granda bugia
che inverte giusto e sbagliato. Se non possiamo metterci nei panni degli
iracheni, nei panni della famiglia piena di dolore della donna alla quale il
sergente Schrumpg ha sparato, “la fanciulla che era nel mezzo”, allora
abbiamo davvero di che preoccuparci.
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