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OLTRE il MURO



PALESTINA:

UNO. DOMANI a PISA: Le voci di chi non si rassegna 
DUE. IL 10 APRILE a BOLOGNA: PALESTINA, UNO SGUARDO OLTRE IL MURO
TRE. Aggiornamenti ZMAG
QUATTRO. Da Roberto (ASSOPACE)

IRAQ:

CINQUE. Ultimora di CNNItalia.it
SEI. Noam Chomsky 
SETTE. COMUNICATO STAMPA AMNESTY INT.: IRAQ: I SOLDATI CHE SI FINGONO CIVILI METTONO A RISCHIO LA POPOLAZIONE
OTTO. COMUNICATO STAMPA AMNESTY INT.: GUERRA IN IRAQ: GLI USA DEVONO INVESTIGARE SULLE UCCISIONI DI CIVILI
NOVE. Vespa War Show (CARTA)
DIECI. COMUNICATO STAMPA AMNESTY INT.: GUERRA IN IRAQ. AMNESTY INTERNATIONAL CONTRO L'USO
DELLE BOMBE A GRAPPOLO: E' LA POPOLAZIONE CIVILE A PAGARE IL PREZZO



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UNO. DOMANI a PISA: Le voci di chi non si rassegna 
Sabato 5 APRILE 2003 ore 17:00
AULA MAGNA STORICA DELLA SCUOLA SUPERIORE DI STUDI E DI PERFEZIONAMENTO - Sant'ANNA
Piazza Martiri della liberta' 33

ISRAELE E PALESTINA
Le voci di chi non si rassegna 

INTERVENGONO :
Michele Battini - Universita' di Pisa
Wodlek Goltkorn - L'Espresso
Nabel Kahiz - Al Fatah, Italia
Rodolfo Ragionieri - Universita' di Sassari
Asher salah - Universita' di Gerusalemme

A proposito del libro

LA BANDIERA NERA, editrice Una Citta'

L'iniziativa e' promossa da :
Socialismo Europeo - Libera associazione dei Riformisti Pisani.
il circolo "La citta' futura" (studenti e ricercatori della Scuola Normale Superiore, 
del S. Anna, e dell'Universita' di Pisa).

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DUE. IL 10 APRILE a BOLOGNA: PALESTINA, UNO SGUARDO OLTRE IL MURO
GIURISTI DEMOCRATICI
BERRETTI BIANCHI
DONNE IN NERO
Invitano la cittadinanza alla conferenza dibattito che si terra' il
10 Aprile alle ore 20:30
nella Sala Benjamin in via del Pratello, 53 a Bologna.

PALESTINA,
UNO SGUARDO OLTRE IL MURO

Il muro della West Bank completa l'architettura della prigione a cielo
aperto che e', oggi, la Palestina.
Ma anche per i palestinesi, il carcere e' un buco piu' profondo.

Un aggiornamento sulla vita dei palestinesi nei Territ
averso il resoconto di alcuni osservatori italiani.
Quali azioni concrete per una speranza di pace in Palestina? Informazioni
sui progetti di solidarieta' con il popolo palestinese, le missioni degli
osservatori internazionali e le azioni a sostegno dei refusenik israeliani.
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Il Muro della West Bank
proiezione di diapositive
di Maurizio Cucci
www.mcfoto.net

Detenuti Palestinesi e il Caso di Marwan Barghouti
Desi Bruno
www.giuristidemocratici.it

Tende di Pace a Rafah
Miriam Garavaglia, Stefano Orlando, Giulia Palego
Servizio Civile Internazionale
www.sci-italia.it

Donne di Jenin
Patricia Tough
Donne in Nero Bologna
www.donneinnero.org

Corpi Civili di Pace in Palestina
Maria Carla Biavati
Berretti Bianchi
www.peacelink.it/users/berrettibianchi

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TRE. Aggiornamenti ZMAG

OSSERVATORIO MEDIORIENTALE
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Hass: Orrore che si materializza
http://www.zmag.org/Italy/hass-horrorscenarios.htm
" Questi scenari erano stati tracciati da singoli individui e
portavoce ufficiali o attivisti di varie organizzazioni.
Ammonivano che l'attenzione internazionale si sarebbe appuntata
su cio' che sta accadendo in Iraq e che, sotto questa copertura,
Israele avrebbe sfruttato l'occasione per rafforzare il suo
attacco."


GUERRA AL TERRORE
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Chomsky, Roy et al.: Per la pace e la giustizia
http://www.zmag.org/Italy/wspjart-it.htm
"'Per sfidare con successo chi detiene il potere, il nostro
movimento deve costantemente crescere di dimensioni oltre che di
consapevolezza e d'impegno. Dobbiamo coinvolgere quelle persone
che sono contro la guerra, ma che ancora non hanno agito di
conseguenza. Dobbiamo coinvolgere quelle persone che sono
turbate da quello che vedono, ma che non hanno ancora deciso di
opporsi alla guerra e alle politiche che vi stanno dietro.
Dobbiamo anche coinvolgere quelle persone che adesso sono a
favore della guerra, ma senza una piena comprensione del
contesto, della
m, Albert: Organizziamoci!
http://www.zmag.org/Italy/albert_shalom-rejectdefeatism.htm
" La lotta per il cambiamento non dovrebbe essere apocalittica. Il
compito e' quello di incrementare con costanza l'impegno per
prevenire gli attacchi imperiali, antidemocratici, illegali e
immorali degli USA alle nazioni indifese del terzo mondo.
Dobbiamo perseverare nel nostro rifiuto della guerra contro
l'Iraq, l'Iran, la Siria, il Venezuela, la Corea del Nord."

(paola)


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QUATTRO. Da Roberto (ASSOPACE)

Tra le tante situazioni oltre il limite della dignita' e della violazione
dei diritti umani a cui sono soggetti i civili palestinesi, quello che succede
agli abitanti di al-Mawasi e' certamente una delle forme piu' gravi. Situata
nel sud della Striscia della di Gaza a pochi chilometri dalla citta' di
Khan Yunis, la zona di al-Mawasi e' diventata da due anni a questa parte
una enclave palestinese circondata dall'insediamento israeliano di Gush-Katif
e dal relativo esercito che lo 'protegge'.
La zona di al-Mawasi e' la zona e' ricca di acqua dolce e le sue terre sono
tra le piu' fertili di tutta Gaza, forse a causa di questo al-Mawasi deve
i suoi problemi. I circa 6000 abitanti, in prevalenza agricoltori e pescatori,
sono alla merce' dei coloni, i quali in passato hanno compiuto incursioni
vandaliche nei terreni coltivati, che oltre provocare notevoli danni economici
hanno terrorizzato la popolazione forse con lo scopo di far andare via gli
abitanti. In generale le condizioni di vita sono estremamente disagiate,
le infrastrutture sono carenti: ci sono due cliniche mediche che provvedono
solo servizi di base, mentre per tutte la altre cure bisogna andare a Khan
Yunis, check-point permettendo, al-Mawasi e' isolata anche anche per le
organizzazioni umanitarie, infatti sia la Croce Rossa internazionale che
all' UNRWA (l'organizzazione delle Nazione Unite che si occupa dei profughi
palestinesi) non possono entrare nonostante le ripetute richieste fatte;
le due scuo
egnanti che venendo da fuori rimangono bloccati al check-point, inoltre
a volte e' anche proibito l'uso di veicoli all' interno dell'area, in questi
casi i bambini devono camminare anche sei chilometri per poter raggiungere
la propria scuola; la corrente elettrica nella maggioranza delle case e'
assente, (c'e' solo quando il generatore riesce ad essere rifornito di gasolio
proveniente dall'esterno). 
Gli abitanti di al-Mawasi sono soggetti ad estreme limitazioni della liberta'
di movimento, per esempio agli uomini sotto i 50 anni non e' piu' consentito
di lasciare la zona, cosi' se si trovavavo fuori al momento dell' imposizione
del divieto non hanno piu'la possibilita' di rientrare alle proprie case
e dalle proprie famiglie. In pratica il passaggio al check-point di Tufakh
(l'unico modo per uscire da al-Mawasi) e' consentito solo alle donne ed
ai bambini, se accompagnati. La pratica del passaggio del check-point e'
a totale discrezione dei soldati israeliani, (durante il 2002 e' stato chiuso
anche per 50 giorni di seguito), normalmente e'aperto solo a determinate
ore, ma e? prassi normale che venga chiuso senza avviso preventivo, lasciando
le donne ad aspettare per ore sotto il sole, solo per raggiungere Khan Yunis
che dista pochi chilometri. Chiudere il check-point significa anche impedire
alle donne di al-Mawasi di guadagnare il necessario per il sostentamento
della famiglia, visto che i prodotti che vengono coltivati devono essere
portati al mercato di Khan Yunis per essere venduti. 

Con questa politica del check-point l'esercito israeliano in teoria vuole
controllare la sicurezza delle sue colonie abusive, ma in pratica e' solo
un modo per vessare tutta la popolazione civille, umiliarla nello svolgimento
delle piu' basilari esigenze umane.


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CINQUE. Ultimora di CNNItalia.it
-- Sahaf: "qualcosa di non convenzionale verra' messo in atto questa notte"


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SEI. Noam Chomsky 
http://www.ecn.org/ponte
(Da Peacelink
MPA AMNESTY INT.
CS46-2003

IRAQ: I SOLDATI CHE SI FINGONO CIVILI METTONO A RISCHIO LA POPOLAZIONE

Amnesty International ha chiesto alle autorita' irachene di ordinare la fine
degli atti di perfidia mediante i quali i soldati iracheni si fingono
civili per arrivare abbastanza vicino da attaccare le forze nemiche.

L'organizzazione e' particolarmente preoccupata per le affermazioni
rilasciate dalle autorita' irachene a seguito dell'attentato suicida del 29
marzo contro un posto di blocco militare che ha causato la morte di quattro
soldati statunitensi. Il vicepresidente Taha Yassin Ramadan, nel corso di
una conferenza stampa ha affermato: "Questo e' solo l'inizio e voi sentirete
notizie migliori nei giorni seguenti. Useremo ogni mezzo per uccidere il
nostro nemico nella nostra terra e lo seguiremo nella sua terra."

"Un'azione in cui i militari si fingono civili per portare avanti un
attacco contro i soldati nemici e' chiaramente illegale" ha sottolineato
Amnesty International.

"Rendendo confusa la distinzione tra combattenti e civili, questi attacchi
mettono a rischio tutti i civili iracheni. Tali azioni sono classificate
come atti di perfidia e, secondo quanto prevede lo Statuto della Corte
penale internazionale, si tratta di crimini di guerra. Chiediamo alle
autorita' irachene di condannare pubblicamente questi attacchi e di rendere
noto a tutti coloro che prendono parte ai combattimenti che queste
violazioni sono inaccettabili."

Ulteriori informazioni
L'Articolo 37 del I Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra,
relativo alla protezione delle vittime dei conflitti armati internazionali,
stabilisce che:

1. e' vietato uccidere, ferire o catturare un avversario ricorrendo alla
perfidia. Costituiscono perfidia gli atti che fanno appello, con
l'intenzione di tradirla, alla buona fede di un avversario per fargli
credere che ha il diritto di ricevere o il dovere di accordare la
protezione prevista dalle regole del diritto internazionale applicabile nei
conflitti arm
re di voler negoziare sotto una bandiera di armistizio o di resa
… simulare una incapacita' per ferite o malattia
… simulare di avere lo status di civile e di non combattente
… simulare di avere uno status protetto facendo uso di segni, emblemi o
uniformi delle Nazioni Unite, di uno Stato neutrale o di altri Stati non
Parti in conflitto.

2. Gli stratagemmi di guerra non sono vietati. Tali stratagemmi sono atti
che intendono indurre in errore un avversario o di fargli commettere
imprudenze, ma che non violano alcuna regola del diritto internazionale
applicabile nei conflitti armati e che, non facendo appello alla protezione
dell'avversario circa la protezione prevista da detto diritto, non sono
perfidi. Sono esempi di stratagemmi di guerra gli atti seguenti:
mascheramenti, inganni, operazioni simulate e false informazioni.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 1 aprile 2003 

Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International - Ufficio stampa
Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it
www.amnesty.it/crisi/iraq

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OTTO. COMUNICATO STAMPA AMNESTY INT.
CS47-2003

GUERRA IN IRAQ: GLI USA DEVONO INVESTIGARE SULLE UCCISIONI DI CIVILI

Amnesty International ha espresso la propria preoccupazione per il
crescente numero di episodi che, nel corso della guerra in Iraq, stanno
causando la morte di civili.

"Le autorita' statunitensi devono avviare un'indagine indipendente ed
esauriente sull'attacco del 31 marzo nei confronti di un veicolo civile che
ha causato la morte di sette fra donne e bambini", ha dichiarato
l'organizzazione per i diritti umani.

"Chiunque sia sospettato di aver compiuto uccisioni illegali di civili deve
essere consegnato alla giustizia", ha sottolineato Amnesty International,
ribadendo che le forze statunitensi e britanniche devono assumere tutti i
provvedimenti necessari a proteggere i civili, indipendentemente dalle
violazioni commesse dagli iracheni.

"Il dovere di proteggere I propri sold

violazione del diritto internazionale umanitario. I comandi militari devono
adottare misure che tutelino le vite dei civili e di altri non combattenti
e assicurare che episodi come questo non si ripetano mai piu'".

Secondo il Washington Post, il 31 marzo soldati della III divisione della
Fanteria statunitense hanno aperto il fuoco su un veicolo non identificato
che si stava avvicinando a un posto di blocco nei pressi di al-Najaf.

Il quotidiano ha riferito che un comandante ha dapprima ordinato ai soldati
di esplodere dei colpi di avvertimento; quando il veicolo si e'
ulteriormente avvicinato al posto di blocco, egli ha ordinato ai soldati di
fermarlo. Non e' chiaro se i soldati abbiano esploso uno o piu' colpi di
avvertimento prima di uccidere a colpi di artiglieria sette dei 15 passeggeri.

Il dipartimento della Difesa statunitense ha affermato che i colpi sono
stati esplosi dopo che l'autista del veicolo aveva ignorato grida e colpi
di avvertimento. Questa ricostruzione appare diversa da quella riportata
dal Washington Post.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 2 aprile 2003

Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International - Ufficio stampa
Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it
www.amnesty.it/crisi/iraq

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NOVE. Vespa War Show (CARTA)

A proposito di boicottaggi: perche' non adoperarsi per far scendere lo
"share" di "Porta a porta" di una buona percentuale? Perche' non decidere,
tutti coloro che sono per la pace, di non accettare mai piu' inviti a
partecipare alla trasmissione di Bruno Vespa, come ha deciso di fare, e lo
spiega a Carta, Giulietto Chiesa? Sul nuovo numero di Carta, una inchiesta
racconta lo straordinario attivismo e le tecniche di disinformazione
dell'uomo piu' potente della televisione "pubblica". La Rai, con ogni
probabilita', rifiutera' di nuovo di trasmettere la diretta della
manifestazione nazionale del 12 aprile: in cambio, tutti i coordinamenti
pacifisti potrebbero manif
l boicottaggio di Bruno Vespa, agente principale dell'informazione con
l'elmetto.
http://WWW.carta.org/rivista/settimanale/2003/12/sommario.htm

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DIECI. COMUNICATO STAMPA AMNESTY INT.                                                           
 CS49-2003


 GUERRA IN IRAQ. AMNESTY INTERNATIONAL CONTRO L ' USO
 DELLE BOMBE A GRAPPOLO: E '  LA POPOLAZIONE CIVILE A
 PAGARE IL PREZZO


 Amnesty International ha espresso profonda preoccupazione per
 l ' alto numero di vittime civili che la guerra in Iraq sta provocando e
 per il ricorso alle bombe a grappolo nel corso di attacchi militari
 contro aree densamente popolate.

 Il 1° aprile almeno 35 civili  -  tra cui molti bambini  -  sono stati
uccisi
 ed altri 300 sono rimasti feriti a seguito di un attacco militare lanciato
 dalle forze statunitensi contro la citta '  di al-Hilla. Amnesty
 International e '  sconcertata per le notizie secondo le quali, durante
 l ' attacco, sono state utilizzate bombe a grappolo.

 " L ' uso delle bombe a grappolo ad al-Hilla costituisce un attacco
 indiscriminato e una grave violazione del diritto internazionale
 umanitario "   -  ha accusato l ' organizzazione per i diritti umani.

 " Se gli USA parlano seriamente quando dicono di voler proteggere la
 popolazione civile, allora devono impegnarsi pubblicamente a
 sospendere l ' uso delle bombe a grappolo. Continuare a usarle
 significhera '  causare indiscriminatamente morti e feriti tra la
 popolazione civile " .

 Secondo le informazioni ricevute da Amnesty International, ad al-
 Hilla sono state usate bombe a grappolo del tipo BLU97 A/B.
 Ognuna di esse contiene 202 ordigni  -  denominati BLU 97 - di
 dimensioni simili a una lattina da bibita. Le bombe a grappolo si
 spargono su un ' area pari a quella di due campi da calcio. In almeno
 il 5% dei casi, gli ordigni contenuti al loro interno non esplodono
 all ' impatto al suolo, trasformandosi in mine anti-persona e
 prolungando nel tempo il rischio di morte


 FINE DEL COMUNICATO          
 Roma, 2 aprile 2003

 Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
 Amnesty International - Ufficio stampa
 Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail:
 press@amnesty.it
 www.amnesty.it/crisi/iraq/