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Armi a Saddam!



Armi a Saddam!
lanfranco caminiti [www.lanfranco.org]

Saddam è il male minore di fronte all'impero del male, gli Usa. Sembra
questa ormai l'opinione che prevale in settori di movimento e nella
sinistra-sinistra italiana. Non, in generale, in chi ha manifestato per
la pace e contro la guerra, ma proprio in specifici e circoscritti
settori, anche rilevanti e per opinione  e per peso di mobilitazione.
Bzzzz, cortocircuito: il fusibile - sostegno leggero, resistente e
delicato all'impianto complesso - è saltato.
Scomparse le bandiere curde che per un paio d'anni hanno invaso le
nostre piazze accompagnate dal faccione di "zio" Ocalan [tutto molto
imbarazzante ora, quasi quanto il modo che accompagnò, fino al grottesco
e al tragico, la vicenda dell'accoglienza e dell'espatrio e dell'arresto
del capo curdo - i curdi, precedente riferimento delle libertà ora
combattono con gli americani], qui e là fanno capolino le bandiere
iraqene, nuovo vessillo delle libertà calpestate dagli americani,
bruciamo la bandiera a stelle e strisce.
Sono costretto a riscriverlo, ripeterlo, perché non mi faccio convinto,
forse il suono delle parole esorcizza il significato: Saddam è il male
"minore". Viva la resistenza del popolo iraqeno. Fantastico.
Per quale traslitterazione di significato il popolo iraqeno debba
sintetizzarsi in Saddam non è chiaro: è come se dalla Francia venissero
a salvarci da Berlusconi [l'ha pure pensato qualcuno] e io mi opponessi.
Ghe pensi mi, please. E' già successo, a Napoli, nel '99. 1799. Ma qui
gioca la politica del "realismo" [diomio, quanto virgolettato sarò
costretto a mettere qui], così stanno le cose. Teniamoci Saddam. Anzi,
sosteniamolo.
E via con Stalingrado, il Vietnam e memorie d'antan, d'antan, sì perché
"era" un altro mondo.
A Stalingrado si combattè contro il nazismo, a Stalingrado si moriva per
la Russia, il comunismo e le libertà, cazzo. Come ovunque nel mondo.
Erano "nostri" alleati, cazzo, erano i "nostri" combattenti, sognavamo
di abbracciarci insieme. Sbagliando certo [?], ma sbagliando
"grandiosamente". Da quando ci siamo "alleati" con Saddam? E dov'è qui
la grandezza tragica dell'errore?
Perché, se quell'orribile mostro dell'amministrazione Bush attacca
qualunque cosa si muova nello spettro del suo sguardo - ormai fessura di
puntamento di un carrarmato o console d'un aeroplano lanciamissili -,
automaticamente, come un istinto riflesso, sovrappensiero, mi devo
schierare con il suo specchio? E che c'entra la necessità, il bisogno,
di battersi sempre per le popolazioni civili, inermi - il cui dolore e
le cui sofferenze sono state guida e motivo dell'opposizione generale
alla guerra, così come specularmente al terrorismo fondamentalista -,
che dovrebbero essere appunto il "terzo occhio"?
Antan per antan si potrebbe lanciare una campagna "armi all'iraq", qui
nessuno è calabraghe, ma sul serio. Non nelle memorie o nelle
chiacchiere.
Aridatece Togliatti. Per favore.
Peccato che i talebani siano crollati presto: la figura del mullah Omar
era avvolta da uno straordinario senso di mistero: si poteva cominciare
da lì la battaglia per salvare la civiltà [la Mesopotamia, perbacco!]
dall'impero americano.
Ma ora abbiamo per le mani un luminoso esempio di resistenza, e se
proprio Saddam è impresentabile, potremmo sempre farlo abdicare e
giocarci i suoi figli [un gran machiavellismo], anche loro fulgidi
esempi di civiltà [mesopotamica], Qsai e Uday, baluardi contro
l'avanzata del male.
Potremmo invitarlo al prossimo social forum, a Saddam, perché no, è un
anti-liberista, questo sembra chiaro. Anche un suo sosia andrebbe bene.
Magari lo facciamo sedere vicino a Marcos o qualche zapatista, se non
gli fa schifo. A Marcos, dico.