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Monte Urpinu: scheda, comunicato



SCHEDA a cura del comitato Gettiamo le Basi

Deposito di combustibile avio AMI-Nato di Monte Urpinu - Cagliari 

Il deposito di carburante AMI-Nato di via Is Guadazzonis è ubicato in una
zona densamente popolata, è affiancato all'ospedale Binaghi, al parco
cittadino di Monte Urpinu e a due arterie di grande traffico. Il serbatoio
sottoroccia ha una capacità di settemilioniduecentomila (7.200.000) litri
di combustibile avio, uno dei combustibili più infiammabili e pericolosi.
Nel 1998, l'allora Presidente della Regione, Federico Palomba, scriveva al
ministro della Difesa: "Appare superfluo sottolineare i rischi ai quali è
esposta la popolazione della città di Cagliari in presenza di un impianto
così delicato".
Il gigantesco serbatoio è alimentato da una rete sotterranea di oleodotti
che porta il carburante dal molo di Levante-Su Siccu a M. Urpinu e poi
prosegue fino alla base di Decimomannu e all'aeroporto militare di Elmas
correndo lungo l'asse mediano. Ufficialmente il tracciato è coperto da
segreto militare, ovvero segreto di Pulcinella, secondo l'espressione in
uso a Cagliari da decenni. Infatti è sconosciuto al COMIPA, al Comune di
Cagliari e a tutti gli enti istituzionalmente preposti al controllo,
vigilanza e tutela del territorio. Viceversa, è noto a chiunque presti un
minimo d'attenzione. La mappatura è stata pubblicata già nel 1989 da "Città
Quartiere", la rivista del movimento delle lotte popolari cittadine.
Non ha risposte il perché la protezione civile e i vigili del fuoco non
debbano conoscere un tracciato non occultabile che è dato conoscere a
tutti, nemico compreso.
"L'armonizzazione delle esigenze della Difesa con gli interessi della
collettività", imposta dalla legge 898/'76 e ribadita dalla l.104/'90,
trova un punto di equilibrio truffaldino: l'impianto a rischio opera
abusivamente, il Comune si è sbarazzato del problema delegando la
risoluzione alla magistratura, le forze politiche latitano, i parlamentari
sardi tacciono, la Regione ha i soliti "problemi più importanti" da
affrontare. L'ex sindaco Delogu, nella nuova veste di Senatore della
Repubblica, appare dimentico del problema e delle sue dichiarazioni nella
veste di sindaco: "E' indispensabile un intervento radicale che valga a
garantire in modo assoluto la sicurezza degli abitanti della zona e della
comunità cittadina in generale" (L'Unione, La Nuova 8/1/99). La
preoccupazione, l'indignazione della popolazione e la richiesta che anche
le FF.AA osservino la legge, è relegata nel ristretto ambito della protesta
cittadina "di piazza", affidata allo sfratto simbolico intimato dagli
studenti all'Aeronautica lo scorso ottobre. Solo recentemente, sull'onda
dell'esplosione virulenta delle guerre infinite e preventive, la Provincia
si è scossa dal tradizionale torpore e all'unanimità si è pronunciata per
la messa al bando dell'impianto fuorilegge (febbraio 03).  Comune, Regione,
sottosegretari, senatori e deputati sardi pervicacemente perseverano in un
omertoso silenzio.   

Cronistoria

1976-77 - Uno dei primi atti della componente regionale del CO.MI.PA.
(organo istituzionalmente preposto "all'armonizzazione tra i piani di
assetto territoriale e di sviluppo economico e sociale della Regione e dei
programmi delle installazioni militari e delle conseguenti limitazioni") è
la denuncia del rischio e dell'intollerabilità del deposito accompagnata
alla richiesta di dislocazione lontano dai centri abitati. Per 15 lunghi
anni trova l'accordo con la componente militare sulla base dell'impegno al
trasferimento dell'impianto.

1995, I rappresentanti della Regione Sarda per uscire dal valzer delle
promesse e buone intenzioni e costringere le Forze Armate ad atti concreti,
non confermano l'imposizione della fascia di servitù intorno al
megadeposito sotterraneo ponendo i presupposti per il venir meno delle
condizioni legali di operatività. Da allora, 1995, l'impianto, già di per
sé ad alto rischio, è attivo abusivamente fuori dai parametri di sicurezza.

Gennaio 1999 - Il comitato Gettiamo le Basi riesce a rompere il muro di
silenzio che occulta il pericoloso impianto militare illegalmente
operativo. La stampa si accorge che un'intera città è stata tenuta
all'oscuro del pericolo a cui era ed è esposta, emerge "l'assurdo": le
forze della Difesa attentano alla sicurezza di una città. Gettiamo le Basi
si fa promotore di un appello per chiedere la sospensione dell'attività
illegale, lo smantellamento dell'impianto a rischio, la restituzione
dell'area alla cittadinanza ai sensi dell'art.14 dello statuto sardo, il
rispetto degli impegni solenni, sempre disattesi, assunti dai vari governi
e parlamenti per una significativa riduzione dei gravami militari che
penalizzano la Sardegna in misura abnorme e iniqua.

Maggio 1999 - Alcuni giorni dopo la consegna della petizione sottoscritta
da migliaia di cittadini, l'allora Sindaco Delogu denuncia l'Aeronautica
alla Magistratura sulla base della documentazione presentata da Gettiamo le
Basi.

La scelta della via giudiziaria tronca lo sviluppo del dibattito politico a
livello locale, istituzioni e forze politiche possono riprendere il sonno
interrotto per un breve periodo dal clamore dei media.

A tutt'oggi non è dato sapere in quale oscuro ufficio di Palazzo Giustizia
si sia insabbiato l'esposto presentato dall'allora sindaco Delogu.
L'attuale sindaco Floris finge d'ignorare il problema, il consiglio
comunale affina l'antica politica dello struzzo.

Dicembre 2000 -  L'interrogazione al ministro della Difesa presentata dal
"non sardo" Russo Spena non riesce a scuotere i parlamentari dell'isola.

Ottobre 2002 - I venti di guerre infinite e preventive ripropongono il tema
della sicurezza della popolazione coinvolta dall'impianto militare e
l'apporto che Cagliari e la Sardegna sono costrette a "offrire" alle
politiche belliche. Gli studenti danno lo sfratto simbolico all'Aeronautica
(12/10/02) 

Febbraio 2003 - La Provincia approva all'unanimità una mozione presentata
da Prc e impegna il presidente della giunta affinché si attivi per il
ripristino della legalità, la dislocazione immediata della struttura
militare fuori dalla città, il trasferimento dell'area al demanio regionale.

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28 marzo 2003

COMITATO SARDO GETTIAMO LE BASI

Comunicato stampa: la Sardegna sostiene (suo malgrado) le politiche di guerra.

Il Comitato Gettiamo le Basi partecipa alla mobilitazione indetta dal
comitato "Fermiamo la Guerra" sabato 29 con partenza alle ore 15,30 da
piazza San Michele e conclusione di fronte alla struttura Aeronautica/Nato
di Monte Urpinu. La manifestazione concentra l'attenzione sul sostegno alle
politiche di guerra imposto alla Sardegna e alla città di Cagliari, loro
malgrado e spesso a loro insaputa. I generali Usa informano che il
dittatore Saddam nasconde le truppe e gli arsenali militari nel cuore delle
città utilizzando la popolazione come scudo umano. Non sappiamo se il
popolo irakeno sia informato delle installazioni militari "target" di
bombardamenti infiniti. Di sicuro sappiamo che la "democratica" Italia, la
"democratica" Nato, i superdemocratici Stati Uniti non hanno fornito
informazioni attendibili al popolo sardo sulle installazioni militari che
opprimono in misura iniqua e abnorme la Sardegna e sui rischi ai quali è
esposta la popolazione.
Nessun'informazione sul transito e la sosta di unità navali straniere a
propulsione e armamento atomico nel porto militare di Cagliari,
classificato dalle Forze Armate come "porto a rischio nucleare".
Nessun'informazione sul "Piano di emergenza nucleare" predisposto dalla
prefettura.
Nessun'informazione sugli immensi depositi sotterranei di carburante navale
della Sella del Diavolo e sui rischi ai quali è esposta la popolazione.
Nessuna traccia di volontà politica di smantellare l'impianto AMI-Nato di
Monte Urpinu, da sempre pericoloso e dal 1995 illegalmente operativo in
violazione dei parametri di sicurezza.
Nessun'informazione sulla percentuale abnorme di tumori e malformazioni
genetiche che devastano i paesi confinanti con il poligono della morte
Salto di Quirra.    
E' molto difficile scacciare sensazioni e sospetti che l'Italia
"democratica" e i Signori delle Armi abbiano usato e intendano continuare
ad usare il popolo sardo come scudo umano a protezione del carburante degli
aerei e delle navi di guerra, delle flotte nucleari in sosta a Cagliari
come a La Maddalena e di tutta l'intensa attività addestrativa e
sperimentale indispensabile per sostenere qualsiasi sforzo bellico.
Non intendiamo essere complici e vittime al tempo stesso delle nuove nozze
che si celebrano tra l'Italia e la Guerra "come strumento di offesa alla
libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali". Riteniamo che liberandoci del ruolo che è stato imposto a
tutta la Sardegna di scuola/palestra di guerra, bastione del Mediterraneo
per il controllo armato dell'area e delle rotte del petrolio, contribuiamo
a liberare gli altri popoli dai massacri infiniti programmati per garantire
il saccheggio delle loro risorse, "giustificati", adesso come sempre, dalla
magnanimità occidentale di voler offrire alle varie "faccette nere" "un
altro duce un altro re", come recitava la canzone coniata per
abbellire l'aggressione fascista all'Etiopia, o un "democratico" governo
fantoccio.

Comitato sardo GETTIAMO le BASI

telefono 070 823498 338 6132753