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Civili iracheni - civili palestinesi




PALESTINA:

UNO. Tre bambini uccisi dai militari israeliani nelle ultime 48 ore
DUE. REFUSENIK all'Universita' di Tor Vergata, 31 marzo
TRE. La situazione nel carcere femminile di al-Ramle
QUATTRO. Din on Web
CINQUE. "Avvenimenti" di oggi

IRAQ:

SEI. Micheal Moore
SETTE. Civili iracheni uccisi, ecco il "database"
OTTO. Profughi turisti
NOVE. Devi invadere l'Iraq 
DIECI.  Voci
UNDICI. Iraq T-shirts
DODICI. Ma lŽarsenale proibito e' "made in Usa"


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UNO. Tre bambini uccisi dai militari israeliani nelle ultime 48 ore:
Christine SaidiŽ (10), Hakim Bassam Nassas (14) e  Ahmed Imad A-Bahri (10).  
http://www.palestinemonitor.org

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DUE. REFUSENIK all'Universita' di Tor Vergata, 31 marzo
" Noi, soldati dellŽ esercito israeliano, uomini e donne, dichiariamo qui
che non prenderemo parte allŽ oppressione del popolo palestinese nei
Territori occupati ...
... Noi dichiariamo che non continueremo a combattere in questa guerra per
la pace delle colonie, che non continueremo a combattere oltre la linea
verde per dominare, espellere, affamare e umiliare un intero popolo"

Lunedi' 31 Marzo ore 10,30
Facolta' di Scienze -Universita' di Roma Tor Vergata
Edificio So.Ge.Ne - Atrio tra i due bar
Via della Ricerca Scientifica,  snc       (Tuttocitta' tav. 61 C3)

REFUSENIK

IL CORAGGIO DI RIFIUTARE.
INCONTRO CON YUVAL LOTEM,
ATTIVISTA DI "YESH GVUL"

"YESH GVUL !"  (C' e' UN LIMITE !), e' UN GRUPPO PACIFISTA ISRAELIANO CHE
SOSTIENE, DIFENDE E ORGANIZZA  I REFUSENIKS, CIOe' COLORO CHE SI RIFIUTANO DI
PRESTARE SERVIZIO MILITARE NEI TERRITORI OCCUPATI DA ISRAELE NEL '67, E CHE
PAGANO CON IL CARCERE LA LORO COERENZA NELLA DIFESA DEI DIRITTI UMANI E NEL
RIFIUTO DI PRENDERE PARTE ALLA BRUTALE OCCUPAZIONE DEI TERRITORI
PALESTINESI.
YESH GVUL STA CERCANDO DI ESTENDERE LA PROPRIA ESPERIENZA DI
OBIEZIONE ANCHE AGLI ALTRI PAESI, TUTTI COINVOLTI NELLA GUERRA PERMANENTE DI
BUSH. IL LORO MESSAGGI
A GUERRA DI AGGRESSIONE ALL' IRAQ E CI PREPARIAMO
ALLA GUERRA INFINITA.

INTERVERRa'    Hatem Sandoqa
Coordinatore della Comunita' Palestinese  del Lazio

COMITATO CONTRO LA GUERRA
UNIVERSITA' DI ROMA  'TOR VERGATA'

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TRE. La situazione nel carcere femminile di al-Ramle
Articolo apparso sul Palestine chronicle, 15 marzo 2003, La situazione nel
carcere femminile di al-Ramle
Amina Mona, la rappresentante delle carcerate di al-Ramle presenta agli avvocati
una lettera di denuncia 
accusando lŽamministrazione penitenziaria di non fornire cure mediche alle
internate e denunciando abusi e violenze. 
Secondo lŽassociazione per i diritti umani Law ci sono 26 donne palestinesi
nella prigione di al-Ramle,
di cui 8 ragazzine, 4 detenute amministrative e una donna che viene dalle alture
del Golan occupate da Israele. 

Assistenza sanitaria inesistente

Asma Sibaaneh (45 anni), del campo di Jenin, arrestata lŽ11 febbraio, ha un
cancro. 
Amina denuncia la mancanza di cure mediche nonostante ci sia stata la visita di
un medico
 che ha confermato lo stato di Asma. 
Fahmi Shkeirat, avvocato dellŽassociazione Law, ha anche incontrato Iman Ghizawi
di Tulkarim. 
Iman (27 anni), sposata e madre di quattro figli, e' stata arrestata un anno e
mezzo fa 
con lŽaccusa di trasportare una bomba per metterla su un bus. Iman soffre di mal
di denti e 
prima dellŽarresto ha avuto lŽinnesto di denti artificiali che le sono tutti
caduti in prigione.
 Alla fine di gennaio di questo anno, Iman ha ricominciato ad avere mal di denti
e non riesce a 
mangiare e bere. Il 2 febbraio le hanno detto che lŽavrebbero portata dal
medico. 
Le hanno anche detto che lŽavrebbero portata alla prigione di Salem vicino a
Jenin per 
testimoniare contro suo marito. Lei ha rifiutato di andare in tribunale. Allora
una donna 
ha negoziato con una guardia e lei e' andata dal dentista. Ma la guardia
insisteva che Iman
 doveva andare in tribunale. Iman si rifiutava dicendo che a
l di denti e
non poteva 
andare su un bus. Allora e' stata attaccata dalle guardie che hanno pestato su
mani e piedi e 
lŽhanno costretta a prendere lŽautobus. Quindi lŽhanno lasciata sul bus dalle 10
di mattina 
alle 3 di notte e poi e' tornata nella prigione di al-Ramle. 
Le sue condizioni sono peggiorate e lei e' stata portata ancora da un dottore
che le ha detto 
che non ha una nutrizione adeguata, ma non le ha dato nessuna medicina. Al
ritorno in prigione.
, Iman e' svenuta. Le prigioniere hanno cercato di aiutarla dandole cibo e
coperte, 
ma senza risultato. Non riusciva a stare in piedi. Solo il 3 marzo Iman e' stata
portata da
un dottore che le ha fatto delle iniezioni per alimentarla. 
La rappresentante delle donne, Amina ha detto a Law che fu organizzata una
protesta dopo che 
lŽamministrazione penitenziaria ha rifiutato urgenti trattamenti sanitari a
unŽaltra donna. 

Condizioni da deportati 
La madre di due bambini, Asma Salih (26 anni) di Silwad, nel nord-est di
Ramallah e' stata 
strappata dalla sua casa solo perche' non possiede un documento israeliano ne'
palestinese, 
ma viene considerata come residente nel West Bank. Asma Salih e' stata arrestata
il 2 febbraio
 e presa in ostaggio insieme a tre cugini per costringere suo marito Ibrahim
Hamed a
 consegnarsi allŽesercito israeliano essendo un ricercato. Le viste dei
familiare vengono 
respinte
Amina ha detto allŽavvocato di LAW Shkeirat che le viste dei familiari sono
vietate come 
punizione della protesta di cinque ragazze tenute in isolamento per una
settimana senza acqua.
 Venivano loro restituiti i vestiti solo dopo che lŽacqua piovana le aveva
inzuppate. 

Niente studi 
Le donne e le ragazze che frequentavano il liceo o lŽuniversita' hanno dovuto
interrompere
 gli studi e non possono neppure andare agli esami. 

LAW - LŽassociazione palestinese per la protezione dei diritti imani e
dellŽambiente 
e' una organizzazione non governativa che monitora lo stato dei dirtti umani
tramite dei legali.
 L
ernational Commission of Jurists (ICJ), alla federazione internazionale per 
i dirtti umani (International Federation for Human Rights (FIDH), e
allŽorganizzazione
 monidale contro la tortura (World Organization Against Torture (OMCT).
(Emma)

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QUATTRO. Din on Web
http://www.donneinnero.org

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CINQUE. "Avvenimenti" di oggi
Oggi e' in edicola Avvenimenti con un articolo sui disastri provocati
dall'occupazione sul sistema 
sanitario palestinese.

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SEI. Micheal Moore
"Viviamo in tempi irreali, dove una elezione irregolare ha prodotto un
presidente immaginario, 
che ci ha mandato in una guerra inventata per ragioni fittizie. 
Mister Bush, vergogna. Vergogna. 
Se qualcuno riesce a inimicarsi anche il Papa allora e' proprio finito". 
Michael Moore nel ricevere il Premio Oscar, Hollywood, 24 marzo 

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SETTE. Civili iracheni uccisi, ecco il "database". E' un lavoro serio ed
importante.
http://www.iraqbodycount.net/bodycount.htm

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OTTO. Profughi turisti
In tempo di guerra la Lega Nord offre i suoi sentimenti peggiori: «Profughi?
meno ne vengono meglio e'. E poi non vedo perche' dovrebbero venire da noi. Se
uno e' profugo si ferma nel primo paese che trova. Se no, e' un turista».
Francesco Speroni, capo di gabinetto del ministro Bossi, 24 marzo, da  La
striscia rossa dell'unita'

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NOVE. Devi invadere l'Iraq 
http://www.markfiore.com/animation/corrections.swf

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DIECI. Voci
Rifuggono la propaganda Usa, cercano una scorciatoia nell'imposizione irachena.
Sono giornalisti indipendenti, militari anonimi, residenti di Baghdad o
esiliati.
Tutti con una voce del tutto personale sulla guerra.
http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,17
********

UNDICI. Iraq T-shirts
http://www.iraqtshirts.com/?code=iqcm324

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DODICI. Ma lŽarsenale proibito e' "made in Usa"
dal Corriere della Sera (31 dicembre 2002)  
E. C. 
  
WASHINGTON - La denuncia del Washington Post e' bruciante. «Una inchiesta del
Senato nel '94 stabili' che gli Stati Uniti negli Anni Ottanta fornirono
all'Iraq grandi quantita' di sostanze utilizzabili per la produzione di armi
chimiche e batteriologiche, dallŽantrace agli insetticidi», proprio quegli
ordigni che oggi George Bush giura di distruggere. Quelle forniture
comprendevano anche armi «convenzionali» ma non meno letali cone le «bombe a
grappolo». Il giornale di Washington, che ieri titolava a tutta pagina «Gli
Stati Uniti hanno avuto un ruolo chiave nel riarmo iracheno», spiega che la
svolta - prima i due Paesi non avevano relazioni diplomatiche - avvenne con la
direttiva 114 del 26 novembre dell'83 del presidente repubblicano Ronald Reagan.
E precisa che a realizzarla fu Donald Rumsfeld, l'attuale ministro della Difesa,
capofila della corrente dellŽamministrazione Bush che vuole annientare Saddam,
allora uomo d'affari ed emissario occasionale della Casa Bianca: il suo incontro
con il rai's a Bagdad nel dicembre 1983 condusse alle forniture militari e alla
normalizzazione dei rapporti tra gli Usa e l'Iraq. 
Conclude il Washington Post : «Bush giustifica la guerra con il riarmo iracheno,
ma non prende atto che esso comincio' quando Saddam era un prezioso alleato
degli Stati Uniti». 
Il retroscena non e' del tutto nuovo. Lo sono tuttavia i documenti su cui il
giornale basa le sue rivelazioni: che le bombe a grappolo furono inviate
allŽesercito iracheno attraverso una societa' cilena, la Cardoen; che l'antrace
gli fu fornita dal Pentagono; che fra le ditte fornitrici di pesticidi ci furono
la Union Carbide e la Honeywell, due giganti dellŽindustria Usa. La direttiva
114, spiega il Washington Post , resta segreta. Ma non lo sono piu' le
deposizioni di
ti Uniti-Iraq di quel
tempo. Una svela che la Superpotenza «concesse milioni di dollari di credito a
Saddam Hussein, lo aiuto' con lo spionaggio e i consiglieri militari, e gli
garanti' i mezzi necessari a vincere il conflitto con l'Iran». Il tutto pur
sapendo che nei combattimenti contro gli iraniani «venivano usate armi chimiche
quasi quotidianamente». 
Il Washington Post e' critico verso la politica di Bush nei confronti di Bagdad.
E nella sua ricostruzione si concentra su Rumsfeld, che oggi sostiene che
nell'83 diffido' il rai's dallŽimpiego di armi di distruzione di massa: «Non
risulta dalle minute del loro incontro di 90 minuti» protesta il giornale. Che
racconta anche come Bush padre, che assunse la presidenza nel gennaio '89,
continuo' sulla linea tracciata da Reagan, sebbene la Cia gli avesse presentato
le prove che il dittatore iracheno usava le armi chimiche anche contro la
popolazione curda nel Nord dellŽIraq. Un memorandum del dicembre di quell'anno
del ministero del Commercio autorizza la Dow Chemical a vendere pesticidi
all'Iraq per un milione e mezzo di dollari «anche se fortemente tossici per gli
esseri umani». 
Tutto perche' l'Iran dellŽayatollah Khomeini, allŽapice della rivoluzione
islamica, era ritenuto il piu' pericoloso nemico dell'America, una potenza
destabilizzante che, con lŽobiettivo di esportare la rivoluzione islamica,
poteva fare crollare i pilastri del Golfo Persico e del Medio Oriente,
dall'Arabia Saudita alla Giordania. 
IL NEMICO COMUNE NellŽ80 lŽIraq attacca lŽIran degli ayatollah. NellŽ82 gli
Stati Uniti cominciano a fornire a Bagdad servizi di intelligence sul campo per
impedire una vittoria iraniana 

LŽINCONTRO 
1983: lŽallora inviato Usa in Medio Oriente Donald Rumsfeld (oggi ministro della
Difesa) vola a Bagdad per incontrare Saddam Hussein 
DIPLOMAZIA 
1984: vengono ristabilite piene relazioni diplomatiche tra Usa e Iraq 

LŽINCIDENTE 
1987: un missile iracheno colpisce per errore la nave da guerra Usa Stark 

I GAS 
1988: lŽIraq fa us
ia di civili curdi. Gli Stati
Uniti chiudono un occhio