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]) KNK: La Turchia occupa il Kurdistan iracheno



KNK: La Turchia occupa il Kurdistan iracheno

Come e' noto, gli USA hanno autorizzato l'ingresso delle truppe turche nel
Kurdistan
irakeno.
Si riporta, su questo tema, il Comunicato del Kurdish National Congress :

L'esercito turco prosegue i suoi preparativi per l'occupazione del Sud
Kurdistan

Segue l'articolo odierno (26 marzo) di Orsola Casagrande su "il manifesto":
"Via libera all'esercito turco. Da Usa e Nato ok all'occupazione
'umanitaria' di una fascia di 20 km in Iraq"

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Comunicato del Kurdish National Congress :

L'esercito turco prosegue i suoi preparativi per l'occupazione del Sud
Kurdistan


23 Marzo 2003 - KNK <knklondon@gn.apc.org>

Migliaia di soldati turchi entrano nel Sud Kurdistan

Mentre gli Stati Uniti intensificano la loro guerra contro Baghdad,
l'esercito turco sta inviando migliaia delle proprie truppe come rinforzo
nel Sud Kurdistan. Le azioni aggressive dell'esercito turco si svolgono in
sfida al Parlamento Regionale del Kurdistan e alle masse del nostro popolo.
Tuttavia, le ambizioni dei guerrafondai americani non si lasciano sminuire
ne' dall'opposizione della nazione kurda, ne' dalla disapprovazione del
governo USA o dell'Unione Europea e della Russia.

Il Congresso Nazionale del Kurdistan condanna totalmente questa politica
del governo turco e chiama il popolo del Kurdistan e le sue istituzioni,
inclusi i partiti politici del Kurdistan, a resistere a questa aggressione
con una voce unita. Gli occupanti turchi sotto la pressione dell'opinione
pubblica kurda e mondiale hanno fatto ricorso ad un cinico sotterfugio,
insinuando che le truppe saranno usate per fini umanitari, per controllare
i rifugiati. Ma cio' e' solo una maschera per le loro ambizioni di occupare
il Sud Kurdistan e distruggere ogni vestigia di risultato conseguito dai
Kurdi.

E' un imperativo per il nostro popolo di stare in allerta per prevenire e
frustrare tali disegni. L'incursione dell'esercito turco nel Sud Kurdistan
e' un colpo contro ogni Kurdo e deve essere fermata con ogni mezzo
democratico, incluse dimostrazioni, raduni e azioni di protesta. Piu' che
in passato il popolo kurdo deve essere unito ovunque per preservare i
propri comuni interessi nazionali e valori.

Facciamo appello ai popoli del mondo, al Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite, agli Stati Uniti ed alla Gran Bretagna, all'Unione Europea
ed a tutti gli organismi internazionali, affinche' prevengano la
realizzazione delle minaccie ed avventure del governo turco.

Il nostro popolo not permette che il proprio destino sia ancora una volta
sacrificato agli interessi di nessuna potenza occupatrice nel Kurdistan.

22 Marzo 2003
(Testo tradotto in inglese dal kurdo sorani, e poi in italiano)

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il manifesto - 26 Marzo 2003

Via libera all'esercito turco
Da Usa e Nato ok all'occupazione 'umanitaria' di una fascia di 20 km in Iraq
Orsola Casagrande

La Nato ha dato ieri il via libera al piano della Turchia per uscire
dall'impasse Iraq. Ankara aveva chiesto di poter creare e gestire una
striscia profonda venti chilometri all'interno del nord Iraq. La Nato, per
bocca del suo segretario generale George Robertson, ha detto che la cosa si
puo' fare. Naturalmente, assicura Robertson, la zona cuscinetto dovra'
essere utilizzata 'solo per ragioni umanitarie'. Dovrebbe cioe' servire ad
accogliere eventuali profughi iracheni in fuga dalle zone del conflitto.
Robertson ha aggiunto che ''la Turchia ci ha detto che l'unica zona dove
puo' accogliere i profughi e' una striscia di venti chilometri da
ritagliare all'interno del nord Iraq. Il versante turco della frontiera -
ha aggiunto - e' estremamente inospitale e pericoloso per i profughi''.
Tanto e' bastato all'Alleanza Atlantica per dare il via libera ad un piano
che e', nei fatti, la legalizzazione di quegli 'sconfinamenti' illegali che
la Turchia da anni opera per dare la caccia ai guerriglieri kurdi del Pkk,
e far restare sempre col fiato sul collo i kurdi iracheni. Robertson ha
aggiunto che il piano ''e' stato accettato come una necessita' geografica''
dagli Stati uniti. E a quanto pare anche dagli altri membri dell'Alleanza,
''d'accordo - ha precisato il segretario della Nato - purche' non si vada
oltre la creazione di questa fascia umanitaria''. A Robertson e' bastata
l'assicurazione di Ankara che ''non ha intenzione di invadere il nord
dell'Iraq, ma la necessita' di gestire i problemi umanitari che
sorgerebbero se i profughi oltrepassassero i confini''. Alla domanda su chi
vigilera' sui turchi e sulle loro operazioni nella zona cuscinetto,
Robertson risponde che questo compito spettera' alla Nato. Sembra comunque
abbastanza singolare che gli Stati uniti abbiano accettato questo piano
praticamente senza batter ciglio dopo il braccio di ferro durato oltre un
mese e conclusosi con un serio raffreddamento dei rapporti tra Ankara e
Washington, una volta solidissimi. Anche la Ue che pure aveva minacciato la
Turchia di serie ripercussioni se avesse deciso di entrare nel nord Iraq,
ieri si e' detta soddisfatta dell'accordo. Il presidente della commissione,
Romano Prodi, ha detto che ''se i comportamenti sono quelli annunciati dal
governo turco non ci saranno problemi. Ma e' davvero la prova del fuoco per
la Turchia''. Intanto in Turchia il capo delle forze armate, generale
Ozkok, e' a Silopi (al confine con l'Iraq) per valutare sul campo il da
farsi. Ieri il vicepremier Abdullah Gul ha detto che ''le nostre truppe
entreranno in Iraq solo se ce ne sara' bisogno''. Sono comunque migliaia i
soldati gia' sconfinati. E non da ieri: in passato i turchi hanno trovato
alleati proprio i kurdi iracheni (almeno il Pdk di Barzani) nella lotta
contro i kurdi 'turchi' del Pkk. Un'alleanza che il Pdk ha stretto per
difendere l'autonomia conquistata nel nord Iraq. Lunedi' sera, pero', un
portavoce del Partito democratico del Kurdistan ha dichiarato senza mezzi
termini che il suo partito ''e' contrario all'ingresso delle truppe turche
nel nord Iraq per qualunque motivo''. Sara' dunque difficile convincere i
kurdi iracheni che la presenza di un numero di soldati imprecisato (Gul ha
detto che dipendera' dalla 'gravita' della situazione') non avra' alcuna
conseguenza nel futuro della zona kurda liberata. Anche il Puk di Jalal
Talabani si e' detto contrario all'ingresso dell'esercito turco. Il piano
appoggiato dalla Nato pero' non parla solo di ingresso, ma anche di
permanenza. Perche' infatti non e' chiaro se la zona cuscinetto sara'
temporanea (e quanto durera') o permanente.


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