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(Fwd) =) KNK: La Turchia occupa il Kurdistan iracheno




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From:           	a@ranchdeiviandanti.it
Subject:        	=) KNK: La Turchia occupa il Kurdistan iracheno
Date sent:      	Wed, 26 Mar 103 11:34:37 +0000


KNK: La Turchia occupa il Kurdistan iracheno

Come e' noto, gli USA hanno autorizzato l'ingresso delle truppe 
turche
nel Kurdistan irakeno. Si riporta, su questo tema, il Comunicato del
Kurdish National Congress : 

L'esercito turco prosegue i suoi preparativi per l'occupazione del 
Sud
Kurdistan

Segue l'articolo odierno (26 marzo) di Orsola Casagrande su "il
manifesto": "Via libera all'esercito turco. Da Usa e Nato ok
all'occupazione ŅumanitariaŅ di una fascia di 20 km in Iraq"

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Comunicato del Kurdish National Congress : 

L'esercito turco prosegue i suoi preparativi per l'occupazione del 
Sud
Kurdistan


23 Marzo 2003 - KNK <knklondon@gn.apc.org>

Migliaia di soldati turchi entrano nel Sud Kurdistan

Mentre gli Stati Uniti intensificano la loro guerra contro Baghdad,
l'esercito turco sta inviando migliaia delle proprie truppe come
rinforzo nel Sud Kurdistan. Le azioni aggressive dell'esercito turco
si svolgono in sfida al Parlamento Regionale del Kurdistan e alle
masse del nostro popolo. Tuttavia, le ambizioni dei guerrafondai
americani non si lasciano sminuire ne' dall'opposizione della nazione
kurda, ne' dalla disapprovazione del governo USA o dell'Unione 
Europea
e della Russia.

Il Congresso Nazionale del Kurdistan condanna totalmente questa
politica del governo turco e chiama il popolo del Kurdistan e le sue
istituzioni, inclusi i partiti politici del Kurdistan, a resistere a
questa aggressione con una voce unita. Gli occupanti turchi sotto la
pressione dell'opinione pubblica kurda e mondiale hanno fatto ricorso
ad un cinico sotterfugio, insinuando che le truppe saranno usate per
fini umanitari, per controllare i rifugiati. Ma cio' e' solo una
maschera per le loro ambizioni di occupare il Sud Kurdistan e
distruggere ogni vestigia di risultato conseguito dai Kurdi.

E' un imperativo per il nostro popolo di stare in allerta per
prevenire e frustrare tali disegni. L'incursione dell'esercito turco
nel Sud Kurdistan e' un colpo contro ogni Kurdo e deve essere fermata
con ogni mezzo democratico, incluse dimostrazioni, raduni e azioni di
protesta. Piu' che in passato il popolo kurdo deve essere unito
ovunque per preservare i propri comuni interessi nazionali e valori.

Facciamo appello ai popoli del mondo, al Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite, agli Stati Uniti ed alla Gran Bretagna, all'Unione
Europea ed a tutti gli organismi internazionali, affinche' prevengano
la realizzazione delle minaccie ed avventure del governo turco.

Il nostro popolo not permette che il proprio destino sia ancora una
volta sacrificato agli interessi di nessuna potenza occupatrice nel
Kurdistan.

22 Marzo 2003
(Testo tradotto in inglese dal kurdo sorani, e poi in italiano)

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il manifesto - 26 Marzo 2003

Via libera all'esercito turco 
Da Usa e Nato ok all'occupazione 'umanitaria' di una fascia di 20 km
in Iraq Orsola Casagrande

La Nato ha dato ieri il via libera al piano della Turchia per uscire
dall'impasse Iraq. Ankara aveva chiesto di poter creare e gestire una
striscia profonda venti chilometri all'interno del nord Iraq. La 
Nato,
per bocca del suo segretario generale George Robertson, ha detto che
la cosa si puo' fare. Naturalmente, assicura Robertson, la zona
cuscinetto dovra' essere utilizzata 'solo per ragioni umanitarie'.
Dovrebbe cioe' servire ad accogliere eventuali profughi iracheni in
fuga dalle zone del conflitto. Robertson ha aggiunto che ''la Turchia
ci ha detto che l'unica zona dove puo' accogliere i profughi e' una
striscia di venti chilometri da ritagliare all'interno del nord Iraq.
Il versante turco della frontiera - ha aggiunto - e' estremamente
inospitale e pericoloso per i profughi''. Tanto e' bastato
all'Alleanza Atlantica per dare il via libera ad un piano che e', nei
fatti, la legalizzazione di quegli 'sconfinamenti' illegali che la
Turchia da anni opera per dare la caccia ai guerriglieri kurdi del
Pkk, e far restare sempre col fiato sul collo i kurdi iracheni.
Robertson ha aggiunto che il piano ''e' stato accettato come una
necessita' geografica'' dagli Stati uniti. E a quanto pare anche 
dagli
altri membri dell'Alleanza, ''d'accordo - ha precisato il segretario
della Nato - purchŽ non si vada oltre la creazione di questa fascia
umanitaria''. A Robertson e' bastata l'assicurazione di Ankara che
''non ha intenzione di invadere il nord dell'Iraq, ma la necessita' 
di
gestire i problemi umanitari che sorgerebbero se i profughi
oltrepassassero i confini''. Alla domanda su chi vigilera' sui turchi
e sulle loro operazioni nella zona cuscinetto, Robertson risponde che
questo compito spettera' alla Nato. Sembra comunque abbastanza
singolare che gli Stati uniti abbiano accettato questo piano
praticamente senza batter ciglio dopo il braccio di ferro durato 
oltre
un mese e conclusosi con un serio raffreddamento dei rapporti tra
Ankara e Washington, una volta solidissimi. Anche la Ue che pure 
aveva
minacciato la Turchia di serie ripercussioni se avesse deciso di
entrare nel nord Iraq, ieri si e' detta soddisfatta dell'accordo. Il
presidente della commissione, Romano Prodi, ha detto che ''se i
comportamenti sono quelli annunciati dal governo turco non ci saranno
problemi. Ma e' davvero la prova del fuoco per la Turchia''. Intanto
in Turchia il capo delle forze armate, generale Ozkok, e' a Silopi 
(al
confine con l'Iraq) per valutare sul campo il da farsi. Ieri il
vicepremier Abdullah Gul ha detto che ''le nostre truppe entreranno 
in
Iraq solo se ce ne sara' bisogno''. Sono comunque migliaia i soldati
gia' sconfinati. E non da ieri: in passato i turchi hanno trovato
alleati proprio i kurdi iracheni (almeno il Pdk di Barzani) nella
lotta contro i kurdi 'turchi' del Pkk. Un'alleanza che il Pdk ha
stretto per difendere l'autonomia conquistata nel nord Iraq. Lunedi'
sera, pero', un portavoce del Partito democratico del Kurdistan ha
dichiarato senza mezzi termini che il suo partito ''e' contrario
all'ingresso delle truppe turche nel nord Iraq per qualunque 
motivo''.
Sara' dunque difficile convincere i kurdi iracheni che la presenza di
un numero di soldati imprecisato (Gul ha detto che dipendera' dalla
'gravita' della situazione') non avra' alcuna conseguenza nel futuro
della zona kurda liberata. Anche il Puk di Jalal Talabani si e' detto
contrario all'ingresso dell'esercito turco. Il piano appoggiato dalla
Nato pero' non parla solo di ingresso, ma anche di permanenza. PerchŽ
infatti non e' chiaro se la zona cuscinetto sara' temporanea (e 
quanto
durera') o permanente.

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