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Invio OdG contro Guerra Comune di Monfalcone
ODG approvato all'unanimità (la minoranza centrodestra è uscita dall'aula
al momento del voto) il 21 marzo 2003, dal Consiglio Comunale di Monfalcone
riunito in seduta straordinaria.
Anche a Monfalcone, dal 24 marzo, sarà installata nella piazza principale
della città la Tenda della Pace per info-controinformare e coordinare le
iniziative del movimento.
ciao, corrado
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Ordine del giorno
“Guerra in Iraq”
Il Consiglio comunale di Monfalcone
preso atto dell’inizio di un’iniziativa militare nei confronti dell’Iraq ad
opera degli Stati Uniti d’America e di altri Paesi in assenza di una
risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu;
ricordando che la risoluzione 1441 del Consiglio di Sicurezza prevedeva un
severo sistema di ispezioni e abbracciava, quindi, la soluzione pacifica
del controllo internazionale sulle azioni e il comportamento di uno Stato
membro non autorizzando, quindi, in modo implicito o esplicito, l’uso della
forza;
considerando tale iniziativa una violazione della Carta delle Nazioni Unite
che all’art.2 del par.4, vieta la minaccia o l’uso della forza “sia contro
l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia
in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite”;
ricordando che “l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del
diritto internazionale generalmente riconosciute” (art.10 Cost.) e che tra
queste norme, non scritte in quanto facenti parti del diritto
internazionale generale non codificato, vi è quella, eccezionalmente
cogente, che vieta l’uso della forza internazionale;
considerando pure che il principio internazionale summenzionato trova,
purtroppo, un limite generale nella legittima difesa, intesa come risposta
ad un attacco armato già sferrato;
constatando però che gli Stati Uniti non hanno mai dimostrato il nesso tra
gli attacchi dell’11 settembre e l’Iraq;
sottolineando l’affermazione del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan,
che ha definito l’attacco contro l’Iraq senza l’avallo delle Nazioni Unite
un’azione con “molti interrogativi sotto il profilo della legalità
internazionale”
riaffermando la convinta adesione ai principi internazionali e nazionali
che impegnano il nostro paese e tutte le sue istituzioni ad operare per la
pace e la giustizia nel mondo;
allarmato per il rischio che la comunità internazionale si ritrovi presto
coinvolta in una nuova drammatica guerra dalle conseguenze incalcolabili
perché la creazione del precedente della “guerra preventiva” mette fine al
tabù della guerra e infligge un durissimo colpo al diritto, alla pace, alla
sicurezza e alla stabilità nel mondo;
consapevole del fatto che una nuova guerra di queste proporzioni
rappresenterebbe un pericolo anche per noi e per i nostri interessi, per
l’Italia e per l’Europa, ci esporrebbe al rischio di violenze e azioni
terroristiche, accrescerebbe i sentimenti di odio contro gli americani e i
loro alleati allargando il fossato che separa l’occidente e il mondo
islamico, allontanerebbe ancora di più la possibilità di mettere fine al
conflitto arabo-israeliano e di costruire una pace giusta e duratura in
Medio Oriente che è la vera priorità dell’Onu e dell’Europa, indebolirebbe
i cosiddetti regimi arabi moderati e bloccherebbe ogni possibile evoluzione
democratica di quei paesi;
ritenendo che il regime di Saddam Hussein come tutti quelli che nel mondo
si rendono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto
internazionale vada contrastato dalle Nazioni Unite e dall’intera comunità
internazionale con i numerosi strumenti del diritto, della legalità e della
giustizia penale internazionale già oggi disponibili;
sottolineando l’urgenza di rafforzare e democratizzare l’Organizzazione
delle Nazioni Unite (unica casa comune di tutti i popoli del mondo) e tutte
le altre istituzioni internazionali, attraverso le quali occorre finalmente
mettere in funzione un sistema di sicurezza collettiva dotato di tutte le
risorse necessarie;
ribadendo la necessità di operare per la costruzione di un'Europa
che sia strumento di pace e di giustizia nel mondo;
richiamando i principi contenuti all’art.3, co.2°, dello Statuto di questo
Comune;
richiamando il solenne impegno di pace pronunciato ad Assisi lo scorso 24
gennaio dal Papa, Giovanni Paolo II, e dai capi di tutte le religioni: “Mai
più violenza. Mai più guerra. Mai più terrorismo” e ricordando il monito
annunciato tramite il portavoce Joaquin Navarro Valls “chi decide che sono
esauriti tutti i mezzi pacifici che il diritto internazionale mette a
disposizione si assume una grave responsabilità di fronte a Dio e alla sua
coscienza e alla storia”;
chiede al Sindaco
di farsi interprete della volontà della cittadinanza di Monfalcone e di
trasmettere al Governo e al Parlamento la richiesta di revocare qualsiasi
forma di sostegno politico, militare e logistico a iniziative belliche
unilaterali contro l’Iraq in quanto, tale sostegno, sarebbe una palese
violazione dell’art.11 della nostra Carta Costituzionale;
decide di
aderire ai lavori del costituendo tavolo provinciale per la pace e i diritti;
aderire all’appuntamento provinciale unitario promosso dalle organizzazioni
sindacali confederali;
aderire alle manifestazioni per la pace promosse in ambito regionale e
provinciale a cui aderiscano il coordinamento regionale degli EE.LL. per la
pace e i diritti e la consulta provinciale per la pace;
invita
i Comuni della Provincia di Gorizia ad approvare un analogo ordine del giorno.
DEMOCRATICI DI SINISTRA MARGHERITA CITTADINI PER MONFALCONE COMUNISTI
ITALIANI GRUPPO MISTO RIFONDAZIONE COMUNISTA
Monfalcone, 21 marzo 2003
“La guerra non ha più senso per il semplice fatto che non si vince più. Per
il semplice fatto che anche una guerra vinta non chiude il conflitto che
voleva chiudere: lo riapre in forme più nuove e terribili”.
Padre Ernesto Balducci