[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

Fw: Rumsfeld, la Convenzione di Ginevra e i diritti umani




----- Original Message -----
From: Gennaro di Latidoamericano
To: info@radioitaliana.it
Sent: Tuesday, March 25, 2003 1:40 PM
Subject: Rumsfeld, la Convenzione di Ginevra e i diritti umani



Visita e diffondi http://www.radioitaliana.it - Notizie per pensare

Rumsfeld, la Convenzione di Ginevra e i diritti umani

Fa rivoltare il sangue la pretesa del Ministro della Difesa nordamericano,
Donald Rumsfeld di rispetto della Convenzione di Ginevra per i prigionieri
di guerra statunitensi nelle mani dell'esercito iracheno.
di Gennaro Carotenuto

La pretesa di Rumsfeld è rivoltante anche e soprattutto perché sul merito ha
ragione. E' infatti assolutamente auspicabile che quei poveri sottoproletari
in divisa da marines, ottengano un trattamento umano. Ma il pulpito di
Rumsfeld è quello di chi, in prima persona, teorizza e difende ben peggiori
violazioni quando a perpetrarle sono quegli stessi soldati che oggi lui
difende.

Rumsfeld si scandalizza per il fatto che i volti dei prigionieri di guerra
statunitensi vengano mostrati dalla dittatura irachena. Ed infatti pretende
ed ottiene una censura "dolce" da parte delle televisioni nordamericane. Non
risulta però che si sia scandalizzato per altre immagini che hanno fatto il
giro del mondo in questa prima settimana di guerra.

Mi riferisco alle foto di ufficiali iracheni, prigionieri di guerra,
inginocchiati, con le mani ammanettate dietro le spalle ed il fucile di un
marine puntato alla tempia. Per giorni il Minculpop di Doha - dove centinaia
di giornalisti si dedicano alla riproduzione delle veline del generale
Franks - ha utilizzato le immagini dei prigionieri di guerra iracheni, per
gli stessi fini, grossolani e condannabili, per i quali il dittatore
iracheno ha utilizzato le immagini dei propri prigionieri di guerra.

Non sorprende che il Ministro della Difesa di George W. Bush, sia uomo rude,
e incapace di equanimità. Fu lui stesso a rivendicare la non applicazione
della Convenzione di Ginevra ai combattenti afgani caduti in mani
statunitensi nella penultima guerra. Rumsfeld stesso ha permesso ed
insabbiato massacri di prigionieri di guerra afgani inermi, per esempio
nella Fortezza di Mazar i Sharif, da dove la Croce Rossa internazionale
rimosse almeno 175 cadaveri, quasi tutti ammanettati mani e piedi.

Rumsfeld stesso ha poi voluto e difeso quel campo di concentramento a cielo
aperto che è Guantanamo, regione cubana occupata illegalmente dagli Stati
Uniti, più volte condannati per questo dalle Nazioni Unite. I prigionieri di
guerra afgani lì deportati, ricevono da oltre un anno trattamenti denigranti
assimilabili alla tortura. Non risulta che nessuno di essi sia stato
giudicato o condannato per crimini legati alla partecipazione al governo
talebano o ad Al-Qaeda. Vivono per tanto tuttora come sequestrati da parte
dell'Esercito degli Stati Uniti.
Guantanamo come campo di concentramento - giova ricordarlo - significa due
cose. Gli Stati Uniti rivendicano, utilizzando proprio quel luogo, il non
rispetto - proprio - delle convenzioni internazionali e delle risoluzioni
delle Nazioni Unite che li riguardano. Non è una novità nel momento in cui
Onu e Nato vanno in pensione, vittime dell'unilateralismo della dottrina
Bush. Ma allo stesso tempo, proprio con Guantanamo, lanciano un monito al
continente ribelle, senza fare alcuna differenza tra Fidel Castro, Lula da
Silva e Hugo Chávez. E' quello che il Washington Times, ispirato da Rumsfeld
stesso, definisce il "nuovo asse del male" e probabilmente il prossimo
obbiettivo strategico statunitense, una volta "pacificato" il Medio Oriente.

Ma un dettaglio, per chi ha memoria, rende particolarmente ripugnante il
fatto che Donald Rumsfeld faccia appello alla Convenzione di Ginevra. Il
falco per eccellenza del governo statunitense, parla un 24 marzo. E' lo
stesso giorno nel quale, 27 anni fa, nel 1976, il governo degli Stati Uniti,
organizzò, appoggio, e coprì, con il golpe militare argentino, una delle più
sistematiche violazioni di diritti umani che la storia ricordi. Le tecniche
di tortura e di sterminio erano state apprese dai militari argentini e
sudamericani, nelle aule della Scuola delle Americhe, a Fort Benning, in
Georgia: l'Università delle violazioni dei diritti umani.


Visita e diffondi http://www.radioitaliana.it - Notizie per pensare