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"Mai più la guerra!" di Eugenio Melandri



19 marzo 2003

Mentre scrivo, siamo tutti in attesa che scocchi questa maledetta ora
della guerra. Nonostante i ripetuti appelli provenienti da ogni parte
del mondo, pare ormai inevitabile che si vada a questa folle decisione.
Una frattura insanabile tra il sentire della gente e l'impero che ha
deciso di giocare il tutto per tutto per mantenere intatto il proprio
potere. In più siamo di fronte ad una guerra che viene fatta in nome
del bene contro il male, delle forze della democrazia contro le
dittature, quasi che la democrazia sia qualcosa che va imposta con le
armi e non conquistata dalla gente.

Forse nessuno più di noi che da anni seguiamo con attenzione il
continente africano che è stato ed è tuttora teatro di tante guerre,
riesce a cogliere fino in fondo il danno morale e umano che ogni guerra
crea. Milioni di morti a causa della guerra nel continente africano sono
il testimone più drammatico dell'inutilità e dell'irrazionalità di
ogni guerra. Oggi ancora di più. Nel tempo della globalizzazione è
indispensabile incontrarsi e dialogare fra culture storie e tradizioni
diverse. Per questo la guerra deve essere bandita come retaggio del
passato. Deve diventare tabù. Mai più la guerra!
Mai più la guerra.

Fallisce la politica e dovremo attenderci anni difficili dopo uno
strappo come quello che si sta operando in questi giorni.
L'amministrazione Bush, per motivi che non riguardano certo la difesa
della democrazia, ha deciso di imbarcarsi in questa avventura per
riprodurre ed accrescere il proprio dominio sul mondo. Ben altro ci
vorrebbe per proporre la democrazia. Essa si instaura mettendo in atto
rapporti nuovi di giustizia a livello internazionale, sostenendo la
gente nella rivendicazione dei propri diritti, rispondendo adeguatamente
al grido di dolore che da tante parti del mondo si leva inascoltato per
un po' più di dignità e di giustizia.

Nei prossimi giorni, dal 28 a 30 di questo mese, noi celebreremo ad
Ancona il convegno sulla società civile africana. E' importante che,
nonostante questa guerra, andiamo avanti. Proprio per mettere in
evidenza la necessità di protagonismo della gente, come antidoto allo
strapotere dei forti e all'arroganza dell'impero.

Con la guerra si bruciano risorse che potrebbero rimettere in
carreggiata il mondo intero: dare l'accesso all'acqua a tutti; garantire
la sopravvivenza dignitosa per chi oggi fa fatica a vivere, mettere in
moto processi virtuosi che creino lavoro e occupazione; rispondere alla
richiesta di diritti che provengono dalla maggior parte del pianeta.


In questo contesto vorrei invitare tutti quelli che ne hanno la
possibilità ad essere ad Ancona Venerdì 28 entro le 17.00 del
pomeriggio. Abbiamo infatti deciso di trovarci nella piazza della
stazione di Ancona e di lì partire, invitando anche i cittadini di
Ancona a venire con noi, portando una grande bandiera di Pace che
porteremo all'Università e che insedieremo al centro dell'Aula Magna
dove si svolgeranno i lavori del Convegno.

Vogliamo essere in tanti a dire un non alla guerra che diventa sì ad
una fraternità e una solidarietà universale in cui tutte le persone
chiamate a vivere su questa terra, abbiano garantiti dignità e
diritti.

Vi aspetto tutti.
Eugenio Melandri






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