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Taranto: sabato conferenza stampa di PeaceLink con padre Kizito, testimone di pace
CONFERENZA STAMPA PROMOSSA DA PEACELINK
CON PADRE KIZITO
UN TESTIMONE DI PACE A TARANTO
Luogo della conferenza stampa: libreria Gilgamesh in via Oberdan 45/a a
Taranto (all'altezza di via Regina Elena).
Data: 22 marzo
Ore: 10.30
--- Descrizione ---
Sabato 22 marzo alle ore 10.30 verrà a Taranto padre Kizito a tenere una
conferenza stampa in sostegno di PeaceLink, sotto processo per volontà di
un consulente Nato.
Sarà un'occasione anche per esporre il suo punto di vista sulla guerra (ne
anticipiamo le linee ispiratrici alleganto un suo scritto).
Padre Kizito dialogherà con i giornalisti esponendo il lavoro svolto per
l'accoglienza dei bambini di strada, per rendere umana la loro vita e per
promuovere la cultura della pace in Africa.
PeaceLink sta raccogliendo fondi per far fronte al maxirisarcimento chiesto
dal consulente Nato (50 mila euro), ma essi - in caso di vittoria di
PeaceLink in tribunale - saranno destinati ai questi progetti portati
avanti da padre Kizito.
Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink
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IL MONDO NUOVO E' GIA' QUI, NEL POPOLO DELLA PACE E DELLA SOLIDARIETA'
Abbiamo voluto chiamarci "Amani", cioè pace, perché ci è parso di capire
che questo è il grande impegno nel mondo di oggi, per tutti. E i nostri
piccoli progetti, le nostre case e scuole, i nostri interventi in Sudan sui
Monti Nuba hanno sempre voluto essere un segno di pace, anche là dove la
guerra e la violenza sembrano vincere. Uno slogan indovinato afferma che un
nuovo mondo è possibile. Anzi, è necessario, aggiunge qualcuno. Io mi
permetto di dire sottovoce: amici, vi sbagliate, il nuovo mondo esiste già.
La prova più evidente è nelle folle che hanno manifestato per la pace e
nell'impegno quotidiano di tanti perché la pace prevalga. Ogni grande
movimento storico non produce solo leaders, teorie, libri, dibattiti,
statistiche, marce, o che altro. I movimenti creano poesia. A volte è una
forma minore di poesia, quella dei sogni a occhi aperti o delle illusioni.
Ma altre volte è poesia vera, quella che ci fa vedere al di là della
realtà, soprattutto quella che ci aiuta a vedere il futuro che esiste già
adesso.
In Zambia ho trovato il progetto Mthunzi (1) che cresce bene. L'ultimo
bambino arrivato era piccolissimo, forse di 5 anni. Eentrato nel cortile e
si è guardato in giro spaesato, sul punto di scoppiare a piangere. Gli
hanno chiesto che cosa volesse, e lui ha raccontato che la mamma lo ha
accompagnato fino al ponticello alla base della collinetta su cui c'è la
nostra casa, lo ha salutato dicendogli che non lo avrebbe più rivisto e gli
ha detto: "Adesso vattene via, va in quella casa, troverai delle persone
che ti aiuteranno e ti vorranno bene". Poi se ne è andata. Ci vuole poco ad
immaginare cosa faccia sua mamma a Lusaka, e di che cosa sia malata,
probabilmente morente.
Pochi giorni dopo guardavo Chokepo (lo hanno chiamato così, come si fa in
Africa, dove un avvenimento forte ti dà il nome, chokepo vuol dire "vattene
via") giocare al pallone con gli altri. Se gli educatori di Mthunzi
avessero detto a Chokepo "ci spiace, non c'è posto per te, ma non
preoccuparti perché ormai con la nostra azione politica e sociale siamo
vicini a costruire il nuovo mondo possibile e fra cinque anni non ci
saranno più problemi per te e per tutti i poveri" sarebbero stati a dir
poco degli irresponsabili. Ma lo stesso si sarebbe potuto dire se
continuassero a fare azioni caritatevoli senza impegnarsi per il mondo nuovo.
Le visioni di un mondo nuovo non nascono negli incontri di salotto di
persone intelligenti, e neanche nei "think tanks" sponsorizzati della
grandi istituzioni, o nel mondo individualista della cultura globalizzata,
tantomeno nei dibattiti televisivi. Queste visioni poetiche nascono nei
gruppi che si impegnano nel sociale e nel politico per molti anni, che
soffrono, che pagano di persona. Poi ogni tanto questa poesia ti aggredisce
in momenti imprevedibili e immeritati. La vedi, è lì a portata di mano, e
ti accorgi che è più vera della realtà.
A me è successo per esempio lunedì 18 novembre, mentre visitavo la Koinonia
di Lusaka, in Zambia. Ero seduto nel cortile della casa dove vivono gli
oltre sessanta bambini di strada ospitati dalla comunità, nel prato, sotto
il grande albero di jacaranda. C'era una grande quiete, l'ultima auto era
passata oltre un'ora prima, nella strada sterrata ai piedi della collina.
Il sole tramontava ad occidente mentre contemporaneamente ad oriente
sorgeva la luna piena. Alcuni bambini rientravano sudati e stanchi per una
partita di calcio. Altri erano sotto la doccia, mentre altri, già puliti e
profumanti di bucato (per lavarsi usano lo stesso sapone del bucato, la
saponetta col profumo artificiale è un lusso) preparavano all'aperto il
tavolo che sarebbe servito da altare per la Messa. Poco lontano, sotto una
tettoia dello stesso grande cortile, mama Edina e mama Justina stavano
cucinando un'enorme polenta, mentre il pentolone
di spezzatino era già pronto. I bambini indaffarati nelle varie occupazioni
mi passavano accanto e facevano un cenno d'intesa, mi lanciavano uno
sguardo, un sorriso, ognuno in modo diverso significando la gioia di essere
insieme in un posto tranquillo, protetto, dove ci si vuol bene. Ecco,
improvvisamente, il nuovo mondo è qui. Mi è venuto in mente che era il
quinto anniversario della morte di Andrew Owour, il ragazzo kenyano che ha
stimolato noi tutti in questa avventura al servizio dei bambini di strada
in tutta l'Africa. Allora durante la messa ho parlato di lui ai bambini,
che mi ascoltavano come se parlassi di un loro fratello maggiore, rapiti.
Ecco, il nuovo mondo è qui, nella comunione fra i vivi, e dei vivi coi
morti. Quando riduci all'osso i grandi movimenti che hanno espresso i
desideri collettivi della gente, li ripulisci di tutto il dolore, sudore, e
purtroppo magari anche sangue che hanno generato, ti accorgi che la loro
forza era nell'aver in qualche modo, magari anche sbagliato, coagulato le
grandi aspirazioni di libertà e di amore che sono dentro tutti noi. Libertà
e amore (comunione) sono due, sono il motore di tutto ciò che si muove.
Koinonia è per me il piccolo mondo dove ogni tanto la poesia irrompe,
libertà e amore prendono il sopravvento, e mi accorgo che il nuovo mondo è
già qui. Noi cambiamo il mondo con gesti grandi e piccoli. Tendendo la mano
ad un amico, scavando un pozzo, curando un malato, coltivando un campo,
riparando un computer, accarezzando un bambino che piange, fermandoci
sull'autostrada ad aiutare chi è coinvolto in un incidente. I nostri gesti,
il nostro lavoro, i nostri progetti hanno un valore che va al di là della
loro pura materialità.
Quando sono posti consciamente cambiano il significato della nostra vita
personale e del mondo che ci circonda.
Mi basta uscire di casa, anche qui a Riruta, periferia di Nairobi, e trovo
persone semplici che li vivono. I momenti di poesia come quelli del 18
novembre nella Koinonia di Lusaka che la vita ci regala sono l'espressione
della realtà, non ombre cinesi di un mondo irraggiungibile.
Il mondo nuovo è già qui.
Padre Kizito (2)
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(1) Il progetto: Il "Mthunzi Centre", è progetto educativo realizzato dalle
famiglie della comunità di Koinonia di Lusaka (Zambia) a favore dei bambini
di strada. Il Centro Mthunzi oltre ad accogliere 53 bambini di strada in
forma residenziale curandone la crescita e l'educazione, è un punto di
riferimento per la popolazione locale con il suo dispensario medico e con i
suoi laboratori di falegnameria di avviamento professionale.
(2) Padre Kizito è un missionario comboniano che ha fondato l'associazione
Amani (che significa "pace" nelle lingue africane); è italiano ed è nato a
Lecco nel 1943. Il suo nome è Renato Sesana e "Kizito" è il nome di un
martire africano. Ha portato a termine missioni ad alto rischio in Sudan,
mettendo nel conto la perdita della propria vita per aiutare i lebbrosi e
le popolazioni stremate dalla guerra. E' giornalista e scrittore di libri.
PeaceLink ha collaborato con lui per l'avvio dell'agenzia di informazione
telematica Africanews a Nairobi.