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Comunicato stampa SAE
COMUNICATO STAMPA
S.A.E. Segretariato Attività Ecumeniche
Un forte grido di pace
Il grido di chi chiede pace si è alzato forte in questi giorni. Sono in
tanti a rifiutare una guerra le cui motivazioni appaiono del tutto
insostenibili - se mai per qualche guerra di sostenibili ve ne fossero. Il
grido si alza dalle piazze, dove tanti hanno manifestato, e si intreccia
con le invocazioni che dai luoghi di preghiera vengono rivolte al Dio della
pace. Forse mai come in quest'occasione abbiamo potuto sperimentare un
consenso così ampio ed intenso.
È un segno di speranza che ci interessa in modo particolare come
associazione per la promozione del dialogo ecumenico. Ascoltando le diverse
voci delle Chiese Cristiane siamo rimasti profondamente colpiti dalla forza
che dà loro la sintonia su un tema così centrale per l'annuncio evangelico.
Davvero in quest'occasione i credenti in Cristo hanno cercato di dirigere
assieme i loro passi sulle vie della pace (cf.Lc.2, 79).
E di luci di speranza c'è davvero bisogno, per far fronte alle prospettive
oscure che ormai si delineano dinanzi a noi. La guerra, infatti, è sempre
lacerazione: di vite, di relazioni, di tutti i beni che permettono
l'esistenza; è sempre violenza, che uccide - donne, uomini e bambini,
militari e civili; è sempre distruzione - delle case, della terra,
dell'economia. Ma questa guerra - se davvero, come sembra, sarà combattuta
- sarebbe anche percepita da molti come un vero scontro di civiltà; come un
tentativo di imporre con la forza la legge dell'Occidente; come la violenta
affermazione di superiorità di un paese, di una cultura (forse anche di una
religione) rispetto alle altre.
Le sue vittime, insomma, non sarebbero solo le tante - troppe - che
segnaleranno i bollettini, o che saranno coperte da un calcolato silenzio.
Ad essere drammaticamente compromesse, infatti, sarebbero anche le
possibilità di convivenza su questo fragile pianeta. Ad essere strozzati
sarebbero tutti quei laboratori di dialogo che, in tante parti del globo,
cercano di elaborare ipotesi di pace, al di là dei conflitti.
Come associazione che proprio nel dialogo - tra le chiese, tra le
religioni, tra le culture - ha il centro del suo impegno, vogliamo dunque
unire anche le nostre parole al grido di pace. Vogliamo riaffermare che
questa guerra è inaccettabile, nelle sue motivazioni - quelle ideali
dichiarate e quelle reali, assai meno nobili - come nelle modalità e nelle
conseguenze che si prospettano. Vogliamo dire - e dirlo insieme, come
credenti di diverse appartenenze - che essa è del tutto incompatibile con
la fede in un Dio della pace, al cui cospetto è impossibile dichiararla
giusta
Milano, 19 marzo 2003