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Not in my name - Guerra e Diritto
Not in my name
Guerra e Diritto
a cura di Linda Bimbi
pag 240 euro 9.00
Questo libro è un atto d'accusa contro la guerra. Uomini e donne, da
diversi punti di vista, lanciano con urgenza un allarme: il sistema
politico internazionale e i grandi organi di informazione hanno raggiunto
il margine folle di preparare la guerra. Il diritto internazionale, la
dottrina politica, il principio etico che ha permesso fino a oggi di
raggiungere un precario equilibrio tra le diverse forze e le culture nel
mondo, rischia di venire violato con conseguenze disastrose in ognuno di
questi campi: quello del diritto internazionale, quello della politica e
soprattutto in quello dell'etica. Drammatiche sono le testimonianze di
Gino Strada che partendo dal suo lavoro di medico si domanda quale sia il
significato di parole così spesso usate come «guerra umanitaria» o
«terrorismo», o di Luisa Morgantini e Ruchama Marton che raccontano
esperienze di repressione disumana sul campo e di Maurizio Bonati che come
medico indica il tragico rapporto tra guerra e mortalità materno-infantile,
o saggi come quello di Richard Falk che si domanda cosa significhi oggi
vincere o perdere una guerra contro il terrorismo. Interventi come quello
di Danilo Zolo o di Michael Claire o di Raniero la Valle che segnalano
negli ultimi anni gli slittamenti progressivi nella teoria della guerra e
del diritto che hanno portato al limite drammatico raggiunto oggi.
Analisi come quella di Giulietto Chiesa che individua nella menzogna
ufficializzata degli apparati mediatici l'anello più importante della
catena di legittimazione dell'inaccettabile guerra, Le tesi di Alberto
Negri e Guglielmo Ragazzino sul ruolo svolto dal petrolio nella crisi con
l' Iraq e poi i saggi accurati di esperti di Diritto Internazionale come
Giuseppe Palmisano, Antonietta Di Blase, Luigi Ferrajoli, François Rigaux.
Infine lo sguardo di Salvatore Senese sulla cultura del novecento in tema
di Guerra e Diritto.
Questo libro segnala con la sua stessa esistenza la sfiducia sempre
maggiore nei confronti dei grandi apparati informativi e di elaborazione
teorica-ideologica e il bisogno di riattivare luoghi e strumenti che
siano in grado di fornire alla gente normale - quella che ama la vita e
la pace- capacità di argomentazione e di resistenza contro l'ideologia
della guerra.
Gino Strada, medico chirurgo di Emergency
Luisa Morgantini europarlamentare
Maurizio Bonati medico del Laboratorio di salute materno infantile del
Consorzio Mario Negri Sud
Ruchama Marton, residente di Physicians for Human Rights in Israel
Giulietto Chiesa inviato de La Stampa
Alberto Negri, inviato del Sole 24 ore
Guglielmo Ragozzino giornalista del Manifesto collabora a Le monde
diplomatique
Michael Klare Docente all'Università Hampshire Massachussets
Richard Falk Docente all'Università di Princeton e Santa Barbara
François Rigaux Docente di Diritto Internazionale all'Università di Lovanio
Phil Shiner Peace Rights di Birmingham
Antonietta Di Blase Docente di Diritto Internazionale all'Università di
Bologna
Giuseppe Palmisano Docente di Diritto Internazionale all'Università di
Camerino
Raniero La Valle giornalista e scrittore
Danilo Zolo Docente di Filosofia del Diritto all'Università di Firenze
Salvatore Senese Presidente di Sezione della Corte di Cassazione
Luigi Ferrajoli Docente di Filosofia del Diritto all'Università di Camerino
Videoattivismo
istruzioni per lâuso
Thomas Harding
Edizione italiana a cura di Enrico Menduni
Pag 224 euro 16.00
Nelle mani di un attivista una telecamera diviene una potente arma politica
per contrastare la violenza della polizia; un video di denuncia uno
strumento per condizionare lâagenda politica; un video proiettore un modo
per sensibilizzare lâopinione pubblica.
Intorno ai grandi temi della lotta politica, della giustizia sociale, della
protezione dellâambiente si sviluppa oggi un nuovo tipo di attivismo armato
di telecamere e di microfoni, pronto a documentare le proteste globali cosí
come a difendere gli interessi di piccole comunità.
Il libro di Thomas Harding documenta e ricostruisce per la prima volta
questo fenomeno sempre piú vasto, descrivendo i protagonisti, la filosofia,
i controversi rapporti con lâindustria dellâinformazione, i punti deboli e
le strategie. Ricordando che ai suoi esordi dovette «imparare tutto per
tentativi», Harding fornisce inoltre tutte le «istruzioni per lâuso» di
questa nuova forma di attivismo popolare: quale attrezzatura acquistare,
come entrare in contatto con gruppi e movimenti, come realizzare un
prodotto che possa essere venduto a una televisione, utilizzato in
tribunale o immesso nei canali distributivi alternativi.
Un libro utilissimo e rigoroso, adattato per il pubblico italiano da Enrico
Menduni, per chi vuole approfondire la conoscenza dei movimenti attivi in
questo nuovo settore della militanza e per chi ha scelto il video come
strumento di cambiamento.
Thomas Harding è giornalista, produttore televisivo e consulente per varie
società televisive. Cofondatore dellâOxford Channel e di Undercurrents,
collabora da anni con The Indipendent, Guardian, e Financial Times.
Enrico Menduni è docente di Teorie e tecniche del linguaggio
radiotelevisivo presso lâuniversità di Siena