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(Fwd) [noomc-it] BANDIERA PACE: COME LE NORME CONTRO LE LIBERTA' SI RITORCONO CONTRO CHI LE PROPONE
- To: pace@peacelink.it
- Subject: (Fwd) [noomc-it] BANDIERA PACE: COME LE NORME CONTRO LE LIBERTA' SI RITORCONO CONTRO CHI LE PROPONE
- From: "Davide Bertok" <davide@bertok.it>
- Date: Tue, 04 Mar 2003 23:24:50 +0100
- Priority: normal
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To: noomc-it@yahoogroups.com
From: "fr_abbe" <frabbel@tin.it>
Date sent: Tue, 04 Mar 2003 16:52:42 -0000
Subject: [noomc-it] BANDIERA PACE: COME LE NORME CONTRO LE LIBERTA' SI RITORCONO CONTRO CHI LE PROPO
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BANDIERA PACE: COME LE NORME CONTRO LE LIBERTA' SI RITORCONO CONTRO
CHI LE PROPONE. UNA LEZIONE DA CONSIDERARE
Se ne parla un po' dovunque, nelle istituzioni come nei bar. Si
tratta della liceita' o meno che sui pennoni di alcune istituzioni
siano esposte le bandiere con i colori dell'arcobaleno e la scritta
"pace". Le fazioni sono molteplici e si intrecciano rispetto agli
schieramenti, ma grossomodo, a dispetto della norma, chi esclude
qualunque tipo di intervento militare in Iraq e' diventato partigiano
dell'esposizione, viceversa la pensa chi non esclude l'intervento
armato.
Quello che ci interessa rilevare e' come nasce questa norma, quali ne
sono le conseguenze e quale lezioni si possa trarre dal punto di
vista
legislativo.
La nota inviata dalla presidenza del Consiglio dei Ministri ai
prefetti italiani nel 1998, ricordava che sugli edifici pubblici non
potevano essere esposti vessilli privati, ma solo le bandiere
italiane
e della Ue, nonche' quelle della specifica amministrazione o del
Paese
che in un dato momento era ospite di questa o quella istituzione. Ma
perche' il Governo di Romano Prodi mando' questa nota? In quei mesi
erano molto numerose le amministrazioni comunali, provinciali e
regionali che facevano sventolare la bandiera del Tibet, in sostengo
alla lotta di sopravvivenza etnica di quel popolo contro
l'amministrazione della Repubblica Popolare di Cina che li aveva
spodestati. E' notorio che le autorita' della Cina, ogni volta che
sentono parlare di Tibet, si sentono assaliti da un forte prurito e
chiudono qualunque forma di confronto e dialogo (per loro e' un
capitolo chiuso, punto e basta). Per questa ragione chiesero al
Governo italiano di fare qualcosa per impedire che continuasse questa
esposizione delle bandiere tibetane. E il Governo italiano invio' la
nota di cui sopra. Furono in molti a levare le bandiere del Tibet o a
giustificare la mancata esposizione per questo motivo.
Oggi i partigiani dell'esposizione delle bandiere multicolori con la
scritta "pace" sono essenzialmente di quello schieramento che
all'epoca sosteneva il Governo di Romano Prodi.
La storia si e' fatta beffa di una norma che ricorda piu' i rigori
militari che non il quieto vivere di un Comune di provincia che ha
voluto dire la sua in politica internazionale? Si puo' anche leggere
in questo modo. Ma cio' che piu' e' vistoso e' che, quando una legge
o
una norma viene istituita per limitare una liberta' il cui
manifestarsi non fa male a nessuno ma, anzi, invita chiunque alla
riflessione e alla voglia di meglio informarsi e conoscere, questa
norma si ritorce anche coloro che l'avevano proposta e perorata.
Per cui: e' proprio necessario che in un Paese ufficialmente libero
si
facciano queste norme? E' questo un modo di normare e legiferare che
aiuta la comunita' civica rispetto al suo sentire e alle sue
necessita' di manifestare il proprio pensiero?
Noi, che siamo rispettosi delle leggi e delle norme e che le
contestiamo (quando necessita) sempre nei limiti imposti dalle stesse
leggi, non possiamo che segnalare quanto sta succedendo in questa
occasione. Che' ognuno -e soprattutto il legislatore e chi ci governa-
ne tragga lezione.
Fonte:
http://www.legnostorto.com/node.php?id=2493
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