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Boicottiamo, l'ultima risorsa....
Buongiorno,
il governo Bush, ma anche i governi ad esso allineati come Berlusconi, Blair
e Aznar, hanno apertamente dichiarato di non essere minimamente influenzati
dalle manifestazioni per la pace di milioni di persone in tutto il mondo,
del 15 febbraio scorso.
Quindi molto probabilmente la guerra si farà lo stesso, anche se la stragrande
maggioranza dei cittadini (oggi si chiamano "società civile") non la vuole.
Purtroppo non siamo in periodo elettorale, quindi per queste democrazie
"deviate" in questo momento il poplo e la società sono solo elemento di
disturbo da tenere a freno.
I governi perseguono fini di potere che alla fine sono fini economici,
soprattutto.
Noi cittadini siamo considerati come elettori - quando ci chiedono il mandato
di comandare - poi eventulamente solo come consumatori.
Ma visto che alla fine si tratta di una guerra economica, non sarebbe forse
proprio il caso di ribellarci in quanto consumatori?
E se iniziassimo a boicottare le economie di quei paesi che ci stanno
trascinando
in guerra? Forse si spaventerebbero di più che non vedendoci passeggiare
innocuamente nelle piazze con le bandiere.
Non sarebbe il caso di lanciare, a livello mondiale come per il 15 febbraio,
una campagna "Boycott USA" o "Boycott UK", e poi vedere "di nascosto l'effetto
che fa?" Forse produrrebbe più effetti, anche in vista di future iniziative
di "prevenzione" (Siria, Iran, eccetera).
Forse qualcuno ci ha già pensato, si sta facendo qualcosa? Se è cosi, mi
piacerebbe saperlo, sono disposto a collaborare qui dal Belgio, anche a
livello europeo.
Cordiali saluti,
Louis Petrella