Ma si! Fatela pure questa guerra.... non saranno – state
dicendo in questo momento e lo ripetere sino alla noia e sino a convincere
addirittura voi stessi- 100 o più milioni di persone che hanno sfilato in tutto
il mondo a cambiare la storia, mentre quello che non capite è che questa volta
-e sino a che non farete precipitare la storia in un nuovo medioevo- per uno che
è andato a marciare ce ne sono 10 a casa che la pensano alla stessa maniera e
prima d'ora non era mai successo.
Fatela questa sporchissima ed infame guerra e non vi accorgete che “Dio Patria e Moschetto” non vanno più d'accordo. Non si tratta più di qualche prete rosso: la “cosa” scava nelle coscienze anche di quei cattolici fino ad ora attaccati più al confessionale che al condividere il pane con i fratelli nel sacramento più “sociale”. Neanche i militari di professione sono risparmiati dal contagio. Gli stessi che 10 anni fa facevano a gomitate per andare “nel Golfo” calcolando tutti gli introiti della missione, ora hanno paura -come ne hanno gli alpini in Afghanistan- ed hanno ribrezzo perché sanno che l'IRAQ non ha invaso nessuno perché non vanno a mantenere la pace ma a massacrare civili, perché per eliminare armi di distruzione di massa -FOLLE PARADOSSO!!- dovranno usare le proprie e ben più micidiali. Fatela non solo per il petrolio e per terminare il progetto di dominazione del mondo ma anche per non darcela vinta. Lo sapete che il terreno vi frana sotto i piedi e che se scoppia la pace per voi non sarà come prima. Quello che non sapete – e ci teniamo a farvelo sapere- è che questa volta, se scoppia la guerra, anche se piangeremo non ci sentiremo sconfitti ed impotenti e non ci domanderemo “dove abbiamo sbagliato”: sappiamo che qualcosa unisce moltitudini di persone in ogni angolo della terra e stavolta non si tratta dei soliti “pacifisti” ma di “esseri umani” sempre più consapevoli di “essere umani”. Da ora in poi mi rivolgerò ai pacifisti e i guerrafondai possono rimanere ad ascoltare, se vogliono, visto che, alla faccia di Echelon, non si ha nulla da nascondere da queste parti e molto, anzi tutto da dire e da costruire su questa Terra martoriata e che potrebbe essere felice da domani, se volessimo. Chi parla non rappresenta nessuno se non se stesso e “chi parla”, parla molto per motivi professionali e per scelta con molte persone. Ho un negozio, insomma. Dieci anni fa parlare di fermare la guerra era impresa impossibile la risposta non era. -NO- ma uno sguardo attonito come se avessero un marziano davanti. Ora le stesse persone si interrogano, piuttosto che chiedere; parlano piuttosto che ripetere slogan. Non è poco neanche vedere il mondo cattolico assumere un altro atteggiamento nei confronti della guerra. Il cambiamento non è solo verticale e non è solo orizzontale: abbiamo nuovi compagni di viaggio e non si tratta solo di Zanotelli, teniamone conto. Ho come l'impressione che anche Zanotelli ne stia tenendo conto in questi giorni. Cosa fare se scoppia: per favore e lo dico con la massima umiltà cominciamo a discutere e se possibile rispondete a queste mie considerazioni, obiettatele e modificatele ma parliamo. Che fare se scoppia:
Ma è sul dopo che si gioca tutto. BADATE NON HO DETTO DOPO-GUERRA POTREBBE ESSERCI UN DOPO-PACE. Se finisce che scoppia la guerra sapremo di aver fatto il nostro dovere stavolta e che anche senza di noi le cose stanno cambiando. Chi avrà scelto di fare la guerra avrà molte meno giustificazioni da esibire davanti ai cadaveri di tutte le fazioni (all'aereoporto di Sigonella i militari USA pare abbiano scaricato diecimila Body-bags, le sacche per i cadaveri). Gli stessi ambienti militari avranno un bel discutere al loro interno ed i rapporti nei consessi internazionali potrebbe vedere insolite alleanze:
Se invece a vincere sarà la Pace il punto di forza sarà a nostro favore ma davvero dobbiamo capire che il pacifismo è cambiato e non è solo il frutto dei nostri desideri e sforzi ma anche di quest'epoca dove comunicare è più facile e mai come oggi l'umanità si interroga su se stessa. Antonio Scalzi |