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15/2, il movimento che dissolve i ceti politici



di Sbancor

Quello che e' avvenuto a Roma e' avvenuto, forse in passato, anche altrove.
Ma io non c'ero. Chi dice che c'e' stata una manifestazione e' un
riduzionista. A Roma c'e' stato il popolo che ha occupato la citta'. Azione
diversa dal dis/sentire. Azione *sim-patica*, perche' il pathos e' stato
comune. A Roma c'erano poche bandiere politiche. E appunto per questo e'
stata la piu' grande manifestazione del secolo, che sara' anche iniziato da
poco, ma promette comunque bene. Il popolo, non le moltitudini, perche il
popolo esprime coscienza civile. E la coscienza ha detto no alla guerra, no
a questo governo di cavalli truccati da senatori, no a Caligola/Bush, no al
terrore. Poi ci sono stati cretini intervistati da televisioni e cretini non
intervistati da televisioni. C'erano anche televisioni cretine. Ma nessuno
le guardava, perche' non c'era spettacolo, ma vita vivente e vissuta. Tutto
cio' spaventa anche la sinistra/sinistra. E gia', perche se non ci sono
rappresentati che fine faranno i rappresentanti? Se scrivessi in tedesco
userei *Darstellung*, la rappresentazione spettacolare, o lo spettacolo
della rappresentazione. Ahime', Roma e' stata una giornata anarchica, non
perche' i partecipanti fossero seguaci di Bakunin e Malatesta, ma solo
perche' sono stati solo se stessi, anzi sono stati quello che potrebbero
essere. Sempre. Attimo immenso che appare e scompare, ma la cui traccia e'
indelebile. Meno se ne parla piu' agisce nelle sfere, nelle infosfere, nei
neuroni. Roma e' una lezione di cosa puo' essere un movimento, non il
movimento dei movimenti, non i movimenti delle mosse politiche, non lo
spettacolo delle satrapie gruppettare. A un mondo che cambia, ad un impero
che va in rovina, prima di essersi costituito, alle cancellerie europee
sorprese esse per prime di una liberta' d'azione e di parola che non
sospettavano possedere, insomma al grande, pericolosissimo casino
contemporaneo, il movimento ha detto una cosa. Una cosa Dura e Cattiva. La
guerra ci sara', perche' nessuno e' cosi' ingenuo da pensare di poter
fermare la macchina di distruzione e di morte. Ma questa guerra sara' la
vostra rovina, non la nostra. Se la guerra ci sara', e ci sara', la
separazione fra la volonta' di tutti e la volonta' di pochi diventera' cosi'
grande da produrre la fine del contratto sociale neoliberale. E forse del
contratto sociale tout court. il 15 si e' respirata in un momento tremendo
per l'umanita', l'aria della liberta'. E la liberta' e' pericolosa. Molto
pericolosa. Inutile chiedersi "Che fare". Basta farlo.