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GANDHI E LA LOCOMOTIVA - Per l'obiezione di coscienza generalizzata
GANDHI E LA LOCOMOTIVA - Per l'obiezione di coscienza generalizzata
di Wu Ming 4
Quando chiesero a Ghandi, se si fosse trovato al posto di inglesi e
francesi, come avrebbe fermato le truppe di Hitler che invadevano l'Europa,
rispose che gli europei avrebbero dovuto stendersi sui binari e non far
passare alcun treno carico di armi e soldati.
Quello che Gandhi ignorava e' che probabilmente Hitler quei treni li avrebbe
fatti procedere lo stesso... Ma noi oggi siamo piu' fortunati e almeno per
il momento non possiamo essere spiaccicati. Mi sembra un vantaggio non
indifferente di cui approfittare.
Molti anni fa Guccini cantava una canzone su una locomotiva "lanciata a
bomba contro l'ingiustizia". La canta ancora, a dire la verita', per i piu'
nostalgici, ai suoi concerti: parla della rivolta individuale di un
ferroviere anarchico che nei primi anni del secolo sequestra un treno
eccetera eccetera.
Questo e' piu' di un accostamento d'idee. Da un lato e' la constatazione di
qualcosa che da 24 ore sta gia' accadendo; dall'altro e' la premessa per
dire che il movimento contro la guerra deve giungere a proclamare
l'obiezione di coscienza generalizzata.
I ferrovieri si rifiutano di portare i treni militari a destinzione (o
comunicano quando e da dove partiranno); noi ci mettiamo sui binari per
impedirne il transito.
L'intero movimento contro la guerra dovrebbe convergere su questa
opposizione pratica e pacifica allo stato di belligeranza in cui ci troviamo
ormai di fatto. Si tratta di offrire alle decine di milioni di manifestanti
del 15 febbraio l'opzione di un gesto concreto e non violento, in piena
sintonia con la miglior tradizione del pacifismo militante.
In fondo, la domanda che milioni di persone si stanno ponendo nel mondo da
mesi a questa parte e' proprio: "Come si ferma la guerra di fronte alla
criminale e ottusa determinazione di Bush & company?". Beh, le guerre si
fermano mettendo in minoranza e isolando i governi che le fanno, ma
soprattutto paralizzando i paesi che vi partecipano. Paralizzandoli di
fatto. Con blocchi, scioperi, diserzioni al regime di guerra che vorrebbero
imporci nella maniera piu' soft e subdola possibile.
Disobbedire, obiettare, disertare. Giungere a uno sciopero europeo contro la
guerra. Uno sciopero politico continentale. Che si assuma la responsabilita'
di gettare badilate di sabbia negli ingranaggi economici e di dare un
segnale potente almeno quanto il 15 febbraio.
Cacerolazo europeo. Bloccare le rotte delle armi. Fermare le locomotive. Far
percepire ai militari americani in transito tutta la disapprovazione e il
rigetto della societa' civile europea nei confronti di quello che stanno
andando a fare. Essere semplicemente ovunque.
Anche perche' sappiamo bene che non si tratta "soltanto" di fermare i
bombardamenti sull'Irak. Bush ha annunciato che Saddam e' solo il primo di
una lunga lista di dittatori che verranno spodestati con le bombe. Per
risollevare l'economia americana dalla piu' grande crisi della storia non
bastera' mai la guerra-lampo irakena, come non e' bastata quella contro i
pastori afghani. La guerra sara' permanente. Quindi nemmeno la battaglia dei
pacifisti potra' essere una lotta breve.
Dobbiamo prepararci.
Dobbiamo essere cauti, quanto determinati. Senza mai dimenticare che siamo
tantissimi, in tutto il mondo, una "superpotenza mondiale", e forse anche il
piu' grande mezzo di comunicazione di massa dopo Internet. Usiamo il peso di
questa pacifica armata di 110 milioni di persone. E non dimentichiamoci che
alla fine in India l'Impero Britannico ha perso...
Fonte: http://www.wumingfoundation.com/italiano/