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Boicottare la Esso
Ritrasmetto da un'altra lista.
Proposte di boicottaggi commerciali come mezzo di pressione antiguerra
stanno girando in tutto il mondo. Facciamoci un pensierino...
paola
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La Esso ha vinto l'appalto di fornitura di carburante ai mezzi militari USA
impegnati in guerra fino al 2005 (fonte greenpeace). Facciamoli pentire di
questa scelta commerciale. Sul sito di greenpeace c'è il seguente
comunicato riguardante la Esso/Mobil. Leggetelo e possibilmente
diffondetelo. Visto che come cittadini la nostra opinione non conta,
cerchiamo di farci sentire almeno come consumatori.
Questo è il sito
http://www.greenpeace.it/stopesso/essoguerra.htm
e questo è il testo...
LA ESSO VA ALLA GUERRA
Mentre il Mondo intero è in trepidante attesa di vedere come finirà il
braccio di ferro tra USA e resto del mondo sul minacciato intervento
militare in Iraq, c'è chi inizia a prepararsi. E' della fine di settembre,
infatti, la stipula di accordo tra Exxon Mobil, la più grande
multinazionale petrolifera ed il Dipartimento di Stato della Difesa
statunitense di Donald Rumsfeld . Ad un prezzo fissato a poco meno di 48
milioni di euro, la Exxon, che in Europa è proprietaria del marchio Esso,
fornirà carburanti e oli lubrificanti per la marina, l'esercito, il corpo
dei marines, l'aviazione, le basi NATO e tutte le agenzie afferenti al
Dipartimento. La Esso rifornirà anche le basi militari americane e della
NATO presenti sia sul territorio italiano. Il contratto non è vincolato
all'attuale anno finanziario e si esaurirà solo alla fine di settembre del
2005, data entro la quale, evidentemente, Bush pensa di aver finito il suo
lavoro in Medio Oriente.
La commessa e rappresenta un'ulteriore prova di quanto stretto sia il
legame tra G.W Bush e la multinazionale del petrolio che, per i suoi
impegno a sostegno del candidato repubblicano alla ultime presidenziali,
aveva già incassato il diniego da parte statunitense di aderire al trattato
di Kyoto sul taglio delle emissioni di gas serra e l'emanazione di un piano
energetico nazionale che punta al rilancio delle attività estrattive e ad
un aumento nell'uso di combustibili fossili che porterà gli USA ad
incrementare le emissioni di gas serra di circa il 26% rispetto agli scorsi
anni. Di fronte a tanta ostentata arroganza c'è chi ha deciso da fare
guerra alla Esso usando il terreno di scontro più consono alla
multinazionale: il mercato. Da oltre un anno, infatti, è in piedi una
campagna di boicottaggio dei prodotti petroliferi a marchio Esso, lanciata
in Gran Bretagna e presto estesasi , tra l'altro, in USA, Francia, Austria,
Germania, e Australia.
Che la strategia di azione diretta sul mercato iniziasse ad affaticare le
politiche irresponsabili della compagnia statunitense, lo si era capito già
nel corso dell'ultima riunione degli azionisti, allorquando, su
suggerimento di accreditate agenzia di consulenza finanziaria, circa il 20%
dei proprietari di azioni della Exxon aveva richiesto formalmente che
l'azienda fosse più presente sul mercato delle energie alternative e la
smettesse di spendere soldi in pubbliche relazioni dirette a convincere la
pubblica opinione dell'inesistenza dell'effetto serra e del suo legame con
i combustibili fossili.
Secondo un recente sondaggio dell'agenzia MORI, nell'arco di una anno, il
numero degli inglesi che dichiarano di ifornirsi periodicamente nelle
stazioni Esso è sceso di un quarto e circa un milione di guidatori hanno
dichiarato di boicottare la compagnia per la sua politica in merito ai
cambiamenti climatici. Dalla ricerca emerge che, alla domanda su dove si
riforniscono regolarmente di carburanti, nel 2001 il 26% aveva risposto
Esso contro il 19% dell'ultimo sondaggio. Che una politica più attenta alle
esigenze di tutela ambientale siano orami una strategia anche per il
mercato, è dimostrato dal dato, rilevato dalla stessa agenzia, che la BP,
che al contrario ha deciso di non disconoscere le proprie responsabilità
sui cambiamenti climatici e sta investendo molte risorse nella ricerca su
fonti rinnovabili, è passata da 18% al 21% nelle preferenze dei guidatori.
E i risultati di questa campagna si stanno facendo vedere anche altrove.
Dopo poco che fossero stati pubblicati i risultati della ricerca di mercato
della MORI, la Deutsche Bank ha prodotto un rapporto sulla Exxon destinato
agli specialisti in investimenti in cui si dipingeva la compagnia
statunitense come un investimento rischioso a seguito della campagna di
boicottaggio inglese. Secondo gli analisti del settore, infatti, essere
considerati nemici dell'ambiente N°1 da Greenpeace ed altre organizzazione
mette il marchio Esso a forte rischio, rinforzato anche dall'assenza di una
politica aziendale sullo sviluppo di altri settori energetici che non
iguardino i combustibili fossili .
PASSAPAROLA!!!!!