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COMUNICATO - GUERRA: RICCARDO PETRELLA CHIAMA I FUNZIONARIEUROPEI ALLA DISOBBEDIENZA CIVILE



RICCARDO PETRELLA: FUNZIONARI EUROPEI, OBIETTATE AL DOVERE  DI RISERVATEZZA
E DITE  PUBBLICAMENTE NO ALLA GUERRA



COMUNICATO STAMPA

Obiettare al dovere di riservatezza , e dichiarare pubblicamente la propria
contrarietà alla guerra, inviando un fax a quei capi di Stato che si sono
dichiarati a favore: è l'azione di disobbedienza civile alla quale Riccardo
Petrella, presidente del Comitato internazionale per un Contratto mondiale
dell'acqua ma anche Consigliere del Centro Comune di Ricerca della
Commissione Europea, invita tutti i funzionari e i  responsabili
dell'Unione e della Commissione Europea


"Io che sono funzionario europeo dal 15 dicembre 1978 sono tenuto a un
obbligo di riservatezza dal giorno della mia assunzione. Davanti alla
mostruosità della guerra, bisogna dunque tacere, o limitarsi a esprimere la
propria opinione in privato, in famiglia?" scrive Petrella nel suo appello
"Un funzionario europeo non ha forse il diritto e il dovere, in questi
casi, di essere prima e sopra di ogni cosa, un cittadino? Inoltre, se non è
d'accordo, in tutta coscienza, con la decisione in favore della guerra
presa dai primi ministri dell'Unione Europea, non ha il diritto di uscire
da quella che definiamo «neutralità della funzione pubblica» per
manifestare, anche pubblicamente, il proprio rifiuto della guerra,
dimostrazione terribile dell'incapacità dei dirigenti politici di risolvere
civilmente gli inevitabili conflitti tra gruppi sociali, Paesi, popoli,
Stati?"



Obiettivi del fax bombing, di cui vengono forniti tutti i recapiti utili,
 i firmatari della "Lettera degli otto" a favore della guerra: Tony Blair,
Marie-Jose Aznar, Jose Manuel Durão Barroso; Vaclav Havel; Medgyessy Péter;
Anders Fogh Rasmussen, Leszek Miller e il premier italiano Silvio Berlusconi



"Approvando, anche se a stretta maggioranza, una risoluzione contro il
ricorso alla guerra - scrive ancora Petrella -  il Parlamento europeo ha
riaffermato il valore fondamentale della vita e della ricerca della pace,
in linea con i padri fondatori dell'Europa Unita. Con la lettera alla quale
ho fatto riferimento, i più alti dirigenti politici degli otto paesi
menzionati hanno distrutto questa formidabile conquista".







In allegato il testo



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CIPSI - Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale
Monica Di Sisto

Ufficio Stampa

Viale Baldelli, 41  -   00146 Roma
Tel. ++39/06/54.15.730 - Fax. ++39/06/59.600.533
E-mail: ufficiostampa@cipsi.it
http://www.cipsi.it
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APPELLO DI RICCARDO PETRELLA*

ESSERE CITTADINI, CONTRO LA GUERRA
Anche chi è funzionario europeo

Si dice che la guerra contro l'Iraq sia imminente. Sembra che l'Onu calcoli
già il numero dei morti potenziali e i milioni di persone che, in Iraq,
soffriranno terribilmente sul piano fisico, umano e morale delle
conseguenze nefaste della guerra.

I primi ministri e un capo di Stato di 8 Paesi europei (cinque membri
dell'Unione Europea e tre candidati ammessi), hanno dichiarato
pubblicamente il loro sostegno alla guerra, in una lettera apparsa sui più
importanti quotidiani del mondo. Uno di questi, quello del Regno Unito, è
il più bellicoso anche se l'88% della popolazione del suo paese, stando ai
sondaggi, è contrario alla guerra. Bella dimostrazione di come si tiene
conto dell'opinione dei cittadini.

Inevitabile, la guerra? Cosa si può fare? Al cittadino comune non resta che
scegliere la passività o la rassegnazione? Io che, oltretutto, sono
funzionario europeo (dal 15 dicembre 1978) sono tenuto a un obbligo di
riservatezza dal giorno della mia assunzione. Davanti alla mostruosità
della guerra, bisogna dunque tacere, o limitarsi a esprimere la propria
opinione in privato, in famiglia? Un funzionario europeo non ha forse il
diritto e il dovere, in questi casi, di essere prima e sopra di ogni cosa,
un cittadino? Inoltre, se non è d'accordo, in tutta coscienza, con la
decisione in favore della guerra presa dai primi ministri dell'Unione
Europea, non ha il diritto di uscire da quella che definiamo "neutralità
della funzione pubblica" per manifestare, anche pubblicamente, il proprio
rifiuto della guerra, dimostrazione terribile dell'incapacità dei dirigenti
politici di risolvere civilmente gli inevitabili conflitti tra gruppi
sociali, Paesi, popoli, Stati?

L'Europa, alla quale migliaia di funzionari hanno dedicato, nel corso degli
ultimi cinquant'anni, le loro vite, i loro ideali, le loro speranze, non è
quella della guerra. Questa Europa non merita che le si sacrifichi la
propria dignità di cittadino attraverso il silenzio, fosse anche esso d'oro
come dicono.

Approvando, anche se a stretta maggioranza, una risoluzione contro il
ricorso alla guerra, il Parlamento europeo ha riaffermato il valore
fondamentale della vita e della ricerca della pace, in linea con i padri
fondatori dell'Europa unita. Questi hanno voluto la costruzione dell'Unione
affinché non ci fosse più guerra tra gli Europei (in particolare tra la
Francia e la Germania). Gli Europei hanno dimostrato che l'eliminazione
della guerra non è soltanto possibile, ma è buona e giusta, fonte di
benessere e di felicità. In questo senso, l'Unione europea ha potuto
pensare di costituire un modello positivo per il resto del mondo.

Con la lettera alla quale ho fatto riferimento, i più alti dirigenti
politici degli otto paesi menzionati hanno distrutto questa formidabile
conquista.

Che i funzionari europei che lo desiderino, esprimano chiaramente e
fermamente il loro rifiuto della guerra, oggi e domani, comunicandolo per
iscritto agli otto dirigenti politici di cui troveranno in calce i
riferimenti di posta elettronica o di fax. Forse questo loro piccolo
contributo sarà di qualche utilità, non fosse che sul piano simbolico

*Riccardo Petrella 
Consigliere del Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, è
docente di Economia politica all'Università Cattolica di Louvain (Belgio) e
presidente del Comitato internazionale per un Contratto mondiale dell'acqua

riccardo.petrella@cec.eu.int
Recapiti dei sottoscrittori della "lettera degli otto":

Tony Blair			Fax : 00 44 20 78 39 90 44
Marie-Jose Aznar		Fax : 00 34 13 08 70 42
Silvio Berlusconi		Fax : 00 39 06 67 84 657 
c/o Ambassadeur Giovanni Castellaneta
Jose Manuel Durão Barroso	Fax : 351 21 395 16 16
Vaclav Havel			Fax : 420 224 37 33 00
Medgyessy Péter		peter.medgyessy@meh.hu
Anders Fogh Rasmussen	Fax : 45 33 11 16 65  stm@stm.dk
Leszek Miller			leszek.miller@miller.pl