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la pace e l'Occidente



Vi trasmetto la sintesi dell'intervento che ho fatto stasera durante
la seduta del consiglio comunale di Milano.
g.

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Vorrei esprimere pubblicamente la mia adesione alla manifestazione per la
pace che si terrà sabato a Roma, in concomitanza con quelle in molte città
del mondo. Si prevede una grande partecipazione: aumenta di giorno in
giorno la contrarietà alla guerra allâIraq. Più si avvicina più spaventa,
perché appare per quello che è, un affare o unâossessione esclusivamente
americana destinata ad aggravare ulteriormente la situazione già drammatica
del Medio Oriente.

La guerra inietterà altra follia e disperazione nelle vene di quella zona
del mondo. Abbatterà la dittatura di  Saddam Hussein ma  non risolverà il
problema del terrorismo internazionale, al contrario alimenterà il
fondamentalismo islamico e lâodio e il risentimento nei confronti
dellâOccidente. Causerà centinaia di migliaia di vittime innocenti,
moltiplicherà le sofferenze dei bambini. Con tutta probabilità provocherà
l'inasprimento del conflitto israeliano-palestinese. Foraggerà, questo sì,
i produttori di armi e servirà alle nuove strategie espansionistiche
dellâindustria petrolifera americana.

Câè un dato che trovo assurdo: che la civiltà occidentale - di cui ci
sentiamo parte viva - continui ad investire così tante risorse umane e
finanziarie in opere di morte, che utilizzi la sua intelligenza per
arrivare a elaborare e sostenere una teoria incredibilmente rozza come
quella della "guerra preventiva".
L'âordine che arriva dallâamministrazione americana è di convertirsi
allâintervento armato per azzerare qualsiasi minaccia supposta o futura,
riscrivendo di conseguenza le regole che dal secondo dopoguerra ad oggi
hanno retto le sorti del mondo e i rapporti tra le nazioni. La miglior
difesa è un buon attacco. Colpire per primi un nemico potenziale non è
aggressione ma autodifesa. Eâ la mentalità e la tecnica dei pistoleri del
west applicata su scala mondiale. Eâ la traduzione in norma internazionale
del principio rivendicato dalla destra americana circa il diritto di
ognuno a portare le armi: "spara per primo, se lui ti guarda storto, se
sospetti che possa farti del male".
La guerra preventiva è anche perpetua. Oggi in Iraq, domani in Corea,
dopodomani chissà. Dura fino alla vittoria globale, quindi il termine si
allontana allâinfinito. Quando ci sarà mai la certezza di aver eliminato
dalla faccia della terra lâultimo fondamentalista islamico, lâultimo
kamikaze?

LâOccidente non può continuare a tradire la parte migliore di se stesso.
LâOccidente, che ha fatto della difesa della vita il proprio valore supremo
spendendo milioni di milioni per tenere in vita i malati terminali o i
bambini prematuri, non può ritenere "necessari" massacri di migliaia di
innocenti. LâOccidente, che ha fatto della pazienza del diritto il proprio
stile di convivenza civile, non può cedere alla fretta degli ultimatum e
delle armi. Se attorno a me vi sono terroristi, chiedo alle forze
dellâordine di intervenire in maniera dura ma anche in forma controllata e
limitata allo stretto necessario. E ai colpevoli non verrà applicata la
pena di morte. Se sono circondato da persone armate fino ai denti, chiederò
una vigilanza ferrea e la distruzione degli arsenali, ma non mi metterò a
sparare all'impazzata. Perché non continuare a sperare che le categorie che
valgono per il livello micro funzionino anche al livello macro? Che sia
possibile mitigare la violenza a livello mondiale così come abbiano
imparato a mitigare la violenza tra le persone in ambito nazionale?

Questa non è unâutopia cattomunista papista terzomondista! Eâ lo spirito
dellâOccidente, lo spirito di Erasmo da Rotterdam, lo spirito che ha
animato i nostri Costituenti nel momento della stesura della Carta
Costituzionale. Oggi lo spirito è debole, ma non spento. Con lâimpegno di
molti può tornare a soffiare forte.



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Giovanni Colombo
Presidente della Rosa Bianca
Consigliere comunale di Milano - indipendente Ds

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