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Amnesty International a Colin Powell




----- Original Message -----
From: Amnesty International <press@amnesty.it>
To: <stampa@amnesty.it>
Sent: Monday, January 27, 2003 1:30 PM
Subject: Amnesty International a Colin Powell: "La minaccia irachena
giustifica la minaccia che un'azione militare rappresenta per i dir


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 >
 >
 > COMUNICATO STAMPA
 > CS10-2003
 >
 >
 > AMNESTY INTERNATIONAL A COLIN POWELL: 'LA MINACCIA
 > IRACHENA GIUSTIFICA LA MINACCIA CHE UN'AZIONE
 > MILITARE RAPPRESENTA PER I DIRITTI UMANI?'
 >
 > 'Quanto pesa la minaccia posta oggi dall'Iraq rispetto a quella che
 > un'azione militare americana rappresenta per i diritti umani e le vite
 > innocenti in Medio Oriente?'. E' questa la domanda che Irene Khan,
 > segretaria generale di Amnesty International, ha rivolto ieri a Davos
 > al segretario di Stato USA Colin Powell.
 >
 > Mentre ascoltava l'intervento di Powell al Forum economico
 > mondiale, Irene Khan ha voluto esprimere la preoccupazione di molti
 > gruppi della societa' civile per la  situazione umanitaria in Iraq,
 > estremamente fragile dopo un decennio di sanzioni e di gravi
 > violazioni dei diritti umani compiute dal regime iracheno.
 >
 > 'L'azione militare potrebbe facilmente precipitare in un enorme
 > disastro. Come nel 1991, potremmo trovarci ancora di fronte a un
 > milione di rifugiati e a un incubo umanitario, qualora Iran e Turchia
 > confermassero l'annunciata intenzione di chiudere i confini' ha
 > aggiunto Irene Khan.
 >
 > La segretaria generale di Amnesty International ha anche messo in
 > guardia circa il rischio di rappresaglie all'interno dell'Iraq:
 > 'Conoscendo il modo in cui Saddam tratta il suo popolo quando e'
 > messo in difficolta', l'eventualita' di un bagno di sangue sarebbe
 > assai probabile. Questa non e' solo una congettura: e' cio' che e'
 > accaduto in passato e potrebbe accadere ancora'.
 >
 > L'effetto dell'azione militare nei confronti dell'Iraq non sarebbe
 > limitato a questo paese: Irene Khan ha paventato un 'effetto onda
 > ovunque: peggioramento del conflitto in Medio Oriente, proteste e
 > violenze in altri paesi musulmani, la vita di molte persone a rischio'.
 >
 > Amnesty International crede che sacrificare i diritti umani delle
 > persone in nome di considerazioni geopolitiche e'
 > inaccettabile.
 >
 >
 > FINE DEL COMUNICATO
 > Roma, 27 gennaio 2003
 >
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 >
 > Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
 > Amnesty International, tel. 06 4490224, cell. 348-6974361, e-mail:
 > press@amnesty.it
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