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Usa negano protezione a rifugiati iracheni
Iraq: Usa negano protezione a rifugiati
iracheni
di Paul Ricard
(redazione@vita.it)
Vita 28/01/2003
La decisione dell'amministrazione Bush viene riportata
con viva preoccupazione dal Consiglio Italiano per i Rifugiati
(Cir).
Gli Stati Uniti hanno sospeso tutti gli ingressi dei rifugiati
iracheni, vittime di persecuzione e tortura, a cui precedentemente era
stata garantita ospitalita' poiche' ritenuti in pericolo nei paesi dove
avevano ottenuto asilo. La decisione dell'amministrazione Bush viene
riportata con viva preoccupazione dal Consiglio Italiano per i Rifugiati
(Cir). Secondo il direttore del U.S. Committee for Refugees, Lavinia Limn
''negare, in questo difficile momento di crisi internazionale, la
protezione assicurata ai rifugiati negli Stati Uniti non solo rappresenta
un gravissimo errore, ma tale scelta politica lancia l'allarmante
messaggio che gli Stati Uniti non ritengono opportuno proteggere le
vittime del regime di Saddam Hussein''. Ed e' preoccupante in tal senso -
rileva l'organizzazione - la recente dichiarazione del Primo Ministro
britannico Tony Blair il quale giudica ''inaccettabile'' la situazione di
emergenza riguardante i rifugiati in Gran Bretagna, tanto da prendere in
considerazione la possibilita' di uscire dalla Convenzione Europea sui
Diritti Umani, andando a toccare uno dei principi fondamentali previsti
dalla Convenzione, che all'art. 3 esclude il rientro dei rifugiati nel
Paese in cui e' in vigore la tortura o la pena di morte e in piena
violazione dell'art. 33 della Convenzione di Ginevra del 1951 sui
rifugiati (principio di non refoulement). Dagli Stati Uniti non giungono
dati ufficiali in merito al numero dei rifugiati iracheni presenti sul
territorio americano. Il Cir, in base alle statistiche fornite dagli
operatori dei desk aeroportuali e marittimi di Puglia e Calabria, ha
riscontrato un significativo arrivo in Italia di cittadini iracheni,
soprattutto di etnia curda (dati 2002). Infatti su un totale di 4.310
profughi arrivati lo scorso anno, nelle due regioni campione, 2.008 sono
di nazionalita' irachena. ''Si ritiene assolutamente necessario- rileva
il Cir - un ripensamento da parte del Governo americano su una decisione
che mette seriamente in pericolo la vita di moltissime persone innocenti
di nazionalit irachena, proprio mentre in Europa i vari governi stanno
cercando, tra misure antiterrorismo e questioni legate all'immigrazione,
di limitare gli ingressi alla frontiera, attuando politiche ristrettive
in materia di asilo e protezione umanitaria.