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il muro a tulkarem e qalqiliya
L'area intorno alle citta' di Tulkarem e Qalqiliya e' conosciuta come il
paniere palestinese dei vegetali (frutta e verdura), qui si producono circa
il 60% del fabbisogno di vegetali dell'intera West Bank, questa ragione e'
da noi meglio conosciuta come Samaria.
Il muro che circonda e attraversa la regione occupa 150 metri di terreno
in larghezza, ed e' alto circa otto metri, il risultato e' la nuova
erosione di altri 27.200 dunum = 2.720 ettari idi territorio coltivabile
palestinese.
A sud di Tilkarem hanno perso circa 2.000 ettari di terra, inghiottiti
dalla costruzione del muro insieme a quattro villaggi agricoli che
rimarranno tagliati fuori dai territori. Alcuni di questi villaggi hanno
perso tutta la loro terra coltivabile e le circa 30.000 persone che vi
abitano non hanno piu' mezzi per sopravvivere in quanto le attivita'
principali erano l'agricoltura e la pastorizia. In uno di questi villaggi
sono stati sradicati circa 12.000 alberi di ulivo.
Nell'area di Qalqiliya il muro ha sottratto circa 35.000 dunum = 3.500
ettari di terreno circondando completamente la citta' di Qalqiliya che
rimane accessibile da una solo strada. In questo modo le attivita' di
scambio mercantile dai villaggi agricoli verso la citta' e vice versa
saranno completamente strangolate.
Inoltre intorno a Qalqiliya ci sono circa 29 pozzi che attingono alla
falda acquifera piu' importante della West Bank, questa produce annualmente
circa 3.880.000 metri cubi di acqua potabile, ed ora sono sotto il completo
controllo degli israeliani.
Alla fine quando, verso l'anno 2006 dell'era di Christo, il muro sara'
ultimato, avra' una lunghezza tripla di quella dell'ex muro di Berlino e
sara' alto circa il doppio. Complessivamente sottrarra' alla West Bank il
23% dei terrotori palestinesi rispetto ai confini prima della guerra del
1967, percentuale che si va ad aggiungere all'attuale 43% gia' sottratto
dagli insediamenti dei coloni e dalle by pass road che attraversano la Wesr
Bank per collegare tra loro gli insediamenti.
E' chiaro inoltre che la parte sottratta e' sempre la piu' fertile e la
piu' appetibile per gli occupanti.
Si osserva quindi che gli scopi per la costruzione di questo muro sono
principalmente due.
il primo e' di sottrarre risorse alla sopravvivenza della popolazione
palestinese, come le falde acquifere, le terre coltivabili, i pascoli, i
mercati e le fabbriche che vengono demoliti o strangolati lentamente con la
pressione esercitata dai check points che controllano l'accesso alle citta'
e ai villaggi della West Bank.
La seconda ragione e' di stabilire una nuova linea di confine, con una
diversa mappatura dei territori, su cui basare eventuali nuovi negoziati.
In questo contesto non si rilevano ragioni fondate a sostenere la sicurezza
dello stato di Israele, ma al contrario, la sicurezza viene continuamente
messa in crisi dalle pressioni che le operazioni per la costruzione del
muro attuano sulla popolazione palestinese.
continua
curzio
berretti bianchi per la pace