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Le parole della nonviolenza: 8 gennaio AMORE



All'interno del percorso "LE PAROLE DELLA NONVIOLENZA",
giunto alla parola AMORE,
il Movimento Nonviolento, l'Associazione Resistenza e pace e il Punto
pace di RE di Pax
Christi invitano alla

"PERFORMANCE AMOROSA"
voce e canto
su testi di Platone, M. K. Gandhi, M. L. King, K. Marx,
ed altri autori
proposti da
Caterina Lusuardi e Fabiana Bruschi

che si svolgerà Mercoledì 8 Gennaio alle ore 21.00,
eccezionalmente presso i locali del  Mauriziano,
in via Pasteur, a Reggio Emilia

Per informazioni :

Movimento Nonviolento
c/o Pasquale Pugliese
tel.: 0522 434767
e-mail: puglipas@interfree.it

Associazione Resistenza e pace
c/o MAG6
Via Vittorangeli 7/d
42100 REGGIO EMILIA
telefax. 0522 - 454832
e-mail: ass-rep@libero.it

La rivista Azione nonviolenta propone la seguente lettura:
Amore
Di Lev Tolstoj *

La dottrina cristiana in tutto il suo vero significato, che si va sempre
più
chiarendo nel nostro tempo, dice questo: la vita umana, nella sua
essenza,
consiste nella realizzazione sempre più consapevole, del principio
divino in
noi; il segno di questa realizzazione è l'amore den­tro di noi e perciò
l'
essenza della vita umana e la legge che deve dirigerla, è l'amore.
L'idea che l'amore sia condizione indispensabile e buona della vita
umana, è
presente in tutte le dottrine religiose della anti­chità. In tutte le
dottrine: dei saggi egiziani, dei bramini, de­gli stoici, dei buddisti,
dei
taoisti ecc., l'amicizia, la ca­rità, la misericordia, la benevolenza e,
in
genere, l'amore veniva­no riconosciute come le virtù principali. Questo
riconoscimento da parte delle più elevate di queste dottrine giungeva
fino
al punto di predicare e lodare l'amore verso tutti; e in particolare dai

taoisti e dai buddisti veniva predicato di rendere il bene per il male.
Ma nessuna di queste dottrine aveva posto questa virtù come punto
centrale,
come la legge più importante, anzi l'unica regola di condotta della
vita,
così come fece il cristianesimo, il quale apparve più tardi rispetto a
tutte
le altre dottrine. In tutte le dottrine religiose precedenti al
cristianesimo, l'amore veniva riconosciuto come una delle virtù, ma non
come
ha fatto la dot­trina cristiana, la quale ha riconosciuto l'amore, dal
punto
di vista metafisico, come base di tutto, praticamente come la legge
superiore della vita umana, cioè una legge tale che non ammette
eccezioni in
nessun caso. La dottrina cristiana, rispetto a tutte le dottrine
antiche,
non è una nuova e particolare dottrina, è semplicemente una espressione
più
chiara e precisa di quel fonda­mento della vita umana, che era sentito e

predicato in maniera più vaga dalle dottrine religiose precedenti. Lo
specifico della dottrina cristiana è di esser apparsa più tardi e di
aver
espres­so in forma più esatta e definitiva l'essenza della legge
dell'a­more
e le regole di condotta che inevitabilmente ne derivano. Cosicché la
dottrina cristiana dell'amore non è, come accadeva nelle dottri­ne
precedenti, la predicazione di una virtù particolare, ma è la
definizione
della legge suprema della vita umana e delle regole di condotta, che
inevitabilmente ne derivano. La dottrina di Cri­sto spiega perché questa

legge è la legge suprema della vita uma­na ed inoltre mostra quali
azioni l'
uomo deve o non deve fare, se riconosce la verità di questa dottrina.
Specificatamente, nella dottrina cristiana viene espresso in modo chiaro
e
definitivo il fatto che l'adempimento di questa legge suprema non può
ammettere eccezioni, come facevano le dottrine precedenti e il fatto che
l'
amore, definito da questa legge, solo allora è amore, quando non ammette

alcuna eccezione ed è rivolto sia agli stranieri, sia agli uomini di
altre
fedi, sia ai nemici, che ci odiano e ci fanno del male.
Il passo avanti che il cristianesimo ha fatto è questo: il
cri­stianesimo ha
spiegato perché questa legge è una legge suprema della vita umana e ha
definito con precisione le azioni che ine­vitabilmente ne derivano, in
ciò
consiste il principale signifi­cato e beneficio della dottrina
cristiana.
(.) Tutta la dottrina consiste in questo: ciò che noi chiamiamo "io", la

nostra vita è un principio divino, limitato in noi dal corpo; questo
principio si palesa in noi attraverso l'amore e perciò la vera vita di
ogni
uomo, libera e divina, si manifesta nell'amore.
(.)
Proprio in questo riconoscere la legge dell'amore come legge su­prema
della
vita e nelle chiare regole di condotta, che derivano dalla dottrina
dell'
amore anche verso i nemici, verso coloro che ci odiano, ci offendono e
ci
maledicono, consiste la particola­rità della dottrina di Cristo; essa
dando
alla legge dell'amore e alle regole di condotta che ne derivano, un
significato preciso e ben definito, inevitabilmente porta con sé un
cambiamento radica­le della organizzazione della vita ormai
stabilizzata,
non solo presso i popoli cristiani, ma presso tutti i popoli del mondo.
In ciò consiste la principale differenza con le dottrine prece­denti ed
il
principale significato della dottrina cristiana au­tentica, in ciò
consiste
il passo in avanti per la coscienza dell'umanità, che fu compiuto dalla
dottrina cristiana. Questo passo è il seguente. Tutte le dottrine
religiose
e morali prece­denti, pur riconoscendo, e non poteva essere altrimenti,
i
bene­fici dell'amore per la vita umana, tuttavia ammettevano la
possi­bilità
che si verificassero condizioni tali, per cui l'adempimento della legge
dell
'amore divenisse non obbligatorio e potesse esse­re eluso. Ma
immediatamente, non appena la legge dell'amore ces­sava di essere la
legge
suprema e immutabile della vita umana, tutto il beneficio della legge
stessa
veniva distrutto e la dot­trina dell'amore si riduceva ad eloquenti
insegnamenti non deci­sivi, a belle parole, che lasciavano immutata l'
organiz­zazione so­ciale dei popoli, come era prima della dottrina dell'

amore, un'organiz­zazione cioè fondata unicamente sulla violenza. Invece
la
dottrina cristiana autentica, riconoscendo la legge dell'amore come
suprema
ed il suo adempimento come inderogabile, distruggeva con ciò ogni
violenza
e, di conseguenza, negava tutta l'organizza­zione del mondo, basata
sulla
violenza.
Proprio questo significato fondamentale fu nascosto alla gente dal falso

cristianesimo, che ha considerato la dottrina dell'amo­re non come la
legge
suprema della vita umana, ma, alla pari del­le dottrine apparse prima
del
cristianesimo stesso, solo come una regola di condotta che è utile
osservare, quando nulla lo impedi­sce.
La dottrina di Cristo autentica consiste nel riconoscere l'amore come
legge
suprema della vita, legge che perciò non può ammettere alcuna eccezione.

Quel cristianesimo, cioè la dottrina sulla legge dell'amore, che ammette

eccezioni per giustificare la violenza in nome di qualche altra legge,
presenta una interna contraddizione, simile al fuoco freddo o al
ghiaccio
caldo.
Sembra evidente che se gli uni, pur riconoscendo i benefici dell'amore,
ammettono la necessità di torturare o uccidere alcune persone in nome di
un
qualche futuro vantaggio, allora precisa­mente con lo stesso buon
diritto
anche gli altri, pur riconoscen­do i benefici dell'amore, possono
ammettere,
in nome di un bene futuro, la necessità di torturare ed uccidere. Sembra

evidente che ammettere anche una sola eccezione all'esigenza di
adempiere la
legge dell'amore, distrugge tutto il significato, tutto il senso, tutto
il
beneficio della legge dell'amore, che è alla base di qualsiasi dottrina
religiosa e di qualsiasi dottrina morale.

* Tratto da "La Legge della violenza e la legge dell'amore", Quaderno di

Azione nonviolenta n. 14, Ed. Movimento Nonviolento, ? 4,20;
richiedibile
presso il sito www.nonviolenti.org