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PUNTO ROSSO NOTIZIE



OpuntorossoNet
associazione  culturale
massa carrara    
e-mail: puntorosso.carrara@tin.it
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Notiziario dell'Associazione Culturale Punto Rosso di Massa Carrara
Aderente alla Rete Nazionale del Punto Rosso-Forum Mondiale delle Altrnative
www.puntorosso.it
Venerdi 20 Dicembre 2002
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Sommario:

1- Iniziativa CARRARA CITTA' di PACE
2- Appello di Giulio Girardi sul Venezuela
3- Campagna Newroz 2003
4- La finanziaria di Berlusconi (e non solo) privatizza l'acqua
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SABATO 21 DICEMBRE
DALLE ORE 10 ALLE ORE 20
PIAZZA GRAMSCI A CARRARA


INIZIATIVA

CARRARA CITTA' DI PACE

MUSICA, SPETTACOLI, TAVOLI DELLE ASSOCIAZIONI, WORKSHOP E MOLTO ALTRO



Promossa da diverse  associazioni tra cui Puntorosso, Arci, Social forum,
CGIL, Onda Balorda, Azione Cattolica, Rete Lilliput, ATTAC e molte altre.
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Vi proponiamo un appello scritto da Giulio Girardi per il quale stiamo
raccogliendo le firme di esponenti politici, di movimento, della cultura e
di chiunque voglia firmarlo. L'invito è naturalmente di farlo girare (lo
trovate anche in allegato) e di sottoscriverlo.


LA RIVOLUZIONE BOLIVARIANA DEL VENEZUELA, SEGNO DI CONTRADDIZIONE PER
L'EUROPA E PER GLI EUROPEI

Si sta consumando, nell'indifferenza e nel silenzio del mondo, un crimine
contro l'umanità: il soffocamento della speranza dei poveri, rappresentata
in Venezuela dalla rivoluzione bolivariana e dal presidente Chávez.
Il silenzio che avvolge e nasconde questa battaglia è dovuto in larga
misura alla complicità dei mezzi di comunicazione di massa, del Venezuela e
del mondo, controllati dal capitale nazionale e transnazionale,  che
presentano della situazione un'immagine rovesciata, secondo cui un popolo
oppresso si  starebbe ribellando ad un presidente violento e repressivo.
Ma vi è un motivo più profondo di questo silenzio. Mentre nei confronti
dell'Afghanistan o dell'Iraq, è possibile fornire all'aggressione, di
fronte  all'opinione pubblica, un'apparente giustificazione, nessuna
giustificazione gl'impresari venezuelani ed i loro complici gli Stati Uniti
possono fornire alla loro aggressione. Anche quando i manifestanti
antichavisti gridano rabbiosamente per le strade "che se ne vada! Che se ne
vada il contadino!" non riescono mai a dire perché.
Mentre infatti l'Iraq rappresenta apparentemente una minaccia, il Venezuela
non minaccia nessuno,ma è  minacciato esso stesso all'interno ed
all'esterno. Mentre Sadam Hussein può essere a buon diritto denunciato come
dittatore, Chávez è un presidente democraticamente e ripetutamente eletto.
E' un presidente amato dalla maggioranza, che una vasta insurrezione
popolare ha liberato dalle mani dei golpisti. Bisogna essere ciechi  per
non vederlo. Le minacce alla democrazia vengono solo dagli aggressori.
Ma anche se i manifestanti antichavisti ed i loro complici imperiali non
osano fornire una giustificazione della loro condanna, per i venezuelani
queste ragioni sono chiare:

* Se ne vada perché è spudoratamente schierato dalla parte dei poveri del
paese; perché proclama i diritti degli indigeni e delle donne; perché
colpisce temerariamente gli interessi dei miliardari.
* Se ne vada  perché è egli stesso di origine popolare, ed è quindi un
intruso nelle sfere del potere.
* Se ne vada perché ha la pretesa di nazionalizzare le ricchezze
petrolifere del Venezuela, per metterle al servizio di tutti,  invece di
lasciarle nelle mani dei legittimi proprietari, i ricchi del paese ed i
loro alleati imperiali.
* Se ne vada, perché è amico di Cuba ed inviso agli Stati Uniti.

Ma se queste sono le vere giustificazioni di quella mobilitazione, allora,
per l'Europa in costruzione, sarebbe una gravissima responsabilità storica,
tacere di fronte a questo crimine. Sarebbe un atteggiamento imperdonabile
di complicità e di servilismo nei confronti del grande fratello. Sarebbe il
segno evidente che l'Europa  in costruzione è incapace di proporre al
mondo, oltre una nuova moneta, un nuovo ed autonomo progetto di civiltà;
che l'Europa non appartiene al mondo nuovo in costruzione ma alle rovine
del vecchio disordine imperiale.Perché la rivoluzione venezuelana è per noi
un segno di contraddizione, che impone all'Europa di prendere partito e di
rendere chiaro a se stessa ed al mondo il suo progetto di civiltà.
Ma la rivoluzione venezuelana non è solo un segno di contraddizione per
l'Europa in generale; lo è anche per ciascuno degli europei e per ciascuna
delle europee. In effetti, per ognuno ed ognuna di noi schierarsi in questa
battaglia cruciale significa decidere se, nel presente contesto
geopolitica, siamo dalla parte dell'impero o dalla parte dei popoli e della
loro autodeterminazione; se siamo dalla parte delle minoranze privilegiate
o delle maggioranze emarginate; se siamo per un mondo lacerato da lotte
fratricide o per un mondo animato dalla solidarietà liberatrice.
Quanto dire che schierarci nei confronti del dramma venezuelano non è per
noi solo una scelta politica e geopolitica: è anche una scelta di vita.
GIULIO GIRARDI


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ASSOCIAZIONE CULTURALE PUNTO ROSSO puntorosso@puntorosso.it
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A TUTTI GLI AMICI E LE AMICHE DEL POPOLO KURDO


CAMPAGNA NEWROZ 2003

Il 6 luglio a Roma si sono riunite varie associazioni e soggetti che
praticano in Italia la solidarieta' con il popolo Kurdo. Gia' agli inizi di
giugno una riunione nazionale di realta' diverse si era tenuta a Filattiera
(MS).
Dopo queste due tornate di discussione, le realta' presenti hanno deciso di
proporre UNA CAMPAGNA NAZIONALE E D EUROPEA  che impegni líintera area
della solidarieta' e che puo' essere denominata "NEWROZ 2003".

CHI FA QUESTA PROPOSTA?
La campagna e' proposta da soggetti diversi, in particolare: Associazione
AZAD, ASSOPACE, Donne In Nero, Coordinamento Nazionale Giuristi
Democratici, Comitato Sardo di Solidarieta', Centro Culturale Kurdo di
Milano, Comitato "Verso il Kurdistan" di Alessandria, il CIAC di Parma.
Altre realta', come i Disobbedienti di Roma e il Comitato fiorentino di
Solidarieta', hanno partecipato in tutto o in parte alla discussione e si
sono riservate di indicare il loro specifico contributo nel prosieguo
dellíiniziativa.

A CHI E' RIVOLTA QUESTA PROPOSTA?
La proposta e' rivolta a tutti i soggetti, collettivi ed individuali, che
si sentono solidali con il popolo Kurdo, e che intendono impegnarsi per la
pace, la democrazia e i diritti dei Kurdi e di tutti i popoli del Medio
Oriente; a tutti coloro che rifiutano la guerra come mezzo di risoluzione
dei conflitti; a tutti coloro che intendono difendere i diritti dei popoli,
dei profughi e dei migranti, ovunque siano.  Il Medio Oriente non puo'
essere costretto alla scelta drammatica tra la dipendenza verso un
occidente egoista e imperiale e le satrapie piu' o meno ammantate di
fondamentalismo: i popoli possono riprendere il loro destino nelle mani,
scegliendo la pace, la democrazia, la giustizia, il reciproco rispetto e la
convivenza pacifica.
Partiti di sinistra, associazionismo del volontariato e della cooperazione,
sindacati di base e confederali, movimento antiglobalizzazione nelle sue
varie espressioni, associazioni pacifiste e non violente, sono queste le
realta' che hanno quel ìminimo comun denominatoreî che puo' rendere
possibile un lavoro in comune.
A nessuno si chiede di cambiare politica o natura; si chiede solo di
condividere la lotta dei kurdi per la liberta' e líidentita', di volere un
Medio Oriente democratico e di pace, di difendere i diritti di profughi e
migranti.
Ovviamente la campagna partira' solo se e quando le adesioni saranno tali
da garantire una vera dimensione nazionale e generale allíiniziativa.

IN CHE CONSISTE QUESTA PROPOSTA?
La proposta e quella di dare vita ad una grande campagna nazionale, e se
possibile europea, che porti, attraverso un percorso articolato in tutte le
citta', mille osservatori italiani al Newroz 2003 nelle citta' Kurde e, in
contemporanea, realizzi  in Italia mille iniziative di sostegno e
solidarieta'. L'idea e' quella di dare vita ad organismi locali unitari, o
di impegnare quelli gia' esistenti, aperti e pluralistici, che lavorino,
con un proprio programma e in piena autonomia, alla realizzazione
dell'obbiettivo.
Un simbolo comune, un logo che dovra' essere al piu' presto realizzato,
accomunera' tutte le iniziative, le rendera' riconoscibili e veicolera'
ovunque la campagna. Un coordinamento nazionale tecnico-logistico, del
quale faranno parte tutte le realta' che aderiranno, curera' gli aspetti
nazionale e generali della campagna.
Uno degli obbiettivi dichiarati e' quello di incontrare e sostenere la
societa' civile Kurda che, attraverso la Piattaforma Democratica di
Diarbakir, (oltre 300 tra associazioni e gruppi) intende fare del Newroz
2003 una scadenza di solidarieta' internazionale e di Diarbakir, in quei
giorni, una citta' aperta mondiale di pace, democrazia, dignita', liberta'.

COSA FARE NELLíIMMEDIATO?
Le realta' presenti a Roma il 6 luglio hanno dato vita ad un coordinamento
promotore provvisorio, il cui scopo e' di proporre líiniziativa e
raccogliere le adesioni.
Del coordinamento fanno parte Luciano Di Nardo di Assopace, Carmine
Malinconico e Juri Carlucci di AZAD,  Antonello Pabis e Mariangela Pedditzi
del Comitato Sardo di Solidarieta', Paolo Limonta del Centro di Cultura
Kurda di Milano e una esponente delle Donne in Nero. Via via che
arriveranno le adesioni, il coordinamento si ampliera', per poi cessare di
esistere quando la campagna sara' ufficialmente presentata, magari con
un'iniziativa pubblica da tenere a Roma nelle prime settimane di settembre.
La riunione di Roma ha approvato un appello che sara' presentato a tutte le
realta' (che riportiamo in calce) e sulla base del quale vogliamo aprire la
piu' vasta discussione. Líappello e' ovviamente soggetto a tutte le
variazioni che il dibattito rendera' necessarie. E' stato creato un
indirizzo e-mail specifico per le adesioni e il dibattito,  HYPERLINK
mailto:newroz2003@libero.it newroz2003@libero.it.
Possono altresi' essere contattati i siti e gli indirizzi di ciascuna
associazione che propone la campagna. Ulteriori recapiti saranno resi noti
nel prosieguo dei lavori.
Ogni occasione (feste, incontri, contatti diretti, manifestazioni.)sara'
utilizzata per illustrare la proposta.
L'obbiettivo e' di presentare ufficialmente la campagna agli inizi di
settembre con una iniziativa a Roma.
Buon lavoro a tutti.
NEWROZ 2003.
Per il coordinamento provvisorio,
Carmine Malinconico
Si allega líappello approvato nella riunione di Roma del 6 luglio.


CAMPAGNA
NEWROZ 2003
PACE E DEMOCRAZIA IN KURDISTAN E NEL MEDIO ORIENTE
ASILO E LIBERTA' PER GLI ESULI KURDI
21 MARZO 2003: MILLE INIZIATIVE IN ITALIA,
MILLE OSSERVATORI ITALIANI IN KURDISTAN!
Il ricchissimo tessuto di societý civile cresciuto in questi anni in Kurdistan,
promessa e speranza di democrazia per l'Anatolia e tutto il Medio oriente,
rischia di essere travolto dalla spirale della repressione in Turchia
e dal nuovo incendio di guerra che investe il Medio oriente e minaccia l'Iraq.
Ne Ë testimonianza la ripresa dell'esodo kurdo, oramai vera e propria
pulizia etnica,
che proietta decine di migliaia esuli in un'Europa che tende a negare a
loro protezione ed asilo,
ed a negare identitý e legittimitý alla loro cultura e alle loro
organizzazioni.
CONTRO LA GUERRA IN MEDIO ORIENTE
CONTRO LA REPRESSIONE E LA PENA DI MORTE IN TURCHIA
PER IL DIRITTO DI ASILO E DI ESPRESSIONE DEI KURDI IN EUROPA
CI IMPEGNAMO A PROMUOVERE
UNA GRANDE CAMPAGNA NAZIONALE ED EUROPEA
CON INCONTRI, DELEGAZIONI E INIZIATIVE ARTICOLATE IN OGNI CITTA',
VALORIZZANDO E CREANDO OVUNQUE ORGANISMI AMPI E UNITARI.
UNA CAMPAGNA PROIETTATA NELLA COSTRUZIONE DI
UNA FORTE PRESENZA SOLIDALE A DIYARBAKIR E NEL KURDISTAN
IL 21 MARZO 2003, IN OCCASIONE DELLA FESTIVITA' DEL NEWROZ.
Prime adesioni:
Associazione Azad, Associazione per la pace (Roma), Donne in nero (Roma),
Un ponte perÖ (Napoli),
Comitato Golfo, redazione di Guerre e Pace, Coordinamento giuristi democratici,
Comitato sardo di solidarietý con il popolo del Kurdistan, Ciac di Parma
Adesioni: E-mail newroz2003@libero.it

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COMUNICATO STAMPA


Privatizzazione dell'Acqua: indignazione del Comitato Italiano


Roma, 18 dicembre 2002. Non disponiamo d?altro, solo di un computer, e  di
un comunicato stampa, ed  poco, troppo poco per comunicare ai  cittadini
del nostro paese, ai movimenti, alla societ– civile, l?enorme
preoccupazione ed indignazione che ci attanaglia per ci— che sta succedendo
al parlamento nel corso del dibattito sulla finanziaria.
Dove con un emendamento all?art.113 del testo unico, presentato dagli On.
Bassanini, Morando e Amato dei DS, se approvato costringer– in un solo
colpo tutti comuni d?Italia a privatizzare i propri acquedotti andando,
senza passaggi transitori alcuno, direttamente alle gare d'appalto.
Un durissimo colpo, una scelta ideologica, che stronca il dibattito e le
iniziative in corso nelle realt– locali, comunali e regionali di tutto il
paese e dello stesso centro sinistra.Era gi– successo la scorsa settimana.
Allora i presentatori furono
trasversalmente gli On. Tabacci, Grillo e Bassanini, rispettivamente CDU,
Forza Italia, DS.Furono costretti al ritiro per le proteste scoppiate sia
nel centro destra che nella sinistra. Oggi ci riprovano da soli alcuni DS.
Presentandosi cos" al paese come i campioni senza ripensamenti e senza
titubanze delle privatizzazioni, nonostante si sia avviato anche in
Italia un dibattito sui vantaggi di questa opzione. Campioni che non
arretrano di fronte a nulla, nemmeno al sacrosantoprincipio dell?acqua
diritto umano e bene comune.
Eppure anche all?interno dell?ONU dopo la vergogna di Johannesburg ci sono
stati i primi segnali di un ripensamento. Il Comitato di esperti sui
diritti economici, culturali e sociali delle Nazioni Unite ha sancito, in
un suo Rapporto pubblicato a Ginevra a fine novembre che ?l'accesso
all'acqua  un diritto e l? acqua deve essere considerata
come un ?bene comune?.E? dunque preoccupante che in Italia si faccia avanti
una tendenza in contrasto con le riflessioni in atto a livello
internazionale , soprattutto se si pensa che nessun paese al mondo ha
finora reso obbligatoria per legge la privatizzazione dell?acqua. Con
questo emendamento alla Finanziaria una parte della sinistra rende l?Italia
primatista mondiale in privatizzazioni, battistrada in Europa, capofila
nella svendita del patrimonio idrico alle multinazionali francesi e
tedesche: Vivendi, Lyonnes des eaux, Thams Water, RWE ecc.
Brutta cosa, se si pensa che una scelta cos" grave viene presa nel silenzio
e nella pi completa disinformazione dei cittadini. Non
nascondiamo un certo senso di impotenza nel consegnare alla rete questo
comunicato per l?isolamento e l?indifferenza in cui maturano certe scelte
contro le quali come Comitato italiano per il Contratto Mondiale
sull?Acqua, siamo impegnati da tempo in un?opera di sensibilizzazione e di
informazione.
Chiediamo, come Comitato Italiano per il Contratto Mondiale dell?Acqua che
il presente Comunicato venga accolto e rilanciato dai mass - media, ripreso
dai movimenti, si moltiplichi in rete e si trasformi in proteste diffuse,
nell?auspicio che la sinistra italiana ripensi profondamente e in maniera
pi avanzata la propria posizione sulla privatizzazione
dell?Acqua.
Comitato italiano per un contratto mondiale sull?acqua
Emilio Molinari (Vicepresidente ) - Rosario Lembo (Segretario nazionale)
Sede legale Comitato italiano c/o CIPSI - Via Rembrandt, 9 - 20147 -
Milano tel. 02-48703730
E-mail: info@contrattoacqua.it - Sito internet: www.contrattoacqua.it