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Partecipazioni
UNO. Jenin: un funzionario ONU ed un tredicenne uccisi dall'IDF
DUE. Cronache da rafah gaza strip 22 novembre 2002
TRE. 2.032
QUATTRO. Risoluzioni ONU: un optional
CINQUE. La vendetta di un bambino
SEI. Invito ad un matrimonio (salvo coprifuoco)
SETTE. Foto
UNO. Jenin, 22 novembre
All'una e trenta del 22 novembre le truppe di occupazione israeliane
hanno sparato varie raffiche sulle abitazioni del campo profughi di
Jenin, uccidendo Ian John Hawk, funzionario dell'ONU e
ed un bambino di 13 anni. In seguito gli israeliani hanno impedito alle
ambulanze di raggiungere l'edificio delle nazioni unite.
(A PNGO Information Clearinghouse)
DUE. Cronache da rafah gaza strip 22 novembre 2002
International solidarity movement (ISM)
Siamo qui a rafah da mercoledi' per una missione di ISM a
protezione dei palestinesi che abitano nelle case vicino
al confine con l'egitto. gli israeliani stanno costruendo
un nuovo muro e per farlo demoliscono le case vicine.
due bulldozer corazzati provvedono alla bisogna protetti
da due carri armati che sferragliano alzando nugoli di
polvere.
una gru provvede ad alzare in alto i pali metallici e a
posizionarli uno accanto all'altro, o meglio a incastrarne
ognuno al precedente. alle sei del pomeriggio e' gia buio
ma i bulldozer continuano nel loro lavoro distruttivo. la
mattina quando ci si sveglia il panorama e' completamente
cambiato. quando cala la sera per evitare che i
palestinesi si dimentichino di loro gli israeliani
cominciano, a intervalli irregolari, a sparare raffiche di
armi varie.
siamo nel block O di rafah, ospiti l'altro ieri in una
casa poverissima, ieri in una casa ancora bella il cui
destino e' segnato. il proprietario e' un imprenditore edile
palestinese che lavora in israele. gli israeliani gli
stanno distruggendo la casa.
si entra nelle case e ognuno dice dei suoi morti.
chima, la figlia di kamal e stata uccisa da una bomba
israeliana il 23 ottobre scorso. aveva 9 anni.
oggi siamo usciti allo scoperto e i d
n aria contro otto passaporti
internazionali.
qui parole come "i dannati della terra" hanno un
significato preciso.
dovunque bambini sorridenti che ti chiedono what is your
name.
alfredo tradardi
rafah, 22 novembre 2002
TRE. 15 - 22 novembre in Palestina, un'altra settimana di violenze
Durante questa settimana i militari israeliani hanno ucciso 19
palestinesi a Nablus, Jenin, Hebron e Tulkarem.
Il numero totale di palestinesi uccisi a partire dal settembre del 2000
e' 2.032.
Per maggiori informazioni visitate www.palestinemonitor.org
QUATTRO. RISOLUZIONI ONU: ISRAELE LE IGNORA
Hareetz: "Israele ha il record mondiale "
Uno dei principali argomenti utilizzati dagli Usa per giustificare un
cambiamento di regime a Baghdad e' " il deliberato rifiuto iracheno di
applicare le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza Onu ". Ma da uno
studio pubblicato sul quotidiano israeliano Hareetz, risulta che in
testa alla lista dei Paesi che ignorano le risoluzioni dell'Onu c'e'
proprio Israele, che dal 1968 ha violato 32 risoluzioni, seguito dalla
Turchia con 24 e dal Marocco con 17.
Lo studio pubblicato da Hareetz e' stato condotto dal professor Steven
Zunes, docente di scienze politiche all'Universita' di San Francisco,
che ha svolto la ricerca proprio in relazione alle accuse americane a
Baghdad e alla prova di forza dell'amministrazione Bush sulla questione
delle rilosuzioni. La ricerca, per ammissione del suo curatore, e'
arrivata a "risultati in qualche modo sorprendenti". "Nella vasta
maggioranza dei casi che ho esaminato, ha affermato il professor Zunes,
" I governi che violano le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza
dell'Onu sono quelli di Paesi che ricevono un significativo aiuto
militare, diplomatico e finanziario dagli Stati Uniti".
http://www.tgcom.it/ArticoloTgCom/articoli/articolo85285.shtml
(Da Emma)
CINQUE. La vendetta di un bambino
Uri Avnery
Dalla scorsa domenica, una domanda turba i miei sonni: cosa ha indotto
un giovane palestinese a penetra
madre ed ai suoi due figli?
In nessuna guerra i bambini dovrebbero essere colpiti. Questo e' un
fondamentale istinto umano, comune a tutti i popoli e tutte le culture.
Anche un palestinese che voglia vendicare le centinaia di bambini
uccisi dall'esercito israeliano non dovrebbe vendicarsi contro un
bambino.
Le persone che l'hanno fatto non sono assassini folli, sanguinari dalla
nascita. In quasi tutte le interviste con parenti e vicini di casa,
essi vengono descritti come individui ordinari, non inclini alla
violenza. Molti di essi non sono neppure religiosi. Infatti, Sirkhan
Sirkhan, l'uomo autore dell'azione a Metzer, apparteneva a Fatah,
un'organizzazione secolare.
Queste persone appartengono a tutte le classi sociali, provengono da
famiglie povere o della classe media, sono studenti universitari, gente
colta. I loro geni non sono diversi da quelli di chiunque altro.
Cos'e' che li spinge a compiere azioni "estreme"? Cos'e' che spinge gli
altri palestinesi a giustificarli?
Senza comprendere e' impossibile prevenire. I capi dell'esercito
israeliano conoscono un solo termine. Colpisci, colpisci, colpisci.
Uccidi gli attaccanti. Uccidi i loro capi. Uccidi i leaders delle loro
organizzazioni. Demolisci le case delle loro famiglie e manda in esilio
i parenti. Ma, meraviglia delle meraviglie, questi metodi raggiungono
l'esito opposto. Giganteschi bulldozers spianano le "infrastrutture del
terrore", distruggono-uccidono-sradicano e, in pochi giorni, una
nuova "infrastruttura" nasce. Lo stesso esercito ha ammesso di aver
sventato decine di attacchi dal tempo della letale operazione militare
denominata "Scudo protettivo".
La ragione di tutto cio' puo' essere riassunta in un solo termine:
rabbia.
Una rabbia terribile, che riempie l'intera anima di un essere umano e
non lascia spazio ad altro. Una rabbia che domina la sua vita, rendendo
poco importante la sua stessa esistenza. Una rabbia che sovrasta tutti
i limiti, eclissa ogni valore, rompe le catene della famig
responsabilita'. Una rabbia con cui ci si sveglia di mattina e si va a
letto di notte, che si sogna. Una rabbia che ti dice: alzati, prendi
un'arma o una cintura esplosiva, vai da loro e uccidili, senza pensare
alle conseguenze.
Un israeliano medio, che non e' mai stato nei Territori occupati, non
puo' nemmeno immaginare le ragioni di questa rabbia. I nostri media
ignorano totalmente gli eventi che avvengono li', o li descrivono in
termini edulcorati, leggeri. L'israeliano medio sa in qualche modo che
i palestinesi soffrono, ma non ha idea di quello che effettivamente
accade. In ogni caso, non sono affari suoi.
Le case vengono demolite. Un commerciante, un avvocato, un artigiano,
rispettati nella loro comunita', vengono trasformati in un batter
d'occhio in "senza dimora", lui, i suoi figli ed i suoi nipoti. Ognuno
dei quali diventa un potenziale kamikaze.
Alberi da frutto ed olivi vengono sradicati a migliaia. Per l'esercito
non e' nulla, solo un albero. Per il suo proprietario, e' il sangue del
suo cuore, l'eredita' dei suoi padri, anni di lavoro, sostentamento
della sua famiglia. Ognuno di essi e' un potenziale kamikaze.
Su di una collina tra i villaggi, una banda di teppisti ha creato un
avamposto colonico. L'esercito arriva a difenderli. Quando gli abitanti
del villaggio vanno ai loro campi, vengono sparati. Non possono
avvicinarsi ai loro orti e campi per un raggio di due kilometri,
sicche' "la sicurezza di quell'avamposto non sara' in pericolo". I
contadini guardano da lontano, con occhi nostalgici, i frutti che
seccano sui rami dei loro alberi, i loro campi coperti di spine ed
erbacce mentre i loro figli non hanno nulla da mangiare. Ognuno di essi
e' un potenziale kamikaze.
La gente viene uccisa. I loro corpi massacrati giacciono nelle strade,
affinche' tutti li vedano. Alcuni di essi sono martiri che hanno scelto
il loro destino. Tanti altri - uomini, donne e bambini - vengono
uccisi "per sbaglio", "accidentalmente", "perche' cercavano di
scappa
i alla zona di fuoco" ed altri centouno
pretesti inventati dai portavoce ufficiali. Ognuna di quelle persone ha
genitori, figli, fratelli, cugini. Ognuno di questi ultimi e' un
potenziale kamikaze.
Vi sono famiglie che muoiono di fame, con bambini che soffrono di
malnutrizione severa. Un padre che non puo' portare da mangiare ai
propri figli si sente disperato. Ognuno di essi e' un potenziale
kamikaze.
Centinaia di migliaia di persone sono tenute sotto coprifuoco per
settimane e mesi interi: otto persone costrette a stringersi in due
stanze, un inferno difficile da immaginare, mentre fuori delle loro
case scorrazzano i coloni protetti dall'esercito.
E, al di la' di tutto cio', l'umiliazione totale che ogni palestinese,
senza distinzioni d'eta', sesso o condizione sociale, e' costretto a
sperimentare ogni momento della sua vita. Non un'umiliazione astratta,
ma concreta. La sua vita dipende dalla volonta' di un soldatino
diciottenne messo ad uno degli innumerevoli checkpoints che un
palestinese deve attraversare dovunque voglia andare, mentre le bande
di coloni passano liberamente e "visitano" i loro villaggi,
danneggiando proprieta', rubando olive, dando fuoco alle coltivazioni.
Un israeliano non immagina neppure tale vita, una situazione in
cui "ogni bastardo diventa re" e "lo schiavo diventa padrone", in cui
nel migliore dei casi vi sono insulti e minacce, nel peggiore, spari ed
assassinii.
Per non parlare dei malati che devono sottoporsi a dialisi, delle donne
incinte che devono partorire, degli studenti che non riescono a
raggiungere le loro classi, dei bambini che non possono andare a
scuola. I giovanetti che vedono il loro venerabile nonno pubblicamente
umiliato da qualche ragazzotto in uniforme: ognuno di essi e' un
potenziale kamikaze.
Un israeliano medio non puo' immaginare tutto cio'. Dopotutto i soldati
sono nostri figli, persone che fino a ieri erano scolaretti. Qualcosa
di orribile accade quando questi indossano un'uniforme: spinti nella
si
ccupazione, alcuni di essi riescono a conservare un
volto umano in circostanze impossibili, mentre molti diventano robots
telecomandati. Quelli tra loro che hanno i piu' bassi istinti riescono
a fare le cose piu' spregevoli, certi che i loro comandanti tacitamente
approveranno.
Nulla puo' giustificare l'assassinio di Metzer, certo. Ma aiuta a
capire perche' e' avvenuto e perche' continuera' ad accadere fino a
quando non terminera' l'occupazione della Palestina.
traduzione a cura di www.arabcomint.com
SEI. Invito (cosi' funzionano le partecipazioni in Palestina)
Avv. Sharif AlSharif Eng.Yakub
Hassounih
annunciano il matrimonio
figlia
fratello
Dr.Abeer
Dr.Yousef
il giorno 29.8.2002
dalle ore 15.00 presso le sale di ricevimento Abu Kwil
IN CASO DI COPRIFUOCO IL RICEVIMENTO SI TERRA' NELLO STESSO LUOGO E
ALLA STESSA ORA IL PRIMO GIORNO DI APERTURA DEL COPRIFUOCO STESSO
SETTE. Foto di un uomo che e' stato fatto spogliare del tutto sotto la
minaccia dei soldati nascosti sul carro armato a Nablus (da Emma e
Nadi)
www.al-ayyam.com
(cliccare sull'icona in basso a destra)
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