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«Caro generale, non tirerò il grilletto» - Yigal Bronner - israeliano



Buongiorno,
Vi pregherei di leggere questa lettera e inviare la vostra solidarietà e
protesta. Attualmente  sono 12 le persone imprigionate per essersi
rifiutate di prestare servizio nei territori occupati della Palestina.
Yigal Bronner è stato trasferito ieri da un campo di detenzione alla
prigione n. 6.
Grazie
Luisa Morgantini


«Caro generale, non tirerò il grilletto»
Lettera dal carcere ai generali israeliani del professore di sanscrito,
riservista e «refusenik» Yigal Bronner: «Se i 'bisogni' militari ci
inducono ad assediare, dare la caccia, affamare un intero popolo, allora
questi 'bisogni' sono terribilmente sbagliati. Quindi disobbedirò alla
Vostra chiamata»
* * *
Il professore israeliano Yigal Bronner, studioso di sanscrito presso
l'Università di Tel-Aviv, è ospite nelle patrie galere del suo paese a
causa del suo rifiuto di fare la sua parte nella campagna militare
interminabile contro i palestinesi, una campagna che vede ormai più di 500
riservisti «mobilitati» a dire Signornò a Sharon, a rifiutare di prestare
servizo (refusenik) nei Territori occupati. Dal carcere scrive Ygal Bronner
all'amico che è tramite di questo messaggio: «Cari amici, sono stato
imprigionato dall'esercito israeliano per aver rifiutato di partecipare
all'occupazione della Palestina. Sono stato condannato a ventotto giorni di
prigione militare. Le ragioni che mi hanno indotto a dire no
all'umiliazione, all'espropriazione, alla riduzione alla fame di un intero
popolo saranno forse ovvie a qualcuno di voi. Ciò nonostante ho voluto
spiegare le mie motivazioni sotto forma di una lettera indirizzata ai miei
superiori militari (...)». E conclude: «Vi prego di far circolare queste
informazioni il più possibile. Voglio farvi sapere che sono forte, e che vi
ringrazio per il vostro sostegno. Shalom,Yigal». La lettera di Ygal Bronner
è introdotta dalla citazione dei versi di Bertolt Brecht: « Generale il tuo
carro è un veicolo potente,/ abbatte foreste, schiaccia cento uomini./ Ma
ha un sol difetto:/ ha bisogno dell'autista».
Vi prego di inviare lettere di protesta a favore degli obbiettori a:
Ministry of Defence, 37 Kaplan St., Tel-Aviv 61909, Israel. E-mail:
mailto:sar@mod.gov.il or mailto:pniot@mod.gov.

il Fax: 00972-3-696-27-57 / 00972-3-691-69-40 / 00972-3-691-79-15.

Un altro indirizzo utile per inviare copie è quello del «Military Attorney
General»: Brig. Gen. Menachem Finklestein Chief Military Attorney Military
postal code 9605 IDF Israel
Fax: 00972-3-569-43-70

Caro Generale,

nella Sua lettera mi ha scritto che «data la guerra continua in Giudea, in
Samaria e lungo la striscia di Gaza, e in considerazione di bisogni
militari», io sono chiamato a «partecipare in operazioni dell'esercito» in
Cisgiordania.

Scrivo per dirLe che non intendo obbedire alla Sua chiamata. Durante gli
anni '80, Ariel Sharon impiantò decine di colonie nel cuore dei territori
occupati, una strategia il cui scopo ultimo era la sottomissione del popolo
palestinese e l'espropriazione delle sue terre. Oggi queste colonie
controllano quasi la metà dei territori occupati e strozzano le città e i
villaggi palestinesi, oltre a ostacolare - se non proibire del tutto - gli
spostamenti dei residenti. Sharon è ora primo ministro, e durante
quest'ultimo anno avanza verso lo stadio definitivo dell'iniziativa che
avviò venti anni fa. Infatti, Sharon ha dato l'ordine al suo lacché, il
ministro della difesa, e da lì è passato lungo la catena del comando. Il
capo di stato maggiore ha annunziato che i palestinesi costituiscono una
minaccia cancerogena e ha ordinato che si applichi loro una chemioterapia.
Il brigadiere ha imposto coprifuoco senza limiti di tempo, e il colonnello
ha ordinato la distruzione dei campi palestinesi. Il comandante di
divisione ha collocato dei carri armati sulle colline in mezzo alle loro
case, e non ha concesso alle ambulanze di evacuare i loro feriti. Il
tenente colonnello ha annunciato che i regolamenti per aprire fuoco sono
stati emendati per consentire di aprire il fuoco indiscriminatamente. Il
comandante del carro, a sua volta, ha individuato un gruppo di persone e ha
ordinato al suo artigliere di lanciare un missile. Io sono
quell'artigliere, sono una piccola vite in una perfetta macchina di guerra.

Sono l'ultimo annello, il più piccolo, nella catena di comando. Dovrei
semplicemente eseguire gli ordini - ridurre la mia esistenza al livello di
stimolo e risposta, sentire il comando «fuoco!» e tirare il grilletto, per
portare il piano generale a compimento. E dovrei fare tutto ciò con la
semplicità e la naturalezza di un robot, che - tutt'alpiù - sente il
tremore del carro quando il missile viene lanciato verso il bersaglio.

Ma come ha scritto Bertolt Brecht: «Generale, l'uomo è molto utile, sa
volare e sa uccidere. Ma ha un sol difetto: sa pensare». E davvero,
generale, chiunque tu sia - colonnello, brigadiere, capo di stato maggiore,
ministro della difesa, primo ministro, o tutti questi insieme - io so
pensare. Forse non sono capace di molto altro. Confesso di non essere un
soldato particolarmente dotato o coraggioso, non ho un'ottima mira, e le
mie abilità tecniche sono minimali. Non sono neanche molto atletico, e la
divisa non si addatta bene al mio corpo. Ma sono capace di pensare. Vedo
dove Ella mi sta portando. Comprendo che noi uccideremo, distruggeremo, ci
faremo male, moriremo, e che non se ne vedrà la fine di tutto ciò. So che
la «guerra continua» della quale Lei parla, andrà avanti sempre.

Vedo che, se i «bisogni militari» ci inducono a porre sotto assedio, dare
la caccia, ridurre alla fame un intero popolo, allora c'è qualcosa in
questi «bisogni» che è terribilmente sbagliato. Quindi sono costretto a
disobbedire alla Sua chiamata: non tirerò il grilletto. Non m'illudo,
naturalmente: Lei mi scanserà come una mosca, troverà un altro artigliere -
uno più obbediente e capace di me. Simili soldati non mancano. Il Suo carro
continuerà ad avanzare, un tafano come me non può fermare un carro armato,
né una colonna di carri, né tanto meno un'intera marcia di follia.

Ma un tafano può ronzare, infastidire, urtare, e a volte mordere anche.
Prima o poi altri artiglieri, carristi e comandanti, osservando le
uccisioni senza senso e il ciclo senza fine di violenze, cominceranno a
pensare, a ronzare. Siamo già centinaia, e alla fine del giorno il nostro
ronzio sarà diventato un ruggito assordante, un ruggito che echeggerà nelle
Sue orecchie e in quelle dei Suoi figli. La nostra protesta sarà inserita
nei libri di storia per le generazioni future. Quindi, generale, prima di
scansarmi, forse anche Lei dovrebbe incominciare a pensare.

In fede, Yigal Bronner

Vi prego di inviare lettere di protesta a favore degli obbiettori a:
Ministry of Defence, 37 Kaplan St., Tel-Aviv 61909, Israel. E-mail:
sar@mod.gov.il or pniot@mod.gov.

il Fax: 00972-3-696-27-57 / 00972-3-691-69-40 / 00972-3-691-79-15.

Un altro indirizzo utile per inviare copie è quello del «Military Attorney
General»: Brig. Gen. Menachem Finklestein Chief Military Attorney Military
postal code 9605 IDF Israel Fax: 00972-3-569-43-70