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(Fwd) Caro generale, non tirerò il grilletto
- To: pace@peacelink.it
- Subject: (Fwd) Caro generale, non tirerò il grilletto
- From: "francesco iannuzzelli" <francesco@href.org>
- Date: Wed, 13 Nov 2002 19:02:15 -0000
- Organization: peacelink
- Priority: normal
Da Il Manifesto - 13 novembre 2002
"Caro generale, non tirerò il grilletto"
Lettera dal carcere ai generali israeliani del professore di sanscrito, riservista
e "refusenik" Yigal Bronner: "Se i 'bisogni' militari ci inducono ad assediare,
dare la caccia, affamare un intero popolo, allora questi 'bisogni' sono
terribilmente sbagliati. Quindi disobbedirò alla Vostra chiamata"
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Il professore israeliano Yigal Bronner, studioso di sanscrito presso
l'Università di Tel-Aviv, è ospite nelle patrie galere del suo paese a causa del
suo rifiuto di fare la sua parte nella campagna militare interminabile contro i
palestinesi, una campagna che vede ormai più di 500 riservisti "mobilitati" a
dire Signornò a Sharon, a rifiutare di prestare servizo (refusenik) nei Territori
occupati. Dal carcere scrive Ygal Bronner all'amico che è tramite di questo
messaggio: "Cari amici, sono stato imprigionato dall'esercito israeliano per
aver rifiutato di partecipare all'occupazione della Palestina. Sono stato
condannato a ventotto giorni di prigione militare. Le ragioni che mi hanno
indotto a dire no all'umiliazione, all'espropriazione, alla riduzione alla fame di
un intero popolo saranno forse ovvie a qualcuno di voi. Ciò nonostante ho
voluto spiegare le mie motivazioni sotto forma di una lettera indirizzata ai miei
superiori militari (...)". E conclude: "Vi prego di far circolare queste
informazioni il più possibile. Voglio farvi sapere che sono forte, e che vi
ringrazio per il vostro sostegno. Shalom,Yigal". La lettera di Ygal Bronner è
introdotta dalla citazione dei versi di Bertolt Brecht: " Generale il tuo carro è
un veicolo potente,/ abbatte foreste, schiaccia cento uomini./ Ma ha un sol
difetto:/ ha bisogno dell'autista".
Caro Generale,
nella Sua lettera mi ha scritto che "data la guerra continua in Giudea, in
Samaria e lungo la striscia di Gaza, e in considerazione di bisogni militari",
io sono chiamato a "partecipare in operazioni dell'esercito" in Cisgiordania.
Scrivo per dirLe che non intendo obbedire alla Sua chiamata. Durante gli anni
'80, Ariel Sharon impiantò decine di colonie nel cuore dei territori occupati,
una strategia il cui scopo ultimo era la sottomissione del popolo palestinese
e l'espropriazione delle sue terre. Oggi queste colonie controllano quasi la
metà dei territori occupati e strozzano le città e i villaggi palestinesi, oltre a
ostacolare - se non proibire del tutto - gli spostamenti dei residenti. Sharon è
ora primo ministro, e durante quest'ultimo anno avanza verso lo stadio
definitivo dell'iniziativa che avviò venti anni fa. Infatti, Sharon ha dato l'ordine al
suo lacché, il ministro della difesa, e da lì è passato lungo la catena del
comando. Il capo di stato maggiore ha annunziato che i palestinesi
costituiscono una minaccia cancerogena e ha ordinato che si applichi loro
una chemioterapia. Il brigadiere ha imposto coprifuoco senza limiti di tempo,
e il colonnello ha ordinato la distruzione dei campi palestinesi. Il comandante
di divisione ha collocato dei carri armati sulle colline in mezzo alle loro case,
e non ha concesso alle ambulanze di evacuare i loro feriti. Il tenente
colonnello ha annunciato che i regolamenti per aprire fuoco sono stati
emendati per consentire di aprire il fuoco indiscriminatamente. Il comandante
del carro, a sua volta, ha individuato un gruppo di persone e ha ordinato al
suo artigliere di lanciare un missile. Io sono quell'artigliere, sono una piccola
vite in una perfetta macchina di guerra.
Sono l'ultimo annello, il più piccolo, nella catena di comando. Dovrei
semplicemente eseguire gli ordini - ridurre la mia esistenza al livello di
stimolo e risposta, sentire il comando "fuoco!" e tirare il grilletto, per portare il
piano generale a compimento. E dovrei fare tutto ciò con la semplicità e la
naturalezza di un robot, che - tutt'alpiù - sente il tremore del carro quando il
missile viene lanciato verso il bersaglio.
Ma come ha scritto Bertolt Brecht: "Generale, l'uomo è molto utile, sa volare
e sa uccidere. Ma ha un sol difetto: sa pensare". E davvero, generale,
chiunque tu sia - colonnello, brigadiere, capo di stato maggiore, ministro
della difesa, primo ministro, o tutti questi insieme - io so pensare. Forse non
sono capace di molto altro. Confesso di non essere un soldato
particolarmente dotato o coraggioso, non ho un'ottima mira, e le mie abilità
tecniche sono minimali. Non sono neanche molto atletico, e la divisa non si
addatta bene al mio corpo. Ma sono capace di pensare. Vedo dove Ella mi
sta portando. Comprendo che noi uccideremo, distruggeremo, ci faremo
male, moriremo, e che non se ne vedrà la fine di tutto ciò. So che la "guerra
continua" della quale Lei parla, andrà avanti sempre.
Vedo che, se i "bisogni militari" ci inducono a porre sotto assedio, dare la
caccia, ridurre alla fame un intero popolo, allora c'è qualcosa in questi
"bisogni" che è terribilmente sbagliato. Quindi sono costretto a disobbedire
alla Sua chiamata: non tirerò il grilletto. Non m'illudo, naturalmente: Lei mi
scanserà come una mosca, troverà un altro artigliere - uno più obbediente e
capace di me. Simili soldati non mancano. Il Suo carro continuerà ad
avanzare, un tafano come me non può fermare un carro armato, né una
colonna di carri, né tanto meno un'intera marcia di follia.
Ma un tafano può ronzare, infastidire, urtare, e a volte mordere anche. Prima
o poi altri artiglieri, carristi e comandanti, osservando le uccisioni senza
senso e il ciclo senza fine di violenze, cominceranno a pensare, a ronzare.
Siamo già centinaia, e alla fine del giorno il nostro ronzio sarà diventato un
ruggito assordante, un ruggito che echeggerà nelle Sue orecchie e in quelle
dei Suoi figli. La nostra protesta sarà inserita nei libri di storia per le
generazioni future. Quindi, generale, prima di scansarmi, forse anche Lei
dovrebbe incominciare a pensare.
In fede, Yigal Bronner
Vi prego di inviare lettere di protesta a favore degli obbiettori a: Ministry of
Defence, 37 Kaplan St., Tel-Aviv 61909, Israel. E-mail: sar@mod.gov.il o
pniot@mod.gov.
il Fax: 00972-3-696-27-57 / 00972-3-691-69-40 / 00972-3-691-79-15.
Un altro indirizzo utile per inviare copie è quello del "Military Attorney
General": Brig. Gen. Menachem Finklestein Chief Military Attorney Military
postal code 9605 IDF Israel Fax: 00972-3-569-43-70