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(Fwd) Caro generale, non tirerò il grilletto



Da Il Manifesto - 13 novembre 2002

"Caro generale, non tirerò il grilletto"

Lettera dal carcere ai generali israeliani del professore di sanscrito, riservista 
e "refusenik" Yigal Bronner: "Se i 'bisogni' militari ci inducono ad assediare, 
dare la caccia, affamare un intero popolo, allora questi 'bisogni' sono 
terribilmente sbagliati. Quindi disobbedirò alla Vostra chiamata"

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Il professore israeliano Yigal Bronner, studioso di sanscrito presso 
l'Università di Tel-Aviv, è ospite nelle patrie galere del suo paese a causa del 
suo rifiuto di fare la sua parte nella campagna militare interminabile contro i 
palestinesi, una campagna che vede ormai più di 500 riservisti "mobilitati" a 
dire Signornò a Sharon, a rifiutare di prestare servizo (refusenik) nei Territori 
occupati. Dal carcere scrive Ygal Bronner all'amico che è tramite di questo 
messaggio: "Cari amici, sono stato imprigionato dall'esercito israeliano per 
aver rifiutato di partecipare all'occupazione della Palestina. Sono stato 
condannato a ventotto giorni di prigione militare. Le ragioni che mi hanno 
indotto a dire no all'umiliazione, all'espropriazione, alla riduzione alla fame di 
un intero popolo saranno forse ovvie a qualcuno di voi. Ciò nonostante ho 
voluto spiegare le mie motivazioni sotto forma di una lettera indirizzata ai miei 
superiori militari (...)". E conclude: "Vi prego di far circolare queste 
informazioni il più possibile. Voglio farvi sapere che sono forte, e che vi 
ringrazio per il vostro sostegno. Shalom,Yigal". La lettera di Ygal Bronner è 
introdotta dalla citazione dei versi di Bertolt Brecht: " Generale il tuo carro è 
un veicolo potente,/ abbatte foreste, schiaccia cento uomini./ Ma ha un sol 
difetto:/ ha bisogno dell'autista".


Caro Generale,

nella Sua lettera mi ha scritto che "data la guerra continua in Giudea, in 
Samaria e lungo la striscia di Gaza, e in considerazione di bisogni militari", 
io sono chiamato a "partecipare in operazioni dell'esercito" in Cisgiordania.

Scrivo per dirLe che non intendo obbedire alla Sua chiamata. Durante gli anni 
'80, Ariel Sharon impiantò decine di colonie nel cuore dei territori occupati, 
una strategia il cui scopo ultimo era la sottomissione del popolo palestinese 
e l'espropriazione delle sue terre. Oggi queste colonie controllano quasi la 
metà dei territori occupati e strozzano le città e i villaggi palestinesi, oltre a 
ostacolare - se non proibire del tutto - gli spostamenti dei residenti. Sharon è 
ora primo ministro, e durante quest'ultimo anno avanza verso lo stadio 
definitivo dell'iniziativa che avviò venti anni fa. Infatti, Sharon ha dato l'ordine al 
suo lacché, il ministro della difesa, e da lì è passato lungo la catena del 
comando. Il capo di stato maggiore ha annunziato che i palestinesi 
costituiscono una minaccia cancerogena e ha ordinato che si applichi loro 
una chemioterapia. Il brigadiere ha imposto coprifuoco senza limiti di tempo, 
e il colonnello ha ordinato la distruzione dei campi palestinesi. Il comandante 
di divisione ha collocato dei carri armati sulle colline in mezzo alle loro case, 
e non ha concesso alle ambulanze di evacuare i loro feriti. Il tenente 
colonnello ha annunciato che i regolamenti per aprire fuoco sono stati 
emendati per consentire di aprire il fuoco indiscriminatamente. Il comandante 
del carro, a sua volta, ha individuato un gruppo di persone e ha ordinato al 
suo artigliere di lanciare un missile. Io sono quell'artigliere, sono una piccola 
vite in una perfetta macchina di guerra.

Sono l'ultimo annello, il più piccolo, nella catena di comando. Dovrei 
semplicemente eseguire gli ordini - ridurre la mia esistenza al livello di 
stimolo e risposta, sentire il comando "fuoco!" e tirare il grilletto, per portare il 
piano generale a compimento. E dovrei fare tutto ciò con la semplicità e la 
naturalezza di un robot, che - tutt'alpiù - sente il tremore del carro quando il 
missile viene lanciato verso il bersaglio.

Ma come ha scritto Bertolt Brecht: "Generale, l'uomo è molto utile, sa volare 
e sa uccidere. Ma ha un sol difetto: sa pensare". E davvero, generale, 
chiunque tu sia - colonnello, brigadiere, capo di stato maggiore, ministro 
della difesa, primo ministro, o tutti questi insieme - io so pensare. Forse non 
sono capace di molto altro. Confesso di non essere un soldato 
particolarmente dotato o coraggioso, non ho un'ottima mira, e le mie abilità 
tecniche sono minimali. Non sono neanche molto atletico, e la divisa non si 
addatta bene al mio corpo. Ma sono capace di pensare. Vedo dove Ella mi 
sta portando. Comprendo che noi uccideremo, distruggeremo, ci faremo 
male, moriremo, e che non se ne vedrà la fine di tutto ciò. So che la "guerra 
continua" della quale Lei parla, andrà avanti sempre.

Vedo che, se i "bisogni militari" ci inducono a porre sotto assedio, dare la 
caccia, ridurre alla fame un intero popolo, allora c'è qualcosa in questi 
"bisogni" che è terribilmente sbagliato. Quindi sono costretto a disobbedire 
alla Sua chiamata: non tirerò il grilletto. Non m'illudo, naturalmente: Lei mi 
scanserà come una mosca, troverà un altro artigliere - uno più obbediente e 
capace di me. Simili soldati non mancano. Il Suo carro continuerà ad 
avanzare, un tafano come me non può fermare un carro armato, né una 
colonna di carri, né tanto meno un'intera marcia di follia.

Ma un tafano può ronzare, infastidire, urtare, e a volte mordere anche. Prima 
o poi altri artiglieri, carristi e comandanti, osservando le uccisioni senza 
senso e il ciclo senza fine di violenze, cominceranno a pensare, a ronzare. 
Siamo già centinaia, e alla fine del giorno il nostro ronzio sarà diventato un 
ruggito assordante, un ruggito che echeggerà nelle Sue orecchie e in quelle 
dei Suoi figli. La nostra protesta sarà inserita nei libri di storia per le 
generazioni future. Quindi, generale, prima di scansarmi, forse anche Lei 
dovrebbe incominciare a pensare.

In fede, Yigal Bronner


Vi prego di inviare lettere di protesta a favore degli obbiettori a: Ministry of 
Defence, 37 Kaplan St., Tel-Aviv 61909, Israel. E-mail: sar@mod.gov.il  o  
pniot@mod.gov.

il Fax: 00972-3-696-27-57 / 00972-3-691-69-40 / 00972-3-691-79-15.

Un altro indirizzo utile per inviare copie è quello del "Military Attorney 
General": Brig. Gen. Menachem Finklestein Chief Military Attorney Military 
postal code 9605 IDF Israel Fax: 00972-3-569-43-70