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pericolo Bush



Sabato 9 novembre 2002

Dopo il voto al Consiglio di Sicurezza, la guerra che Bush vuole per scopi
suoi, che non c'entrano nulla col disarmo, non potrà più essere preventiva,
ma successiva ad una constatata violazione della risoluzione Onu.
    Saddam è capace di violarla, e altrettanto Bush di inscenare una
violazione.
    Uno non è migliore dell'altro. Un impossibile 100% non legittima
Saddam. La maggioranza nella minoranza non assolve il bellicismo
di Bush, che neppure una vera maggioranza potrebbe assolvere.
    L'uomo semplice si aspetterebbe una identica risoluzione rivolta a tutti
gli
stati capaci di nuclearismo e sterminismo, Usa compresi, ma è abbastanza
smaliziato per sapere che i potenti sono estranei ad ogni giustizia.
    L'arroganza guerriera di Bush, se non sconfitta sul piano giuridico, è
fortemente limitata dal voto Onu, e comunque smascherata sul piano
morale. Ma i commentatori ben sistemati non lo dicono.
    Se poi sarà ugualmente guerra, come dobbiamo temere, sarà seguita da una
grande ondata di terrorismo, su tutta la superficie dell'impero.
    Bush non dirà che ha fallito, ma ne trarrà motivo per indurire il
dominio,
perchè i potenti credono di sapere servirsi della violenza ribelle: la
strategia della
tensione è una loro invenzione. Ma essi, come il diavolo, fanno le pentole
senza coperchio.
    La linea di Bush, dei suoi vassalli nostrani, e degli elettori ciechi
che ne
hanno ora confermato nel Congresso la incertissima elezione presidenziale,
manifesterà tutta la sua stoltezza criminale.
    A quel punto, dopo molti delitti, bisognerà chiedersi quale, tra i tanti
stati canaglia, è il più canaglia.
    L'altra America, quella che riconosce il resto dell'umanità, alzerà la
sua
voce. Anche qualche vassallo meno prostituito dovrà pensare diversamente
il terorrismo, e cominciare a cercarne la cause profonde e remote. Dovrà
vedere che è causato e usato: causato, in pochi stupidi che si atteggiano a
giustizieri, dalle infinite ingiustizie; usato dai dominatori per coprire le
stesse ingiustizie.
    Ma l'opinione pubblica sarà lasciata libera di capire la realtà, o
ancora
violentata dal dominio delle falsità?
    Tocca a tutti noi difenderla e difenderci dallo stupro mediatico.

Enrico Peyretti
"Disperati, non disperiamo"
vedi http://www.arpnet.it/regis