riceviamo da davide berruti dell'associazione per la pace
questo primo rapporto sull'attivitą della delegazione di osservatori civili internazionali nel kurdistan turco in occasione delle elezioni politiche in turchia: Tunceli (Dersim), 02/11/2002 Una delegazione di associazioni pacifiste si trova in questo momento nella citta'di Dersim a 280 km a nord di Diyarbakir per monitorare le elezioni che domani si svolgeranno per l'elezione del nuovo Parlamento turco. Siamo arrivati stamattina da Diyarbakir e all'arrivo ci ha accolto i candidati di Dehap con il suo staff. Durante l'incontro di presentazione il candidato ha ricevuto una telefonata da un villaggio a 20 km da Dersim in cui gli veniva segnalata un'intimidazione a non votare Dehap da parte del capo dei militari locali. Żl candidato ci ha chiesto se ci andava di partire per il villaggio e siamo partiti accompagnati da lui e da alcuni suoi collaboratori con il nostro interprete. Ci siamo fermati presso un centro abitato due km prima del villaggio e ci hanno avvisato che anche li' si era verificato lo stesso incidente proprio oggi. Żnsieme al candidato abbiamo incontrato gli uomini di questo villaggio i quali ci hanno riportato i fatti. Żl nuovo comandante avrebbe avvertito di non votare dehap e avrebbe stracciato le bandiere di carta appese per tutto il paese. La reazione del candidato e' stata quella di invitare la gente a denunciare il capo militare al tribunale. Gli uomini si sono detti disposti a farlo solo se tutti insieme; qualcuno, infatti, ha fatto notare che se avesse votato dehap avrebbe subito la ritorsione da parte dei militari. Solo un atteggiamento comune puo' cambiare le cose. Cosi' abbiamo salutato gli uomini di questo primo villaggio con l'intenzione di proseguire per l'altro. Lungo la strada abbiamo incontrato la colonna di mezzi militari che scendeva verso il villaggio dal quale eravamo appena partiti. Żl candidato del dehap insieme al suo staff ha fermato la colonna per parlare con il comandante e chiedere spiegazioni. Durante un breve colloquio sulla strada lo ha avvertito (lo abbiamo saputo dopo) della nostra presenza e gli ha chiesto di ritrattare. E' cio' che e' avvenuto pochi minuti dopo quando ritornati da dove eravamo partiti abbiamo potuto assistere ad un chiarimento tra i militari che hanno sostenuto di non aver indicato il dehap, e gli uomini che si sono sentiti comunque difesi dalla presenza di tutti gli uomini del partito (che non erano mai stati in quel villaggio durante la campagna elettorale) e la nostra presenza. La colonna ha poi proseguito per l'altro villaggio (quello da cui ci avevano avvisato), la scena si e' ripetuta anche li'. Sulla via del ritorno abbiamo incontrato il corrispondente della Reuters che ci ha segnalato intimidazioni un po' in tutto il Kurdistan. Abbiamo poi visitato un terzo villaggio in cui era avvenuto lo stesso ma nel frattempo si era fatto tardi e non c'era piu' gente per strada. Żl bilancio di questa prima giornata e': tre villaggi visitati e tutti e tre teatro di violazioni. Żn due la gente e' parsa rincuorata dal nostro intervento ma ci chiediamo che ne e' degli altri 477 villaggi del distretto di Dersim? Domani ne visiteremo qualche altro dividendoci in due gruppi da tre. |