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VENTI DI GUERRA , SPIRITO DI PACE.
VENTI DI GUERRA , SPIRITO DI PACE.
Mentre i riflettori dei media di tutto il mondo sono puntati,
freneticamente, sulla probabile guerra all'Iraq, dell'ex alleato americano
e "principe del terrore", il dittatore Saddam Hussein, e vogliono
convincerci, con un propaganda ossessiva, della pericolosità che
incomberebbe sull'umanità lasciando in vita il regime iracheno, in un
tranquillo paesino abruzzese, Collecorvino, alcune donne e uomini cercano
di interrogarsi, pacatamente, sulla nonviolenza e sulla pace.
L' iniziativa è promossa dall'associazione Laboratorio Civico di
Collecorvino costituitasi alcuni mesi fa, con il chiaro intento di
realizzare un progetto sociale che mette al centro della propria attenzione
la persona umana.
Tra le tante iniziative che l'associazione sta realizzando, c'è quella
della Scuola della pace che prevede una serie di conferenze, la prima delle
quali sulla nonviolenza, tenutasi venerdì 11 ottobre scorso alle ore 21,
presso la sala consiliare del comune di Collecorvino.
Nonostante l'ora tarda , i partecipanti sono stati numerosi e hanno,
praticamente, riempito la sala, dando vita, anche ad un interessante
dibattito.
Dopo una breve introduzione sull'iniziativa, i coordinatori hanno
presentato il relatore della serata Luciano Benini.
Benini, marchigiano di Fano, è un fisico ambientale e segretario nazionale
del MIR ( movimento internazionale della riconciliazione ).
L'autorevole relatore, nonostante la vastità dell'argomento che non
permette di essere esaustivi, ha impostato il suo intervento dividendolo in
tre parti.
La prima parte del suo escursus storico inizia dalla genesi e termina con
la svolta costantiniana, passando attraverso la "pedagogia di
Dio"nell'antico testamento e raggiungendo il suo punto più alto con il
vangelo, autentica magna carta della nonviolenza; e continua, con le prime
comunità apostoliche, fino al martirio di Massimiliano di Numidia,
processato e messo a morte per essersi rifiutato di prestare servizio
militare nell'esercito imperiale romano.
La seconda parte della storia della nonviolenza, inizia con la
normalizzazione voluta dall'imperatore Costantini, che metteva fine a due
secoli di terribili persecuzioni dei cristiani e termina all'inizio del
diciannovesimo secolo.
Un arco di tempo che il relatore non esita a definire buio, dove
assistiamo, con le crociate, al completo ribaltamento dell'insegnamento
cristiano. Per fortuna, ci sono due significative eccezioni: Francesco
d'Assisi e il movimento dei Quaccheri.
La terza e ultima fase inizia con la conversione del conte russo L. Tolstoj
e continua con la grande testimonianza di due autentici giganti della
nonviolenza che sono l'avvocato indù M.K. Gandhi e il pastore battista
americano M.L.King.
Accanto a questi tre grandi maestri, Benini affianca gli italiani A.
Capitini e don L.Milani e, soprattutto, sottolinea il grande evento epocale
del Concilio Vaticano II.
Durante il Concilio, la Chiesa Cattolica, dopo sedici lunghi secoli,
divulga due importanti documenti: la " Pacem in terris "e la " Gaudium et
spes ", con cui si inizia, parzialmente, ad affrontare il tema della
nonviolenza. Anche nell'attuale magistero papale non mancato continui
riferimenti alla forza della nonviolenza.
A questo punto il relatore affronta i tantissimi ambiti di applicazione
della nonviolenza, che non va confusa con la sola rinuncia all'uso della
violenza, e riguardano la possibilità di costruire una società più giusta e
solidale, di prevenire e di risolvere, pacificamente, i conflitti
esistenti, altrimenti destinati ad incancrenirsi.
Ma prima dell'impegno all'esterno, la nonviolenza è un lavoro su di sé e di
progressiva e radicale trasformazione della propria vita; una conversione
esistenziale quindi, e non una moda come qualcuno, malignamente, insinua.
In ultimo, la relazione si è soffermata sugli eventi successivi alla caduta
del muro di Berlino e sulle lotte dei movimenti popolari nei paesi
dell'est, "arruolandoli", un po' forzosamente, tra gli esempi di lotta
nonviolenta; e sulle responsabilità delle potenze occidentali che hanno
preferito e incentivato la guerra civile nei vicini balcani, anziché
appoggiare i movimenti pacifisti, come quello del leader kosovaro I. Rugova.
E ora, vorrei fare due brevi considerazioni : la prima riguarda l'assenza
del Buddismo nella, pur bella, relazione di Benini. Non è una dimenticanza
irrilevante, in quanto la predicazione di Budda precede quella di Cristo di
cinque secoli e poi, il buddismo è una religione che conta mezzo miliardo
di seguaci nel mondo.
La seconda considerazione che vorrei fare, dal punto di vista della
nonviolenza, è una valutazione del papato wojtylano, un pò diversa da
quella fatta dal relatore.
Pur riconoscendo a questo papa alcune dichiarazioni coraggiose, per altro
mai seguite da altrettanti fatti concreti, ritengo che, in questo lungo
pontificato, abbiano prevalso le componenti più reazionarie della curia
romana, imponendo di fatto una violenta politica di restaurazione, che ha
vanificato, quasi del tutto, le speranze che papa Roncalli, con il
concilio, aveva suscitato. Più articolato e complesso è invece, il rapporto
tra il mondo cattolico, con le sue varie componenti, e la nonviolenza.
La storia della nonviolenza non è fatta solo dai grandi maestri e dalle
manifestazioni pubbliche, ma soprattutto da tante persone semplici e
sconosciute di buona volontà che si sforzano, quotidianamente, di
realizzare una sana, giocosa e pacifica convivenza con tutti gli esseri
umani e, quando occorre, non si sottraggono a dare testimonianze esemplari,
come quella di Francesco Jagertatter.
Questo contadino austriaco fu barbaramente ghigliottinato dai nazisti nel
1944 per essersi rifiutato, caparbiamente ,di entrare nell'esercito tedesco.
" Dulcis in fundo ", la conferenza ha avuto un piacevole epilogo con un
gustoso rinfresco, a base di prodotti del commercio equo e solidale,
offerto, gentilmente, dall'associazione Laboratorio Civico.
Michele Meomartino
Il prossimo incontro si terrà
Martedì 4.12. 2002 ore 21 Scuola elementare Villa Barberi di Collecorino
Interverrà
Miriam Giovananza direttrice del mensile " Altraeconomia "
Sul tema: Informazione specchio della democrazia