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SABATO 26 OTTOBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
UNO. CAMPO PROFUGHI DI DHEISHEH
DUE. SABATO 26 OTTOBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
TRE. "La nostra bambina e' stata uccisa da un kamikaze"
QUATTRO. Avvocati coraggiosi
UNO. DAI FIGLI E LE FIGLIE DEL CAMPO PROFUGHI DI DHEISHEH ALLE PERSONE
DI TUTTO
IL MONDO.
Noi, gli abitanti di Dheisheh, vogliamo raccontarvi qualcosa della
nostra
vita sotto questa crudele occupazione israeliana.
Abbiamo vissuto sin dal momento della nostra nascita questa disposizione
di vita, la vita di rifugiati nella propria terra.
Sin dalla nostra infanzia- ma non c'è nulla per cui si possa definire
infanzia-
abbiamo compreso il tremendo significato dell'occupazione, il
significato
di essere un rifugiato, il significato dell'esproprio e della perdita.
Abbiamo compreso il significato della schiavitù, e siamo disposti a
morire
per riavere la nostra libertà. Abbiamo compreso il significato
dell'avere
del perdere, e ora non pensiamo ad altro che a riottenere ciò che è per
diritto nostro.
Parliamo solo di come vivere come le altre persone, in libertà e
dignità.
E questo non è impossibile.
Abbiamo sentito parlare di qualcosa chiamato diritti degli animali
quando
vedo un cane che cammina con il suo padrone, vorrei essere quel cane,
perché
la sua vita è migliore di quella che mi tocca vivere.
Noi siamo cresciuti in campo profughi, sotto occupazione, io e il resto
della mia generazione siamo nati prima della prima Intifada, nell'87, a
quel
tempo anche se eravamo bambini- abbiamo capito cosa significava
partecipare
all' Intifada, vi abbiamo partecipato con tutto ciò che potevamo, ma
non vi
erano che pietre!
E noi le usammo! [...]
(articolo completo su
https://www.inventati.org/mailman/listinfo/coordintifada)
DUE. SABATO 26 OTTOBRE TUTTI IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA IN MEDIO
ORIENTE ED A
FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
Condividendo e raccogliendo l'appello lanciato dal Comitato "Per non
dimenticare Sabra e Chatila" e dalla Comunità Palestinese del Lazio
saremo
in piazza nella manifestazione nazionale convocata per sabato 26
ottobre.
1. No alla guerra coloniale contro l'Iraq e i popoli del Medio Oriente
2. Pace, terra, autodeterminazione per il popolo palestinese
3. Invio di osservatori internazionali a protezione della popolazione
palestinese
4. Applicazione delle Risoluzioni dell'ONU sulla Palestina che
prevedono:
· Il ritiro dei militari e delle colonie israeliane dai territori
palestinesi occupati
· La nascita dello Stato Palestinese indipendente con Gerusalemme est
capitale
· Il diritto al ritorno dei profughi palestinesi
1. Congelamento delle relazioni commerciali tra Italia e Israele.
Revoca dell'embargo contro l'Iraq
2. Solidarietà con l'Intifada
Il 26 ottobre raccogliamo l'appello alla mobilitazione internazionale
lanciato da ANSWER la coalizione statunitense contro la guerra e il
razzismo scendendo in piazza con una grande e unitaria manifestazione
nazionale contemporaneamente alla grande manifestazione contro la
guerra
che si terrà a Washington e in decine di altre città del mondo.
Stefano Chiarini (Giornalista Il Manifesto) - Guglielmo Allodi (Governo
Provincia di Napoli) - Emiliana Armano (Comitato Palestina di Torino) -
Vera Baldini (Giornalista) - Katia Bellillo (Deputato del PdCI) - Enzo
Bianchi (Giornalista) - Lorena Bucci (Salaam Ragazzi dell'Olivo di
Trieste) - Mauro Bulgarelli (Deputato dei Verdi) - Antonino Bussandri
(Cooperativa Piacenza 74) - Serafino Canepa (Social Forum Cagliari) -
Sergio Cararo (Forum Palestina) - Stefania Casula (Comitato
Sardegna-Palestina) - Livio Collerig (Salaam Ragazzi dell'Olivo
Trieste) -
Melania Comuzzi (Compagnia Teatrale Mina Vagante Milano) - Rita Corneli
(Associazione Donne in Genere) - Gabriele Corrado (Governo Provincia di
Napoli) - Anna Maria Costantini (Ufficio per lo Sviluppo economico e
sociale del Comune di Roma) - Luca Garlaschelli (Musicista) - Letizia
Giustolisi (Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Carla Greco (Roma) -
Maura Gualco
Gaetano
Liguori (Musicista) - Valter Lorenzi (Circolo Agorà Pisa) - Monica
Maurer
(Regista) - Germano Monti (Forum Palestina) - Maurizio Musolino
(Giornalista La Rinascita) - Giuseppina Natale (Circolo Gianni Bosio) -
Annalisa Paba (Comitato Sardegna-Palestina) - Mariangela Pedditzi
(Comitato
Sardegna-Palestina) - Valentina Peschechera (Comitato Palestina di
Barletta) - Massimo Pintori (Musicista) - Carlo Pona (Presidente del
Servizio Civile Internazionale) - Giuseppe Pusceddu (Comitato
Sardegna-Palestina) - Loredana Radessich (Salaam Ragazzi
dell'Olivo Trieste) - Raimonda Raggio (Comitato Sardegna-Palestina) -
Nicoletta Rizzitelli (Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Giorgio
Rondi
(Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Adriana Rosasco (Servizio Civile
Internazionale) - Giulio Sagone (Compagnia Teatrale Mina Vagante
Milano) -
Ornella Sangiovanni (Un ponte per...) - Marisa Savoia (Donne in
Nero Napoli) - Nunzia Scano (Comitato Sardegna-Palestina) - Raffaele
Sciortino (Comitato Palestina di Torino) - Michela Sechi
(Giornalista Radio Popolare) - Giorgio Stern (Salaam Ragazzi
dell'Olivo Trieste) - Maria Succu (Comitato Sardegna-Palestina) - Omar
Suleiman (Comunità Palestinese di Napoli) - Marta Tartarini
(Giornalista) -
Patrizia Viglino (Giornalista) - Alessandro Zagaria (Comitato Palestina
di
Barletta)
Comunità Palestinese di Roma e del Lazio - Comitato "Per non
dimenticare
Sabra e Chatila" - Coordinamento di Solidarietà con l'Intifada - Forum
Palestina - Circolo ARCI "Agorà" (Pisa) - Gazzella ONLUS - Rete No
Global
(Viterbo) - Coordinamento Tuscia - Palestina - Fulvio Grimaldi
(giornalista) - Comitato Donne RdB per la Palestina - Gruppo Atei
Materialisti Dialettici (GAMADI) - Solidarietà internazionale con...
(Teramo) - Patrizia Terrieri - Associazione Marxista Rivoluzionaria
PROGETTO COMUNISTA - Campo Antimperialista - Associazione Nicaragua
Nicaraguita - Partito dei Comunisti italiani - Unione Democratica
Palestinese in Italia (UDAP) -
100 idee per la pace (Siena) - Assemblea Nazionale Anticapitalista -
Comitato per la Pace e la Solidarietà fra i Popoli - Comitato Palestina
(Firenze) - Ramon Parral (poeta) - Umbria Rossa - Italo Arcuri
(Responsabile Politiche Associative PdCI di Roma) - Anna Nacci
(Tarantula
Rubra) - Associazione Sardegna - Palestina - Coordinamento Romagnolo
contro
la Guerra e la NATO - Giulio Stocchi (Milano) - Michele Fadda - Roberto
Gozemel (Trieste) - Associazione di Amicizia Italia - Palestina
(Brescia) -
Soccorso Popolare (Padova) - Fausto Sorini (Direzione Nazionale PRC) -
Leonardo Masella (Presidente Gruppo PRC Regione Emilia - Romagna) -
Fosco
Giannini (Direttore de l'Ernesto, a nome della rivista) - Centro
Culturale
"Concetto Marchesi" (Milano) - Roberto Sconciaforni (Segretario
Federazione
PRC di Bologna) - Associazione di Amicizia Italia - Palestina -
Socialismo
e Liberazione - Unità Popolare (Basilicata) - Associazione Italia -
Nicaragua (sez. di Viterbo) - Giovani Musulmani d'Italia - Giovanni
Pesce
(Medaglia d'oro della Resistenza) - On. Giuseppe Sacchi (PRC - Milano) -
Sergio Ricaldone (già membro del Consiglio mondiale della pace) -
Domenico
Losurdo (Docente Università di Urbino) - Roberto Foresti (Presidente
Associazione Nazionale Italia - Cuba) - Roberto Cocevari (Presidente
Associazione Italia - Vietnam, Milano) - Collettivo Spartakus - C.U.B.
Trasporti (settore aereo) - Associazione NARRAMONDO - Unione
Democratica
Arabo Palestinese (Napoli) - Associazione Solidarietà Proletaria -
Redazione de "Il Bollettino" - Comitato lucchese di Solidarietà con
l'Intifada (Lucca) - CUB Scuola (Federazione romana) - Gualtiero Alunni
(Assessore PRC VIII Municipio del Comune di Roma) - Associazione
culturale
JENIN (Roma) - Adriana Spera (Consigliera Comunale del PRC - Roma) -
Circolo PRC ACEA (Roma) - Circolo PRC Ministero del Lavoro (Roma) -
Circolo
PRC Casal Bertone Portonaccio "Guido D'Angelo" (Roma) - Rivista "Il
Monviso" - Unione Popolar
Comunisti di Milano) - Circolo PRC "Camilla Ravera" (Roma) - Roberto Di
Fede - Circolo Giovanile Comunista "Rosse Bandiere" (Savona) - Claudio
Grassi (Segreteria Nazionale PRC) - Alberto Burgio (Responsabile
Giustizia
e Legalità PRC) - Gianluigi Pegolo (Direzione Nazionale PRC) - Bruno
Casati
(Direzione Nazionale PRC) - Gianni Favaro (Direzione Nazionale PRC) -
Bruno
Steri (Comitato Politico Nazionale PRC) - Arcangelo Longo (Segretario
Federazione PRC di Messina) - Fernando Visentin (Milano) - Federazione
Provinciale del PRC di Ferrara - Marco Dal Toso - Massimiliano
Valdannini
(Roma) - Nino De Gaetano (Capogruppo PRC Comune di Reggio Calabria) -
Lorenzo Ingenito (Segretario Circolo PRC "Bianchini" - Genova) - Fausto
Gianelli (Avvocato del collegio di Marwan Barghouti - Modena) -
Guglielmo
Simoneschi - Comitato Antimperialista Antifascista (Firenze) - Ilaria
Sorrentino (Comitato Politico Nazionale PRC) - Gruppo Consiliare PRC
della
Provincia di Livorno - Circolo PRC di Cavenago (Milano) - Graziella
Stecconi (Segretaria Federazione PRC di Ancona) - Gruppo Consiliare PRC
della Provincia di Bologna - Stefano Cristiano (Assessore Ambiente e
Salute
del Comune di Pistoia) - Stefano G. Azzarà - Alfredo Novarini
(Responsabile
Dipartimento Enti Locali PRC Lombardia) - Chiesa evangelica battista di
Bari - Lorenzo Praticò (Segretario del Circolo PRC di Fiumicino -
Roma) -
Circolo PRC "Energia" di Civitavecchia - Mauro Lenzi (Capogruppo PRC
Provincia di Siena) - Giovani Comunisti/e di Urbino - Rossella Letizia
Mancusi (Comitato Politico Nazionale del PRC) - Desi Bruno (Avvocata
del
collegio di Marwan Barghouti) - Coordinamento Nazionale Giuristi
Democratici - Alpio Riccardi (Segreteria PRC Comitato Regionale
Marche) -
Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese in
Italia -
Socialismo Rivoluzionario - Associazione antirazzista 3 febbraio - AL-
AWDA
Emergenza Palestina - Luigi Giacalone - Francesco Vaia (Dir. Naz.
FILTEA
-CGIL)
PRC di Siena) -
Giuseppe
Quaranta (Fasano - Brindisi) - Patrizia Corpino - Circolo PRC di
Sarzana -
Antonello Zecca - Gianni Lucini (giornalista di Liberazione) - Un ponte
per
Belgrado (Bari) - Avvocata Elisabetta Borioni (Bologna) - Beatrice
Giavazzi
(iscritta PRC) - Confederazione Cobas - Federazione Nazionale delle
Rappresentanze di Base - SLAI COBAS (Taranto) - Rossoperaio (Taranto)
Parlamentari: Mauro Bulgarelli, Paolo Cento, Marco Lion, Luana Zanella
(Verdi); Roberta Pinotti, Silvana Pisa (DS); Katia Bellillo, Maura
Cossutta, Gianfranco Pagliarulo, Gabriella Pistone, Marco Rizzo, Cosimo
Giuseppe Sgobio (PdCI)
TRE. The Mirror, 29 Giugno 2002
La nostra bambina e' stata uccisa da un kamikaze...
ma e' il terrore dell'occupazione israeliana il vero responsabile della
sua morte
Alexandra Williams
GERUSALEMME- Un vistoso autoadesivo rosso con la scritta "Palestina
Libera" ha un posto prominente sulla porta di casa della famiglia
Elhanan.
Ma questa non e' una casa palestinese nei territori occupati.
Va notato che questa casa e' situata in una ricca zona di Gerusalemme,
ed appartiene a una coppia che ha perduto figlia quattordicenne,
Smadar, nell'attacco terroristico di un palestinese suicida.
Invece di essere motivati dalla vendetta e dall'odio, Nurit Elhanan e
suo marito Rami, entrambi di 52 anni, si stanno battendo per la pace.
Stanno facendo una campagna liberare i territori occupati, per porre
fine all'occupazione israeliana che definiscono il cancro che alimenta
il terrore.
Nurit, professoressa di lingue all'Universita' Ebraica dice, "nessuna
madre penserebbe mai di consolarsi con la morte del figlio di un'altra
madre. Israele si sta trasformando in un cimitero di bambini. La Terra
Santa sta diventando la terra della devastazione."
Rami, che lavora come progettista, e' d'accordo, "se oggi viene ucciso
un bambino israeliano e domani muore un bambino palestinese, non e' una
soluzione. Nostra figlia e' stata uccisa dal terrore dell'occupazione
e' una
vittima dell'occupazione. L'occupazione e' il cancro che alimenta il
terrore palestinese."
La scorsa settimana, dopo le bombe di due kamikaze e una sparatoria che
ha ucciso 30 israeliani, Israele ha rafforzato le manovre militari. Il
risultato e' stata la morte di palestinesi innocenti, fra i quali
cinque bambini, uccisi tutti nello stesso giorno, venerdi'.
Dice Rami, "l'uccisione dei bambini palestinesi a Jenin mi ha devastato
quanto la morte degli israeliani uccisi nell'attentato palestinese il
giorno avanti. I palestinesi soffrono e piangono esattamente come gli
israeliani. Abbiamo tutti lo stesso sangue."
Qualcuno li definisce difensori dei kamikaze. A un raduno di pace, un
israeliano li ha chiamati "rossi traditori" e ha commentato, "peccato
che non siete saltati in aria con vostra figlia."
Smadar e' stata uccisa in un doppio bombardamento a Gerusalemme, nel
settembre del 1997. Erano le tre del pomeriggio del primo giorno di
scuola. Stava comprando dei libri con due sue care amiche. Dopo lo
scoppio della prima bomba, la gente e' fuggita terrorizzata avviandosi
inconsapevolmente verso il secondo terrorista, che ha detonato la
seconda bomba. Smadar e' morta immediatamente, insieme ad una delle sue
amiche. L'altra e' rimasta in coma per sei mesi. Cinque anni dopo, il
dolore e' ancora troppo intenso, e la famiglia fa fatica a parlarne.
Il padre di Rami e' sopravvissuto ad Auschwitz, ma i suoi nonni, le sue
zie e i suoi zii sono morti nell'Olocausto. Ma Rami dichiara, "il
dolore di perdere la nostra bella bambina e' insopportabile, ma la
nostra casa non conosce l'odio. Si puo' affondare nella propria miseria
e aspettare la morte o si puo' provare a fare qualche cosa che abbia un
valore. Cosi' abbiamo cominciato metterci in contatto con le persone
che, dall'altra parte, vivevano situazioni analoghe alla nostra. Oggi
abbiamo tanti amici palestinesi, genitori che come noi hanno perso i
figli. Insieme siamo una forza. Non possiamo restare in silenzio.
al mondo. Questa forza c'e' arrivata dal disastro."
Alcuni sostengono che la fine dell'occupazione non significherebbe la
fine degli attentati terrostici. Hamas e Islamic Jihad hanno promesso
che continueranno la campagna fino ad espellere tutti gli ebrei da
Israele. Ma Rami e Nurit le dicono che le organizzazioni terroristiche
prendono forza da un popolo perseguitato. Nurit e' convinta che, "la
forza di Hamas viene della rabbia. Se si restituisse la dignita',
l'onore e la prosperita' della gente terminando l'occupazione, Hamas
perderebbe la sua forza."
Rami aggiunge, "se un uomo che ha il cancro in una gamba va dal dottore
e chiede se una volta amputata la gamba egli tornera' come prima, il
dottore non dice si, senza una gamba sarai come prima, ma non per
questo si rifiuterebbe di amputargli la gamba. Andarsene da Gaza e
dalla Cisgiordania sarebbe un bene sia per gli israeliani che per i
palestinesi."
La coppia ha altri tre figli - Elik di 25 anni, Guy di 23 e Yigal di
10. Elik e Guy, che ora studia a Parigi, erano soldati di leva
nell'esercito israeliano. Hanno combattuto al confine, contro il
Libano. Nurit e Rami sono sicuri che oggi i loro figli non
presterebbero servizio nei territori palestinesi.
Rami, veterano della guerra del '73 e dell'invasione israeliana nel
Libano dell'82, dice, "i refusenik sono eroi."
Rami e sua moglie se la prendono con il primo ministro israeliano Ariel
Sharon, con il leader palestinese Yasser Arafat e con gli Stati Uniti,
non con il kamikaze che ha ucciso la loro figlia. Nurit dice, "la
guerra non e' tra israeliani e palestinesi, ma tra questi assassini che
si fanno chiamare capi. Gli Stati Uniti sono riluttanti e infastiditi
da questa situazione e il resto del mondo tira avanti come se non ci
fossero spargimenti di sangue."
La coppia ha fondato il Bereaved Family Forum [un centro di supporto
per le famiglie che hanno perso i loro cari] insieme al palestinese
Izzat Ghazzawi, che ha perduto il figlio Ramy, di 16 anni, u
truppe israeliane. Lo scorso dicembre Nurit e Izzat hanno ricevuto dal
Parlamento Europeo il Premio Sakharov per la libertà di pensiero.
Nurit dice , "mi e' stato chiesto tante volte se sento il bisogno di
rivendicare la morte della mia bambina, uccisa soltanto perche' era
nata israeliana, da un ragazzo disperato al punto di uccidere
suicidandosi, soltanto perche' era nato palestinese, e allora cito il
poeta ebraico Bialik, che ha detto, 'Satana non ha ancora creato la
vendetta per chi versa il sangue di un bambino'."
QUATTRO. Avvocati
Un team di avvocati americani ha intentato un procedimento legale
contro dirigenti israeliani e statunitensi, incluso il presidente
George W.Bush, a nome di quei palestinesi-americani che hanno sofferto
le atrocita' causate dai supporters di Israele, dai massacri di Sabra e
Shatila del 1982 ai crimini di guerra compiuti durante l'ultima rivolta
palestinese, o intifada.
"Il mondo e' stato a guardare in silenzio, e noi non vogliamo stare in
silenzio", ha detto Stanley Cohen, l'avvocato che guida il team in una
conferenza stampa tenuta il 17 luglio scorso in una Corte distrettuale
di Washington DC.
"Questi palestinesi che si sono rivolti a noi non chiedono altro che
una giustizia che viene loro negata da oltre 50 anni", ha detto Cohen,
cercando di controllare l'emozione nella sua voce.
Parlando al National Press Club, Cohen ha riassunto le storie personali
dei personaggi principali contro cui intende intentare il procedimento -
l'attuale primo ministro israeliano, Ariel Sharon, per le sue azioni
come primo ministro e come ministro della difesa ai tempi dei massacri
nei campi profughi palestinesi, diversi altri dirigenti ed ufficiali
israeliani, Bush ed il Segretario di stato, Colin Powell.
Cohen ha riferito alla stampa di una legge sponsorizzata dal governo
israeliano e presentata recentemente alla Knesset, la quale intende
proteggere Israele contro ogni procedimento legale intentato da
palestinesi ed altri civili; agitando il
'avvocato
ha urlato: "Signor Sharon, questa e' Israele. E qui siamo negli Stati
Uniti". Nel procedimento sono inclusi gli insediamenti colonici
israeliani in terra palestinese, tutti illegali secondo la legge
internazionale, e compagnie come la Boeing, McDonnell-Douglas
Helicopter Systems e la Textron, tutte accusate di aver costruito e
venduto ad Israele "macchine di morte e di distruzione".
Per tutti questi, l'accusa e' di genocidio, crimini di guerra, crimini
contro l'umanita', atti di assassinio, atti di tortura, menomazioni
fisiche, sequestri di persona, raccolta di denaro illecito - in merito
al denaro raccolto per sostenere Israele - ed una "vasta gamma di altre
imputazioni", ha affermato Cohen.
Gli avvocati chiedono al Presidente USA di conformare i suoi atti alla
Legge per il controllo della vendita e l'esportazione di armi (22
U.S.C. 2751) e di presentare immediatamente al Congresso un rapporto
sull'uso delle armi americane fornite ad Israele, alla luce della prova
schiacciante che "tutte queste armi vengono usate contro una
popolazione indifesa e contro civili innocenti".
Sebbene Bush e Powell non siano accusati di crimini di guerra, Cohen
afferma che quest'eventualita' sara' studiata dal suo team. Per adesso,
il presidente e' accusato di aver fallito nell'adempiere "alle sue
responsabilita' statutarie in merito alla vendita ed all'esportazione
di armi", mentre Powell e' accusato di aver fallito
nell'adempiere "alle sue responsabilita' statutarie in merito al
controllo sull'uso di armi fornite dagli USA a paesi esteri", ha
affermato Cohen.
Il giovane avvocato ha affermato che si tratta del suo primo
procedimento del genere, che metta insieme cosi' tante e diverse
motivazioni e che chieda un'azione diretta sulla Legge per il controllo
dell'esportazioni di armi.
Sebbene siano centinaia le storie di vittime palestinesi raccolte dal
team in un anno di ricerche condotte insieme al Solidarity
International - un gruppo per la difesa dei diritti umani
ington dopo l'11 settembre con lo scopo di aiutare i musulmani
d'America - sono state selezionate 21 testimonianze, tutte anonime nel
procedimento.
Di queste, diciotto sono storie di persone con cittadinanza americana,
due sono residenti all'estero e una e' sopravvissuta al massacro nei
campi profughi di Sabra e Shatila.
Cohen ha dichiarato ai giornalisti di aspettarsi che il procedimento
legale si espanda in qualcosa di piu' grosso. "Stiamo parlando di
sfidare l'impunita' che Israele ha sempre ottenuto dagli USA", ha detto.
"Sono consapevole di correre dei rischi, di avere la stampa contro e di
dover sottostare a pressioni fortissime, ma non mi lascio intimidire da
questa prospettiva. Mi ci sono voluti anni per essere quello che sono,
e credo fermamente che la verita' venga sempre fuori, in un modo o
nell'altro".
Il coraggioso avvocato sostiene di essere ottimista, nonostante i
giganteschi ostacoli che dovra' affrontare. "Il nostro team lavorera'
duramente ... non ci lasceremo comprare".
Alla fine della conferenza stampa, Cohen rivolge un pensiero a coloro
che soffrono sul campo:
"Ai miei fratelli e sorelle in Palestina dico: non siete soli. Noi
combatteremo, lavoreremo, lotteremo ... affinche', mai piu'. Ti suona
familiare, signor Sharon? Mai piu'".
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