[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

SABATO 26 OTTOBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA



UNO. CAMPO PROFUGHI DI DHEISHEH
DUE. SABATO 26 OTTOBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
TRE. "La nostra bambina e' stata uccisa da un kamikaze"
QUATTRO. Avvocati coraggiosi

UNO. DAI FIGLI E LE FIGLIE DEL CAMPO PROFUGHI DI DHEISHEH ALLE PERSONE 
DI TUTTO
IL MONDO.
Noi, gli abitanti di Dheisheh, vogliamo raccontarvi qualcosa della 
nostra
vita sotto questa crudele occupazione israeliana.
Abbiamo vissuto sin dal momento della nostra nascita questa disposizione
di  vita, la vita di rifugiati nella propria terra.
Sin dalla nostra infanzia- ma non c'è nulla per cui si possa definire
infanzia-
abbiamo compreso il tremendo significato dell'occupazione, il 
significato
di essere un rifugiato, il significato dell'esproprio e della perdita.
Abbiamo compreso il significato della schiavitù, e siamo disposti a 
morire
per riavere la nostra libertà. Abbiamo compreso il significato 
dell'avere
del perdere, e ora non pensiamo ad altro che a riottenere ciò che è per
diritto nostro.
Parliamo solo di come vivere come le altre persone, in libertà e 
dignità.
E questo non è impossibile.
Abbiamo sentito parlare di qualcosa chiamato diritti degli animali 
quando
vedo un cane che cammina con il suo padrone, vorrei essere quel cane, 
perché
la sua vita  è migliore di quella che mi tocca vivere.
Noi siamo cresciuti in campo profughi, sotto occupazione, io e il resto
della mia generazione siamo nati prima della prima Intifada, nell'87, a 
quel
tempo anche se eravamo bambini- abbiamo capito cosa significava 
partecipare
all' Intifada, vi abbiamo partecipato con tutto ciò che potevamo, ma 
non vi
erano che pietre!
E noi le usammo! [...]
(articolo completo su 
https://www.inventati.org/mailman/listinfo/coordintifada)
 

DUE. SABATO 26 OTTOBRE TUTTI IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA IN MEDIO 
ORIENTE ED A 
FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
Condividendo e raccogliendo l'appello lanciato dal Comitato "Per non 
dimenticare Sabra e Chatila" e dalla Comunità Palestinese del Lazio
 
saremo 
in piazza nella manifestazione nazionale convocata per sabato 26 
ottobre.
1. No alla guerra coloniale contro l'Iraq e i popoli del Medio Oriente
2. Pace, terra, autodeterminazione per il popolo palestinese
3. Invio di osservatori internazionali a protezione della popolazione 
palestinese
4. Applicazione delle Risoluzioni dell'ONU sulla Palestina che 
prevedono:
· Il ritiro dei militari e delle colonie israeliane dai territori 
palestinesi occupati
· La nascita dello Stato Palestinese indipendente con Gerusalemme est 
capitale
· Il diritto al ritorno dei profughi palestinesi
1. Congelamento delle relazioni commerciali tra Italia e Israele. 
Revoca dell'embargo contro l'Iraq
2. Solidarietà con l'Intifada
Il 26 ottobre raccogliamo l'appello alla mobilitazione internazionale 
lanciato da ANSWER la coalizione statunitense contro la guerra e il 
razzismo scendendo in piazza con una grande e unitaria manifestazione 
nazionale contemporaneamente alla grande manifestazione contro la 
guerra 
che si terrà a Washington e in decine di altre città del mondo.
Stefano Chiarini (Giornalista Il Manifesto) - Guglielmo Allodi (Governo 
Provincia di Napoli) - Emiliana Armano (Comitato Palestina di Torino) - 
Vera Baldini (Giornalista) - Katia Bellillo (Deputato del PdCI) - Enzo 
Bianchi (Giornalista) - Lorena Bucci (Salaam Ragazzi dell'Olivo di 
Trieste) - Mauro Bulgarelli (Deputato dei Verdi) - Antonino Bussandri 
(Cooperativa Piacenza 74) - Serafino Canepa (Social Forum Cagliari) - 
Sergio Cararo (Forum Palestina) - Stefania Casula (Comitato 
Sardegna-Palestina) - Livio Collerig (Salaam Ragazzi dell'Olivo 
Trieste) - 
Melania Comuzzi (Compagnia Teatrale Mina Vagante Milano) - Rita Corneli 
(Associazione Donne in Genere) - Gabriele Corrado (Governo Provincia di 
Napoli) - Anna Maria Costantini (Ufficio per lo Sviluppo economico e 
sociale del Comune di Roma) - Luca Garlaschelli (Musicista) - Letizia 
Giustolisi (Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Carla Greco (Roma) - 
Maura Gualco 
 
Gaetano 
Liguori (Musicista) - Valter Lorenzi (Circolo Agorà Pisa) - Monica 
Maurer 
(Regista) - Germano Monti (Forum Palestina) - Maurizio Musolino 
(Giornalista La Rinascita) - Giuseppina Natale (Circolo Gianni Bosio) - 
Annalisa Paba (Comitato Sardegna-Palestina) - Mariangela Pedditzi 
(Comitato 
Sardegna-Palestina) - Valentina Peschechera (Comitato Palestina di 
Barletta) - Massimo Pintori (Musicista) - Carlo Pona (Presidente del 
Servizio Civile Internazionale) - Giuseppe Pusceddu (Comitato 
Sardegna-Palestina) - Loredana Radessich (Salaam Ragazzi 
dell'Olivo Trieste) - Raimonda Raggio (Comitato Sardegna-Palestina) - 
Nicoletta Rizzitelli (Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Giorgio 
Rondi 
(Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Adriana Rosasco (Servizio Civile 
Internazionale) - Giulio Sagone (Compagnia Teatrale Mina Vagante 
Milano) - 
Ornella Sangiovanni (Un ponte per...) - Marisa Savoia (Donne in 
Nero Napoli) - Nunzia Scano (Comitato Sardegna-Palestina) - Raffaele 
Sciortino (Comitato Palestina di Torino) - Michela Sechi 
(Giornalista Radio Popolare) - Giorgio Stern (Salaam Ragazzi 
dell'Olivo Trieste) - Maria Succu (Comitato Sardegna-Palestina) - Omar 
Suleiman (Comunità Palestinese di Napoli) - Marta Tartarini 
(Giornalista) - 
Patrizia Viglino (Giornalista) - Alessandro Zagaria (Comitato Palestina 
di 
Barletta)
Comunità Palestinese di Roma e del Lazio - Comitato "Per non 
dimenticare 
Sabra e Chatila" - Coordinamento di Solidarietà con l'Intifada - Forum 
Palestina - Circolo ARCI "Agorà" (Pisa) - Gazzella ONLUS - Rete No 
Global 
(Viterbo) - Coordinamento Tuscia - Palestina - Fulvio Grimaldi 
(giornalista) - Comitato Donne RdB per la Palestina - Gruppo Atei 
Materialisti Dialettici (GAMADI) - Solidarietà internazionale con... 
(Teramo) - Patrizia Terrieri - Associazione Marxista Rivoluzionaria 
PROGETTO COMUNISTA - Campo Antimperialista - Associazione Nicaragua 
Nicaraguita - Partito dei Comunisti italiani - Unione Democratica 
Palestinese in Italia (UDAP) - 
 
100 idee per la pace (Siena) - Assemblea Nazionale Anticapitalista - 
Comitato per la Pace e la Solidarietà fra i Popoli - Comitato Palestina 
(Firenze) - Ramon Parral (poeta) - Umbria Rossa - Italo Arcuri 
(Responsabile Politiche Associative PdCI di Roma) - Anna Nacci 
(Tarantula 
Rubra) - Associazione Sardegna - Palestina - Coordinamento Romagnolo 
contro 
la Guerra e la NATO - Giulio Stocchi (Milano) - Michele Fadda - Roberto 
Gozemel (Trieste) - Associazione di Amicizia Italia - Palestina 
(Brescia) - 
Soccorso Popolare (Padova) - Fausto Sorini (Direzione Nazionale PRC) - 
Leonardo Masella (Presidente Gruppo PRC Regione Emilia - Romagna) - 
Fosco 
Giannini (Direttore de l'Ernesto, a nome della rivista) - Centro 
Culturale 
"Concetto Marchesi" (Milano) - Roberto Sconciaforni (Segretario 
Federazione 
PRC di Bologna) - Associazione di Amicizia Italia - Palestina - 
Socialismo 
e Liberazione - Unità Popolare (Basilicata) - Associazione Italia - 
Nicaragua (sez. di Viterbo) - Giovani Musulmani d'Italia - Giovanni 
Pesce 
(Medaglia d'oro della Resistenza) - On. Giuseppe Sacchi (PRC - Milano) -
 
Sergio Ricaldone (già membro del Consiglio mondiale della pace) - 
Domenico 
Losurdo (Docente Università di Urbino) - Roberto Foresti (Presidente 
Associazione Nazionale Italia - Cuba) - Roberto Cocevari (Presidente 
Associazione Italia - Vietnam, Milano) - Collettivo Spartakus - C.U.B. 
Trasporti (settore aereo) - Associazione NARRAMONDO - Unione 
Democratica 
Arabo Palestinese (Napoli) - Associazione Solidarietà Proletaria - 
Redazione de "Il Bollettino" - Comitato lucchese di Solidarietà con 
l'Intifada (Lucca) - CUB Scuola (Federazione romana) - Gualtiero Alunni 
(Assessore PRC VIII Municipio del Comune di Roma) - Associazione 
culturale 
JENIN (Roma) - Adriana Spera (Consigliera Comunale del PRC - Roma) - 
Circolo PRC ACEA (Roma) - Circolo PRC Ministero del Lavoro (Roma) - 
Circolo 
PRC Casal Bertone Portonaccio "Guido D'Angelo" (Roma) - Rivista "Il 
Monviso" - Unione Popolar

Comunisti di Milano) - Circolo PRC "Camilla Ravera" (Roma) - Roberto Di 
Fede - Circolo Giovanile Comunista "Rosse Bandiere" (Savona) - Claudio 
Grassi (Segreteria Nazionale PRC) - Alberto Burgio (Responsabile 
Giustizia 
e Legalità PRC) - Gianluigi Pegolo (Direzione Nazionale PRC) - Bruno 
Casati 
(Direzione Nazionale PRC) - Gianni Favaro (Direzione Nazionale PRC) - 
Bruno 
Steri (Comitato Politico Nazionale PRC) - Arcangelo Longo (Segretario 
Federazione PRC di Messina) - Fernando Visentin (Milano) - Federazione 
Provinciale del PRC di Ferrara - Marco Dal Toso - Massimiliano 
Valdannini 
(Roma) - Nino De Gaetano (Capogruppo PRC Comune di Reggio Calabria) - 
Lorenzo Ingenito (Segretario Circolo PRC "Bianchini" - Genova) - Fausto 
Gianelli (Avvocato del collegio di Marwan Barghouti - Modena) - 
Guglielmo 
Simoneschi - Comitato Antimperialista Antifascista (Firenze) - Ilaria 
Sorrentino (Comitato Politico Nazionale PRC) - Gruppo Consiliare PRC 
della 
Provincia di Livorno - Circolo PRC di Cavenago (Milano) - Graziella 
Stecconi (Segretaria Federazione PRC di Ancona) - Gruppo Consiliare PRC 
della Provincia di Bologna - Stefano Cristiano (Assessore Ambiente e 
Salute 
del Comune di Pistoia) - Stefano G. Azzarà - Alfredo Novarini 
(Responsabile 
Dipartimento Enti Locali PRC Lombardia) - Chiesa evangelica battista di 
Bari - Lorenzo Praticò (Segretario del Circolo PRC di Fiumicino - 
Roma) - 
Circolo PRC "Energia" di Civitavecchia - Mauro Lenzi (Capogruppo PRC 
Provincia di Siena) - Giovani Comunisti/e di Urbino - Rossella Letizia 
Mancusi (Comitato Politico Nazionale del PRC) - Desi Bruno (Avvocata 
del 
collegio di Marwan Barghouti) - Coordinamento Nazionale Giuristi 
Democratici - Alpio Riccardi (Segreteria PRC Comitato Regionale 
Marche) - 
Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese in 
Italia - 
Socialismo Rivoluzionario - Associazione antirazzista 3 febbraio - AL-
AWDA 
Emergenza Palestina - Luigi Giacalone - Francesco Vaia (Dir. Naz. 
FILTEA 
-CGIL)
 PRC di Siena) - 
Giuseppe 
Quaranta (Fasano - Brindisi) - Patrizia Corpino - Circolo PRC di 
Sarzana - 
Antonello Zecca - Gianni Lucini (giornalista di Liberazione) - Un ponte 
per 
Belgrado (Bari) - Avvocata Elisabetta Borioni (Bologna) - Beatrice 
Giavazzi 
(iscritta PRC) - Confederazione Cobas - Federazione Nazionale delle 
Rappresentanze di Base - SLAI COBAS (Taranto) - Rossoperaio (Taranto)
Parlamentari: Mauro Bulgarelli, Paolo Cento, Marco Lion, Luana Zanella 
(Verdi); Roberta Pinotti, Silvana Pisa (DS); Katia Bellillo, Maura 
Cossutta, Gianfranco Pagliarulo, Gabriella Pistone, Marco Rizzo, Cosimo 
Giuseppe Sgobio (PdCI)

TRE. The Mirror, 29 Giugno 2002
La nostra bambina e' stata uccisa da un kamikaze...
ma e' il terrore dell'occupazione israeliana il vero responsabile della 
sua morte
Alexandra Williams
GERUSALEMME- Un vistoso autoadesivo rosso con la scritta "Palestina 
Libera" ha un posto prominente sulla porta di casa della famiglia 
Elhanan.
Ma questa non e' una casa palestinese nei territori occupati. 
Va notato che questa casa e' situata in una ricca zona di Gerusalemme, 
ed appartiene a una coppia che ha perduto figlia quattordicenne, 
Smadar, nell'attacco terroristico di un palestinese suicida.
Invece di essere motivati dalla vendetta e dall'odio, Nurit Elhanan e 
suo marito Rami, entrambi di 52 anni, si stanno battendo per la pace. 
Stanno facendo una campagna liberare i territori occupati, per porre 
fine all'occupazione israeliana che definiscono il cancro che alimenta 
il terrore. 
Nurit, professoressa di lingue all'Universita' Ebraica dice, "nessuna 
madre penserebbe mai di consolarsi con la morte del figlio di un'altra 
madre. Israele si sta trasformando in un cimitero di bambini. La Terra 
Santa sta diventando la terra della devastazione." 
Rami, che lavora come progettista, e' d'accordo, "se oggi viene ucciso 
un bambino israeliano e domani muore un bambino palestinese, non e' una 
soluzione. Nostra figlia e' stata uccisa dal terrore dell'occupazione 
e' una 
vittima dell'occupazione. L'occupazione e' il cancro che alimenta il 
terrore palestinese." 
La scorsa settimana, dopo le bombe di due kamikaze e una sparatoria che 
ha ucciso 30 israeliani, Israele ha rafforzato le manovre militari. Il 
risultato e' stata la morte di palestinesi innocenti, fra i quali 
cinque bambini, uccisi tutti nello stesso giorno, venerdi'. 
Dice Rami, "l'uccisione dei bambini palestinesi a Jenin mi ha devastato 
quanto la morte degli israeliani uccisi nell'attentato palestinese il 
giorno avanti. I palestinesi soffrono e piangono esattamente come gli 
israeliani. Abbiamo tutti lo stesso sangue." 
Qualcuno li definisce difensori dei kamikaze. A un raduno di pace, un 
israeliano li ha chiamati "rossi traditori" e ha commentato, "peccato 
che non siete saltati in aria con vostra figlia." 
Smadar e' stata uccisa in un doppio bombardamento a Gerusalemme, nel 
settembre del 1997. Erano le tre del pomeriggio del primo giorno di 
scuola. Stava comprando dei libri con due sue care amiche. Dopo lo 
scoppio della prima bomba, la gente e' fuggita terrorizzata avviandosi 
inconsapevolmente verso il secondo terrorista, che ha detonato la 
seconda bomba. Smadar e' morta immediatamente, insieme ad una delle sue 
amiche. L'altra e' rimasta in coma per sei mesi. Cinque anni dopo, il 
dolore e' ancora troppo intenso, e la famiglia fa fatica a parlarne. 
Il padre di Rami e' sopravvissuto ad Auschwitz, ma i suoi nonni, le sue 
zie e i suoi zii sono morti nell'Olocausto. Ma Rami dichiara, "il 
dolore di perdere la nostra bella bambina e' insopportabile, ma la 
nostra casa non conosce l'odio. Si puo' affondare nella propria miseria 
e aspettare la morte o si puo' provare a fare qualche cosa che abbia un 
valore. Cosi' abbiamo cominciato metterci in contatto con le persone 
che, dall'altra parte, vivevano situazioni analoghe alla nostra. Oggi 
abbiamo tanti amici palestinesi, genitori che come noi hanno perso i 
figli. Insieme siamo una forza. Non possiamo restare in silenzio.
al mondo. Questa forza c'e' arrivata dal disastro." 
Alcuni sostengono che la fine dell'occupazione non significherebbe la 
fine degli attentati terrostici. Hamas e Islamic Jihad hanno promesso 
che continueranno la campagna fino ad espellere tutti gli ebrei da 
Israele. Ma Rami e Nurit le dicono che le organizzazioni terroristiche 
prendono forza da un popolo perseguitato. Nurit e' convinta che, "la 
forza di Hamas viene della rabbia. Se si restituisse la dignita', 
l'onore e la prosperita' della gente terminando l'occupazione, Hamas 
perderebbe la sua forza." 
Rami aggiunge, "se un uomo che ha il cancro in una gamba va dal dottore 
e chiede se una volta amputata la gamba egli tornera' come prima, il 
dottore non dice si, senza una gamba sarai come prima, ma non per 
questo si rifiuterebbe di amputargli la gamba. Andarsene da Gaza e 
dalla Cisgiordania sarebbe un bene sia per gli israeliani che per i 
palestinesi." 
La coppia ha altri tre figli - Elik di 25 anni, Guy di 23 e Yigal di 
10. Elik e Guy, che ora studia a Parigi, erano soldati di leva 
nell'esercito israeliano. Hanno combattuto al confine, contro il 
Libano. Nurit e Rami sono sicuri che oggi i loro figli non 
presterebbero servizio nei territori palestinesi. 
Rami, veterano della guerra del '73 e dell'invasione israeliana nel 
Libano dell'82, dice, "i refusenik sono eroi." 
Rami e sua moglie se la prendono con il primo ministro israeliano Ariel 
Sharon, con il leader palestinese Yasser Arafat e con gli Stati Uniti, 
non con il kamikaze che ha ucciso la loro figlia. Nurit dice, "la 
guerra non e' tra israeliani e palestinesi, ma tra questi assassini che 
si fanno chiamare capi. Gli Stati Uniti sono riluttanti e infastiditi 
da questa situazione e il resto del mondo tira avanti come se non ci 
fossero spargimenti di sangue." 
La coppia ha fondato il Bereaved Family Forum [un centro di supporto 
per le famiglie che hanno perso i loro cari] insieme al palestinese 
Izzat Ghazzawi, che ha perduto il figlio Ramy, di 16 anni, u
truppe israeliane. Lo scorso dicembre Nurit e Izzat hanno ricevuto dal 
Parlamento Europeo il Premio Sakharov per la libertà di pensiero. 
Nurit dice , "mi e' stato chiesto tante volte se sento il bisogno di 
rivendicare la morte della mia bambina, uccisa soltanto perche' era 
nata israeliana, da un ragazzo disperato al punto di uccidere 
suicidandosi, soltanto perche' era nato palestinese, e allora cito il 
poeta ebraico Bialik, che ha detto, 'Satana non ha ancora creato la 
vendetta per chi versa il sangue di un bambino'." 

QUATTRO. Avvocati
Un team di avvocati americani ha intentato un procedimento legale 
contro dirigenti israeliani e statunitensi, incluso il presidente 
George W.Bush, a nome di quei palestinesi-americani che hanno sofferto 
le atrocita' causate dai supporters di Israele, dai massacri di Sabra e 
Shatila del 1982 ai crimini di guerra compiuti durante l'ultima rivolta 
palestinese, o intifada.
"Il mondo e' stato a guardare in silenzio, e noi non vogliamo stare in 
silenzio", ha detto Stanley Cohen, l'avvocato che guida il team in una 
conferenza stampa tenuta il 17 luglio scorso in una Corte distrettuale 
di Washington DC.
"Questi palestinesi che si sono rivolti a noi non chiedono altro che 
una giustizia che viene loro negata da oltre 50 anni", ha detto Cohen, 
cercando di controllare l'emozione nella sua voce.
Parlando al National Press Club, Cohen ha riassunto le storie personali 
dei personaggi principali contro cui intende intentare il procedimento -
 l'attuale primo ministro israeliano, Ariel Sharon, per le sue azioni 
come primo ministro e come ministro della difesa ai tempi dei massacri 
nei campi profughi palestinesi, diversi altri dirigenti ed ufficiali 
israeliani, Bush ed il Segretario di stato, Colin Powell.
Cohen ha riferito alla stampa di una legge sponsorizzata dal governo 
israeliano e presentata recentemente alla Knesset, la quale intende 
proteggere Israele contro ogni procedimento legale intentato da 
palestinesi ed altri civili; agitando il
'avvocato 
ha urlato: "Signor Sharon, questa e' Israele. E qui siamo negli Stati 
Uniti". Nel procedimento sono inclusi gli insediamenti colonici 
israeliani in terra palestinese, tutti illegali secondo la legge 
internazionale, e compagnie come la Boeing, McDonnell-Douglas 
Helicopter Systems e la Textron, tutte accusate di aver costruito e 
venduto ad Israele "macchine di morte e di distruzione".
Per tutti questi, l'accusa e' di genocidio, crimini di guerra, crimini 
contro l'umanita', atti di assassinio, atti di tortura, menomazioni 
fisiche, sequestri di persona, raccolta di denaro illecito - in merito 
al denaro raccolto per sostenere Israele - ed una "vasta gamma di altre 
imputazioni", ha affermato Cohen.
Gli avvocati chiedono al Presidente USA di conformare i suoi atti alla 
Legge per il controllo della vendita e l'esportazione di armi (22 
U.S.C. 2751) e di presentare immediatamente al Congresso un rapporto 
sull'uso delle armi americane fornite ad Israele, alla luce della prova 
schiacciante che "tutte queste armi vengono usate contro una 
popolazione indifesa e contro civili innocenti".
Sebbene Bush e Powell non siano accusati di crimini di guerra, Cohen 
afferma che quest'eventualita' sara' studiata dal suo team. Per adesso, 
il presidente e' accusato di aver fallito nell'adempiere "alle sue 
responsabilita' statutarie in merito alla vendita ed all'esportazione 
di armi", mentre Powell e' accusato di aver fallito 
nell'adempiere "alle sue responsabilita' statutarie in merito al 
controllo sull'uso di armi fornite dagli USA a paesi esteri", ha 
affermato Cohen.
Il giovane avvocato ha affermato che si tratta del suo primo 
procedimento del genere, che metta insieme cosi' tante e diverse 
motivazioni e che chieda un'azione diretta sulla Legge per il controllo 
dell'esportazioni di armi.
Sebbene siano centinaia le storie di vittime palestinesi raccolte dal 
team in un anno di ricerche condotte insieme al Solidarity 
International - un gruppo per la difesa dei diritti umani 
ington dopo l'11 settembre con lo scopo di aiutare i musulmani 
d'America - sono state selezionate 21 testimonianze, tutte anonime nel 
procedimento.
Di queste, diciotto sono storie di persone con cittadinanza americana, 
due sono residenti all'estero e una e' sopravvissuta al massacro nei 
campi profughi di Sabra e Shatila.
Cohen ha dichiarato ai giornalisti di aspettarsi che il procedimento 
legale si espanda in qualcosa di piu' grosso. "Stiamo parlando di 
sfidare l'impunita' che Israele ha sempre ottenuto dagli USA", ha detto.
"Sono consapevole di correre dei rischi, di avere la stampa contro e di 
dover sottostare a pressioni fortissime, ma non mi lascio intimidire da 
questa prospettiva. Mi ci sono voluti anni per essere quello che sono, 
e credo fermamente che la verita' venga sempre fuori, in un modo o 
nell'altro".
Il coraggioso avvocato sostiene di essere ottimista, nonostante i 
giganteschi ostacoli che dovra' affrontare. "Il nostro team lavorera' 
duramente ... non ci lasceremo comprare".
Alla fine della conferenza stampa, Cohen rivolge un pensiero a coloro 
che soffrono sul campo:
"Ai miei fratelli e sorelle in Palestina dico: non siete soli. Noi 
combatteremo, lavoreremo, lotteremo ... affinche', mai piu'. Ti suona 
familiare, signor Sharon? Mai piu'". 
www.arabcomint.com


 



Per revocare la tua adesione a questa mailing list invia una email a palestina_libera@libero.it specificando nell'oggetto "unsubscribe"