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R: Appello del gruppo Bastaguerra a tutti i movimenti



Comunico, a questo proposito, la lettera aperta scritta ieri a Fassino.
Enrico Peyretti
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Lettera aperta su Ds e articolo 11 Costituzione
Torino 15-10-2002
Caro Piero Fassino,
leggo con raccapriccio (se riferisce bene Repubblica di oggi, p. 15) che
ieri D'Alema avrebbe detto, senza che né tu né altri insorgesse, che sotto
la bandiera dell'Onu «si potrebbe anche dire di sì all'uso della forza» e -
quel che è assolutamente peggio - «si potrà anche correggere l'art. 11 della
Costituzione dove si sancisce che il Paese "ripudia la guerra"».
Se il resoconto è fedele, dal contesto si trae che per "forza" D'Alema
intende "guerra". Egli usa il classico eufemismo militare, che chiama forza
la violenza. La forza è una qualità umana, che costruisce. La violenza è
azione disumana, che distrugge. La diffusa confusione verbale ci obbliga a
ribadire la differenza concettuale tra forza e violenza, sulla quale vorrei
soffermarmi, ma non ora.
Tu devi sapere meglio di me che le prime parole del preambolo della Carta
dell'Onu, il più evoluto diritto internazionale di pace che l'umanità si sia
mai data, sanciscono la messa al bando della guerra dalle relazioni tra i
popoli. Perciò, per necessità logica interna, gli interventi armati che la
Carta prevede, con molti limiti, non possono essere altro che interventi di
polizia internazionale e mai di guerra. L'Onu non può mai autorizzare una
guerra. Chi glielo chiede vuole distruggerla.
La differenza tra polizia e guerra è sostanziale, non di parole: la polizia,
quando agisce nel rispetto della legge (e non come a Genova!) riduce la
violenza complessiva, pur usando la coazione necessaria. La guerra di sua
natura accresce sempre la violenza complessiva, perché la vince solamente il
più violento, chi supera in violenza il nemico, non chi ha la ragione e il
diritto dalla sua parte. Perciò la guerra non afferma mai veramente il
diritto, perché i suoi effetti negativi sono peggiori degli eventuali
risultati positivi. «La guerra è l'antitesi del diritto», ha ripetutamente
insegnato Bobbio. «La guerra è un male perché fa più malvagi di quanti ne
toglie di mezzo» concludeva Kant; e fa più dittatori e terroristi e
detentori di armi di distruzione di massa, di quanti ne possa eliminare.
Come è possibile non vedere questo?
Ora, la sola ipotesi del "ripudio del ripudio della guerra" è orrenda per un
partito che voglia essere costituzionale, democratico e di sinistra. Tale
ipotesi è sintomatica - specialmente in alcuni personaggi tra i quali spicca
D'Alema - della grave soggezione culturale e morale alle destre locali e
mondiali, che stanno spingendo l'umanità alla massima catastrofe. Infatti,
il sistema economico liberista, apparentemente vincente, è in realtà
fallito, perché non può valere per tutta l'umanità, e perché distrugge la
natura. Lo "sviluppo" mitizzato ha toccato i limiti insuperabili. Allora
ecco che il mondo ricco, arroccato, ostinato, indisponibile alla giustizia,
respinge con la guerra il diritto degli impoveriti e stabilisce con la
guerra la spaccatura dell'umanità in due: sazi e affamati, inclusi ed
esclusi, salvati e sommersi.
I crimini terribili del terrorismo non bastano a giustificare la guerra
imperiale, essa pure criminale e anche stolta, perché alimenta il
terrorismo. E niente giustifica l'associazione dei democratici, di chi ha il
senso della giustizia, a questa guerra imperiale e criminale. La vera lotta
al terrorismo sarebbe cominciare a togliergli cause e pretesti, oggi
abbondanti.
Inoltre, la dottrina Bush (che D'Alema non vuole che sia condannata!) della
"guerra preventiva", non solo viola il prezioso vigente diritto
internazionale di pace, ma intende distruggerlo, a favore dell'arbitrio.
Ora, distruggere la legge è peggio che violarla. Così, aver violato l'art.
11 della Costituzione nel 1999 da parte del governo di centrosinistra
(Luciano Violante ha ammesso in pubblico che questa violazione c'è stata) è
ancora meno grave che pensare di abolire il principio qualificante di quell'
articolo, che è l'onore dell'Italia civile tra i popoli del mondo.
Tu non puoi non sapere queste cose, che ogni mente libera e informata vede
chiaramente. Se il tuo partito avalla o non sa giudicare il crimine
internazionale della "guerra preventiva", distrugge la sua migliore
tradizione e le speranze migliori che in esso sono state riposte nel tempo.
Un generoso sforzo interiore, spirituale e razionale, può ancora trarlo
fuori dalla preoccupante e pericolosa confusione in cui lo vedo.
Questo è l'augurio che ti faccio, sinceramente, con ostinata speranza.
Enrico Peyretti, Torino
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----- Original Message -----
From: contatti <contatti@romasocialforum.org>
To: <pace@peacelink.it>
Sent: Wednesday, October 16, 2002 4:49 PM
Subject: Appello del gruppo Bastaguerra a tutti i movimenti


> Il gruppo di lavoro Bastaguerra dei Fori Sociali, lancia un appello a
> tutti i movimenti  contro la guerra affinchè uniti partecipino alla
> giornata del "ripudio della guerra"(art.11 della Costituzione) davnti
> alle caseme d'Italia,
> che in tutto il paese saranno aperte al pubblico il 3 novembre ( festa
> delle Forze Armate), facendo seguito in tal modo al percorso unitario
> verso un ampio movimento per la pace di cui sono tappe importanti la
> riunione
> nazionale del 21 settembre a Roma e le mobilitazioni del 5 ottobre (
> "cento piazze d'Italia contro la guerra") e del prossimo 9 novembre a
> Firenze ( rispetto a cui è stato lanciato un appello unitario dal
> comitato organizzatore del ForumSociale Europeo che,com'è noto,
> raggruppa un vasto arco di forze).
>
> La giornata del 3 novembre dovrebbe caratterizzarsi in tutta Italia come
> giornata di informazione e interlocuzione con i militari di leva e le
> forze armate, oltrechè con la società civile, per richiamare il dettato
> costituzionale su cui tutti gli organi dello Stato, comprese le Forze
> Armate, sono tenuti al giuramento.
>
> La riunione nazionale dei socialforum del 13 ottobre a Firenze ha
> proposto di diffondere un volantino che sviluppi i seguenti punti:
> -difesa dell'art.11 che ripudia la guerra come strumento di offesa agli
> altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
> internazionali;
> -valore dell'art.52 che equipara  alle forze armate anche la difesa
> popolare non violenta.
> Su questo punto le sentenze della Corte Cost. 1965 e 1989 e la legge
> istitutiva dell'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile hanno aperto
> possibilità non ancora realizzate ma stabiliscono un principio che
> divarica completamente il concetto di Difesa dal concetto di Guerra.;
> -richiamo alla necessità di disobbedire quando gli ordini sono ingiusti
> e incostituzionali (Il nostro esercito non può condurre un attacco
> armato contro un altro popolo e nessun organo del nostro Stato può
> approvare o praticare la "guerra preventiva");
> -denuncia della dottrina Bush e della aperta violazione della Carta
> dell'ONu, della nostra Costituzione e di tutto il diritto internazionale
> da parte di chi la segue.
>
> Ci proponiamo di preparare a brevissimo termine un testo, se siete
> d'accordo, e di inviarlo in rete a tutte/i.
>
> Fateci sapere se aderite all'iniziativa proposta ed in quali forme.
> "Teniamoci per mano in questi giorni tristi".
>
> Saluti da Bastaguerra
>
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