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Che cosa dobbiamo dimenticare ... di Robert Fisk



Che cosa dobbiamo dimenticare secondo il Presidente americano

di Robert Fisk

a cura del Gruppo Ricerca dellâAction for Peace

Ormai ogni giorno, qualcuno dice qualcosa di ancora più incredibile "ancora
inimmaginabile" sull'ossessione del Presidente Bush verso la guerra.Proprio
George Bush parlò, in un'udienza a Cincinnati, dei "sacri guerrieri
nucleari". Dimentichiamo per un momento che ancora non possiamo provare che
Saddam possieda armi nucleari. Dimentichiamo che l'ultimo discorso di Bush
fu solo una riedizione di tutti i "se" e i "potrebbe" delle deboli 16
pagine di asserzioni contenute nello storico "disonesto " dossier di Tony
Blair. Dimentichiamo che se Osama Bin Laden acquistasse mai un'arma
nucleare, prima di tutto la userebbe contro Sadddam. No. Noi dobbiamo
lottare contro "i sacri guerrieri nucleari". Questo è quanto dobbiamo fare
per giustificare l'intera sciarada nella quale siamo trascinati dalla Casa
Bianca, da Downing Street, da tutti i decrepiti "esperti" in terrorismo e,
ahimè!, da troppi giornalisti.

Dimentichiamo i 14 palestinesi, compreso il bambino di 12 anni, uccisi da
Israele poche ore prima che Bush parlasse, dimentichiamo che, in luglio,
quando un aereo israeliano uccise nove bambini palestinesi ed un militante,
il Primo Ministro Israeliano Ariel Sharon -"un uomo di pace" secondo le
parole di Bush- descrisse il massacro come "un grande successo". Israele è
dalla nostra parte.

Ricorda di usare la parola "terrore". Usala per Saddam Hussein, usala per
Oasama Bin Laden, usala per Yasser Arafat, usala per chiunque si oppone ad
Israele o all'America. Bush l'ha usata nel suo discorso ieri, 30 volte in
mezz'ora, cioè un "terrorismo" al minuto. Ma ora elenchiamo esattamente
cosa dobbiamo davvero dimenticare se sosterremo questa pazzia. Più di
tutto, dobbiamo davvero dimenticare che il Presidente Ronald Regan spedì un
inviato speciale ad incontrare Saddam Hussein nel dicembre del 1983. E'
essenziale dimenticare ciò per tre ragioni. La prima, perché il terribile
Saddam stava già usando il gas contro gli Iraniani - che è una delle
ragioni per cui ora dovremmo fargli guerra.

La seconda, perché questo inviato fu spedito in Iraq per trattare la
riapertura dell'Ambasciata Americana- per assicurare migliori relazioni
commerciali ed economiche con il Macellaio di Bagdad. La terza, perché
l'inviato era - aspettate - Donald Rumsfeld. Ora potrà sembrarvi strano che
Rumsfeld, nel corso di una delle sue affollate conferenze stampa, non ci
abbia parlato di questo interessante particolare. Si potrebbe pensare che
abbia desiderato illuminarci sulla perfida natura
del criminale a cui ha così caldamente stretto la mano. Invece, no.

Stranamente, Rumsfeld tace a questo riguardo. Così come sul suo successivo
ed ugualmente amichevole incontro con Tareq Aziz - che  avvenne nel marzo
1984, il  giorno in cui le NU rilasciarono il dannato rapporto sull'uso che
Saddam faceva del gas avvelenato contro l'Iran. La stampa americana tace
anche a questo riguardo, naturalmente. Perché dobbiamo dimenticare.

 Dobbiamo anche dimenticare che nel 1988, quando Saddam distrusse gli
abitanti di Halabja con il gas, insieme a decine di migliaia di altri
Curdi, egli "usò il gas contro il suo stesso popolo" secondo le parole dei
signori Bush/Cheney/Blair/Cook/Straw ecc - il Presidente Bush senior gli
fornì 500
milioni di dollari in sussidi governativi USA per acquistare prodotti
alimentari americani. Dobbiamo dimenticare che l'anno successivo, dopo che
il genocidio di Saddam fu completo il Presidente Bush Senior raddoppiò il
sussidio ad 1 miliardo di dollari, insieme al germe per l'antrace,
elicotteri, ed altri noti materiali a doppio uso che potevano servire come
armi chimiche e biologiche.

E, quando il Presidente Bush junior promette al popolo iracheno "un'era di
nuova speranza e democrazia" dopo la distruzione di Saddam, come fece
martedì notte - dobbiamo dimenticare come gli Americani promisero al
Pakistam ed all'Afganistan una nuova epoca di speranza dopo la sconfitta
dell'Esercito Sovietico nel 1980 - e non fecero niente.

Dobbiamo dimenticare come il Presidente Bush senior spinse gli iracheni a
ribellarsi contro Saddam nel 1991 e come - quando essi obbedirono - non
fece niente. Dobbiamo dimenticare come l'America promise una nuova epoca di
speranza in Somalia nel 1993 e di come, dopo il "Black Hawk Down",
abbandonò il paese.

Dobbiamo dimenticare come il Presidente Bush junior promise di sostenere
l'Afganistan prima di iniziare i bombardamenti l'anno scorso - e come l'ha
abbandonato ora in una carneficina economica in mano ai baroni della droga,
ai signori della guerra, all'anarchia ed alla paura. Egli si è vantato ieri
che il popolo afgano è stato "liberato" - e ciò dopo aver fallito di
catturare Bin Laden, il Mullah Omar, e mentre le sue truppe vengono
attaccate giornalmente. Dobbiamo dimenticare, quando ascoltiamo che c'è
bisogno di inviare gli ispettori di armi, che la CIA usava di nascosto gli
ispettori Onu per spiare l'Irak.

E, naturalmente, dobbiamo dimenticare il petrolio. Sì, davvero, il petrolio
è un genere di prima necessità - ed è una delle poche cose di cui Geroge
Bush sa qualcosa, insieme ai suoi vecchi amici Cheney e Rice ed
innumerevoli altri nell'amministrazione - che non viene mai nominata.

In tutto il discorso di 30 minuti sulla guerra contro l'Iraq di martedì -
piacevolmente bilanciato con appena due minuti di come "io spero che non ci
sia bisogno di azione militare" non c'è stato un solo riferimento al fatto
che l'Iraq possa avere riserve petrolifere più estese dell'Arabia Saudita,
che le compagnie petrolifere americane guadagnerebbero miliardi di dollari
nel caso di un'invasione  statunitense, che una volta che non sia più al
potere Bush ed i suoi amici diventerebbero multi miliardari con lo
sfruttamento di questa guerra. Noi dobbiamo dimenticare.