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LA DISONESTA' DEL DOSSIER BLAIR - I CRIMINI DI GUERRA DELL'ONU



  ----- Original Message -----
From: <mailto:chivol@libero.it>ApertaMente
Provo a mandarvi una cosa che un mio amico mi ha spedito, non so se vi può 
interessare.
con affetto, Grazia (<mailto:g.paga@libero.it>g.paga@libero.it)

L'articolo in allegato è apparso, o meglio apparirà sul n. 32 del 
settimanale anarchico "Umanità Nova". La peculiarità, però, è che non è 
stato scritto da un anarchico ma da un profondo conoscitore della politica 
inglese, un giornalista dell'"Independent". "Umanità nova" l'ha solo 
tradotto e pubblicato. Giudicate un po' voi!
Maurizio Molinari

La disonestà del dossier Blair - I crimini di guerra dell¹ONU
Robert Fisk, corrispondente dagli Stati Uniti per l¹inglese "The 
Indipendent", si è più volte attirato gli strali dell¹intellighezia di 
sinistra americana per essersi permesso di criticare la politica 
statunitense in medio-oriente. Collabora regolarmente alla rivista on-line 
Z-magazine, da cui abbiamo tratto quest¹articolo sul dossier sulle armi di 
Saddam presentato da Tony Blair al parlamento inglese. Lo trovate 
all¹indirizzo: www.zmag.org

Il dossier di Tony Blair sull'Iraq è un documento scioccante.
Leggerlo può solamente portare un essere umano alla vergogna e alla rabbia.
Le sue pagine sono una prova decisiva, se il contenuto è vero, che in Iraq 
è stato commesso un gravissimo crimine contro l'umanità. Perché, se i 
dettagli che dimostrano che Saddam è riuscito a costruire armi per la 
distruzione di massa sono corretti, ­ ed arriveremo ai "se", ai "ma", e ai 
"potrebbe essere" più tardi ­ significa che la politica massiccia, 
distruttiva e brutale delle sanzioni dell¹ONU è completamente fallita.
In altre parole, mezzo milione di bambini iracheni sono stati uccisi, da 
noi, per nulla.
Torniamo indietro al 12 maggio 1996. Madeleine Albright, il segretario di 
stato americano, ci dice che le sanzioni impediranno a Saddam di 
ricostruire armi di distruzione di massa.
La Albrigh appare in un programma televisivo CBS, e l'intervistatrice le 
chiede: "Abbiamo sentito che mezzo milione di bambini sono morti: vuol dire 
che ne sono morti più che a Hiroshima. Secondo lei ne valeva la pena?"
La Albright replicò: "Penso che la scelta sia veramente dura. Ma noi 
pensiamo che il prezzo sia stato necessario." Oggi noi sappiamo ­ se il 
signor Blair ci sta dicendo la verità ­ che non ne valeva la pena. Il 
prezzo è stato pagato in vite di centinaia di migliaia di bambini, ma non 
valeva un centesimo. Il "dossier Blair" ci dice che, nonostante le 
sanzioni, Saddam Hussein ha potuto proseguire nella costruzione di armi per 
la distruzione di massa.
Tutte quelle sciocchezze sulla tecnologia utilizzabile anche per fini 
militari, il divieto di esportare matite dei bambini perché il piombo può 
avere un uso militare, il rifiuto di consentire all'Iraq di importare i 
ricambi necessari per rimettere in funzione gli impianti per la depurazione 
delle acque bombardati dagli inglesi durante la guerra del Golfo, erano 
tutte una vergogna.
Questa conclusione terribile è l'unica morale che può essere tratta dalle 
16 pagine che descrivono gli orrori di tipo chimico, nucleare e biologico 
che la bestia di Baghdad ha nei magazzini pronte per noi.
È difficile, leggendo il rapporto completo, decidere quando ridere e quando 
piangere.
Il grado di falsità e doppiezza di questo prodotto ci descrive gli imbrogli 
del governo Blair.
Ci sono poche accuse che sembrano vere. Il nuovo impianto di perclorato di 
ammonio costruito illegalmente da una compagnia indiana che ha rotto quelle 
bellissime sanzioni ONU è un  pauroso piccolo dettaglio. Come lo è il nuovo 
test missilistico pronto all'impianto di al Rafah.
Ma queste prove sono così annegate in imbrogli e disonestà che queste 
inclusioni diventano senza valore. Vi diamo un esempio della disonestà di 
questo dossier.
A pagina 45 ci dicono ­ in un lungo capitolo sulle violazioni dei diritti 
umani da parte di Saddam Hussein ­ che "il 1 marzo 1991, durante la guerra 
del Golfo, ci fu una rivolta nella città meridionale di Bassora, che si 
estese rapidamente alle altre città a maggioranza sciita dell'Iraq 
meridionale. Il regime rispose trucidando migliaia di abitanti." Quello che 
è "sbagliato" in questa ricostruzione è l'uso della parola "rivolta". Non 
era stata una "rivolta". Era un pezzo di una ribellione di massa 
determinata dall'appello del padre dell'attuale presidente Bush, attraverso 
le stazioni radio della CIA in Arabia Saudita. I musulmani sciiti dell'Iraq 
aderirono all'appello di Bush senior e furono abbandonati al loro destino 
dagli americani e dagli inglesi che rinnegarono tutte le loro promesse di 
aiuto ai ribelli. Non era importante che morissero in migliaia allora. Ma 
questo il dossier Blair non ce lo dice.
E chiunque legga le ambigue parole di dubbio che riempiono tutto il testo 
del dossier, può solo avere una grande incertezza sulle basi con cui Blair 
pretende che il mondo vada alla guerra.
Il programma di riarmo dell'Iraq "sta quasi certamente" ricercando uranio 
arricchito. "Sembra" che l'Iraq stia tentando di acquisire un impianto di 
produzione di magneti. Ci sono prove che l'Iraq stia tentando di acquisire 
impianti per la produzione dell'alluminio (utilizzabili per l'arricchimento 
dell'uranio) ma "non ci sono notizie certe" che siano destinati al 
programma nucleare. "Se" l'Iraq otterrà materiale fissile, l'Iraq potrà 
produrre armi nucleari in uno o due anni. È "difficile da giudicare" se e 
come i missili di Hussein potrebbero essere utilizzabili.
Gli sforzi per ricostruire il programma missilistico iracheno 
"probabilmente" cominciano nel 1995. E di dubbio in dubbio, prosegue il 
dossier Blair.
Forse Saddam Hussein ha fatto ripartire il suo programma per la costruzione 
di armi per la distruzione di massa.
Lasciatecelo gridare 20 volte: Saddam è un tiranno, brutale e malvagio. Ma 
sono "quasi certamente", "sembra", "probabile" e "se" le parole necessarie 
per giustificare l'invio dei nostri soldati nel deserto di Kut- al ­ Amara?
Ci sono molte preghiere per gli ispettori dell'ONU. E ci sono molti 
imbrogli nel capitolo relativo. Il dottor Hans Blix, il presidente 
esecutivo della commissione per l'ispezione dell¹ONU, ci dice che in 
assenza delle ispezioni (dopo il 1998), è impossibile verificare il livello 
di disarmo dell'Iraq. Ma il 18 agosto 2002, lo stesso dottor Blix dice ad 
una agenzia di stampa che non può dire con certezza se Baghdad possegga 
delle armi di distruzione di massa.
Questo è il problema. Se quelle pagine di imbrogli sono basate su 
"probabilmente " e "se", non ci sono giustificazioni per andare in guerra.
Se sono tutte vere, abbiamo ucciso mezzo milione di bambini iracheni. E 
questo non è un crimine di guerra?
Robert Fisk