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Centro Palestinese per i Diritti Umani-13 civili palestinesiuccisi a Khan Youni



Centro Palestinese per i Diritti Umani


13 civili palestinesi uccisi e decine di feriti in un attacco israeliano a
Khan Younis.

7 ottobre 2002 Le forze d'occupazione israeliane con mezzi corazzati e
supportate da elicotteri, hanno sferrato un attacco militare contro i
sobborghi di Khan Younis, Al-Satar Al-Gharb e Al-Amal, durante la notte.
Dodici civili palestinesi, incluso quattro ragazzi e una donna, sono
rimasti uccisi e piu' di ottanta feriti, molti dei quali rimangono in serie
condizioni. Anche questa mattina, le forze di occupazione israeliane nelle
vicinanze dell'insediamento di "Neve Dekalim", ad ovest di Khan Younis,
hanno bombardato zone residenziali palestinesi nella citta', uccidendo un
civile palestinese e ferendone altri nove. Al momento l' offensiva militare
contro Khan Younis sta continuando. Secondo le indagini del PCHR (Centro
Palestinese per i Diritti Umani), approssimativamente alle 23.55 di
domenica sei ottobre 2002, le forze di occupazione israeliane con piu' di
quaranta mezzi corazzati e l'aggiunta di elicotteri d'attacco, si sono
spostate dalle postazioni militari nelle vicinanze dell'insediamento di
"Gani Tal" verso la zona di Al-Satar Al Gharbi a nord ovest di Khan Younis
e il sobborgo di Al-Amal ad ovest. I carri armati israeliani e le unita' di
fanteria sono state dislocate nelle strade del vicinato di Al-Amal. I
soldati hanno aperto il fuoco indiscriminatamente. Altri mezzi blindati,
jeep e fanteria si sono spostati verso Jamal'Abdul Nasser street, che
collega la zona di Al-Satar Al Gharbi al centro di Khan Younis. Da li le
forze israeliane si sono mosse verso la zona di Al-Katiba a nord della
citta', e poi verso il centro. Piu' tardi, le forze israeliane si sono
ritirate e hanno preso posizione vicino alla moschea di Al-Katiba. Nel
sobborgo di Al-Amal, le forze di occupazione sono state dispiegate vicino
alla casa della Famiglia di Raffe' Salah Salama, un attivista palestinese
il quale e' ricercato da Israele. Quando sua madre, Rahima Hassan 'Ali
Salama, cinquant'anni, ha sentito i soldati israeliani avvicinarsi alla
zona, ha aperto la porta temendo che i soldati potessero entrare nella casa
improvvisamente, ma quando un soldato le ha urlato contro lei l' ha subito
chiusa. Immediatamente i soldati israeliani hanno aperto il fuoco verso la
porta ferendo la donna con diverse pallottole che le hanno trapassato il
corpo, ed anche il figlio Mahmad, 15 anni, con una scheggia. Dopo di che, i
soldati israeliani sono entrati nella casa impedendo alla famiglia di
soccorere la donna ferita. I soldati hanno ammanettato gli uomini della
casa ed hanno rinchiuso le donne in una stanza. Sono rimasti dentro per due
ore perquisendo la casa. I soldati hanno anche negato l'accesso alle
ambulanze nella zona per evacuare i feriti. La madre e' morta dissanguata e
il figlio e' stato portato in ospedale con una macchina alle 3.30 circa. Un
altro civile palestinese 'Abdul Fattah 'Ali Suleiman Al-Sallout ,
quarant'anni, e' stato ferito all'addome da un proiettile di grosso calibro
sparato da un elicottero israeliano mentre era nella sua casa nel sobborgo
di Al-Amal. E' stato portato anch'egli con una macchina all'ospedale, ma e'
morto a causa delle ferite. Nella stessa zona, un elicottero israeliano ha
sparato un missile verso quattro civili palestinesi appartenenti alla
famiglia Abu al-Khair che si trovavano sul tetto della loro casa. I quattro
sono stati feriti e due di essi sono in pericolo di vita. I bambini sono
riusciti a fuggire dalla casa in tempo per evitare le schegge fuoriuscite
dal missile che ha colpito la stanza dove stavano dormendo, poco prima
dell' attacco. Anche un certo numero di case vicine sono state danneggiate.
Nel distretto di Al-Satar Al-Gharbi, verso le 3.30, carri armati israeliani
si sono posizionati nela zona di Al-Katiba aprendo il fuoco
indiscriminatamente e uccidendo il diciottenne Jamal Fathi Muhareb con
alcune pallottole nella nuca e nel petto. Circa venti minuti piu' tardi,
mezzi corazzati israeliani hanno cominciato ad indietreggiare verso il
suddetto insediamento. Presto, decine di civili palestinesi sono usciti
dalle loro case per verificare cose fosse successo nella zona. Quando si
sono radunati ad un incrocio, un elicottero israeliano ha sparato un
missile verso il gruppo, uccidendo nove civili, compreso quattro ragazzi.
Piu' di cinquanta persone sono state ferite, dieci sono in condizioni
critiche.

I deceduti sono:

1 Mohammed Hassan al-Astal, 15 anni, ucciso da una scheggia nel corpo; 2
'Abdullah Walid Salah, 16 anni, ucciso da una scheggia nel corpo; 3 Ahmed
'Abdul Ra'ouf al-Astal, 16 anni, ucciso da una scheggia nel corpo; 4 Fares
'Abdul Nasser Daoud al-Zaqzouq, 17 anni, ucciso da una scheggia nella
testa; 5 Haitham Mousa Abu al-Naja, 27 anni, ucciso da una scheggia nel
corpo; 6 Ussam Mohammed 'Ali 'Aabdin, 23 anni, ucciso da una scheggia nel
corpo; 7 Eihab Helmi Dhib Khalaf, 22 anni, ucciso da una scheggia nel
corpo; 8 Ayman Mohammed Saqer, 35 anni, ucciso da una scheggia nel corpo; 9
Mohammed Mustafa Sadiq, 20 anni, ucciso da una scheggia nel corpo;

Anche questa mattina alle 7.00 circa, le forze di occupazione israeliane
dalle basi militari in prossimita' dell' insediamento di "Neve Dekalim", ad
ovest di Khan Younis, hanno bombardato il campo profughi di Khan Younis e i
sobborghi di Al-Nimsawi e Baten al-Samin, uccidendo il ventitrenne Mohammed
Farhan Shaloula con una pallottola nella schiena e ferendo altre nove
persone, una delle quali seriamente. Il PCHR condanna pesantemente questi
ultimi attacchi contro la popolazione civile palestinese. Il PCHR considera
che il silenzio e l' incapacita' della comunita' internazionale verso gli
incessanti crimini di guerra servano ad incoraggiare Israele e le sue forze
di occupazione a continuare nelle loro azioni. Il PCHR rinnova la sua
richiesta alla comunita' internazionale di porre fine al suo silenzio e di
intervenire immediatamente per proteggere i civili palestinesi, in modo da
far terminare la totale indifferenza di Israele verso la legge
internazionale. Il PCHR ricorda inoltre ai firmatari della Quarta
Convenzione di Ginevra del 1949 gli obblighi legali che assicurano il
rispetto di tale convenzione, per individuare e perseguire i responsabili
delle gravi violazioni di essa.

www.pchrgaza.org