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LATINOAMERICA: Fuori l'Italia dalla guerra



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COMUNICATO N° 4  del 7 ottobre 2002

Fra i tanti inviti veri o fasulli, accorati o strappalacrime che circolano
ogni giorno in rete, questi appelli  sembrano di grande interesse per la
realizzazione di uno "straccio" di  pace.

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Cari amici,

"Fuori l'Italia dalla guerra", firmato ormai da oltre duecentomila persone,
non è più soltanto un appello, ma diventa una iniziativa per sensibilizzare
i cittadini, le famiglie italiane.
Siamo convinti - e ne abbiamo ogni giorno nuove conferme - che la grande
maggioranza dei nostri concittadini sia contraria alla guerra, in
particolare alla nuova guerra contro l'Iraq che è ormai all'orizzonte.
Per rendere visibile questa "opinione pubblica" che crediamo trascurata e
oscurata da molti giornali e televisioni, chiediamo un gesto, una
testimonianza: appendere stracci bianchi, bandiere di pace, alle finestre e
ai balconi delle nostre case e dei luoghi di lavoro ma anche annodare un
piccolo straccetto bianco al polso, alla borsetta, allo zaino, alla
bicicletta, al guinzaglio del cane: ovunque sia visibile.
Uno straccio di pace è un modo semplice per far sapere che vogliamo trovare
nuove forme di stare insieme, nuovi modi per risolvere i problemi che non
siano la violenza, il terrorismo, la guerra.
Dobbiamo vincere una sorta di pudore, di timidezza, e dobbiamo credere che
sia possibile: se i duecentomila che hanno firmato l'appello di Emergency -
e ogni giorno diecimila persone si aggiungono all'elenco - esponessero uno
straccio di pace - la cosa non potrebbe più essere ignorata o censurata.
Duecentomila stracci di pace potrebbero addirittura rappresentare una massa
critica capace di innescare una reazione a catena.
E'una scommessa difficile, ma non dobbiamo perderla. O riusciamo a tenere
"Fuori l'Italia dalla guerra" o non sarà possibile neppure tenere la guerra
fuori dall'Italia.
E' un impegno che vi chiediamo, è la prima di tante iniziative che, insieme
con altre organizzazioni, vi proporremo per i prossimi mesi.
Tenere l'Italia fuori dalla guerra è davvero nelle nostre mani.
Buon lavoro a tutti noi

Gino Strada


"Nel dicembre 1999 le riviste Missione Oggi, Nigrizia e Mosaico di Pace
hanno lanciato la "Campagna di pressione alle banche armate" per favorire un
controllo attivo dei cittadini sulle operazioni di finanziamento/appoggio
delle banche al commercio delle armi e un ripensamento dei criteri di
gestione dei risparmi. Le tre riviste si sono impegnate a pubblicare le
risposte che gli aderenti alla campagna ricevono dalle banche e a monitorare
l'attuazione e le modifiche della normativa italiana che regola l'
esportazione di armi (Legge 185/'90).La "Campagna di pressione alle banche
armate" intende perciò far sentire alle banche la voce di cittadini,
associazioni e istituzioni che chiedono "responsabilità etica e sociale"
alle proprie banche. È un criterio al quale gli istituti bancari italiani
tendono a sfuggire, giustificando la loro attività nel commercio di armi
come "puramente passiva" o rivendicando in compenso il proprio impegno a
favore della solidarietà. La Campagna invita i cittadini a prendere
coscienza che i soldi, anche se depositati in banca, sono loro e quindi
possono chiedere alle banche di uscire dal mercato delle armi. Invita anche
le organizzazioni, i gruppi e tutte le associate a non chiedere
finanziamenti alle "banche armate"."Non con i miei risparmi!", "Mai con i
loro soldi!" è il motto che la campagna propone. Ed invita a farlo conoscere
alle banche inviando una semplice lettera nella quale chiedere alla propria
banca di "confermare o smentire" i dati che la vedono attiva nel commercio
di armi.
Giorgio Beretta
CAMPAGNA DI PRESSIONE ALLE BANCHE ARMATE
c/o Missione Oggi
via Piamarta, 9 -25121 BRESCIA
Tel: 030-3772780 Fax: 030-3772781
Email: info@banchearmate.it
Sito internet: www.banchearmate.it


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