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Il COSinrete



NEVE' SHALOM

 

Per la prima volta nella sua vita ultratrentennale il villaggio israeliano di Nevé Shalom, simbolo, per tutti coloro che lo conoscevano, della nonviolenza, della tolleranza, della convivenza, ha ricevuto l'attenzione del più importante quotidiano italiano, il "Corriere della Sera", che lunedì 12 agosto 2002 gli ha concesso un titolo di tre colonne e un servizio su cinque colonne del suo inviato Lorenzo Cremonesi.

Un evento storico e negativo per l'informazione italiana e forse mondiale.

Come sanno i nostri lettori e amici, Nevé Shalom è un borgo vicino alla strada che unisce Gerusalemme a Tel Aviv nel quale, dal 1970, vivono in pace e amicizia 25 famiglie israeliane e 25 palestinesi.

Soltanto la pazzia di questi ultimi tempi è riuscita ad incrinare questo rapporto esemplare di convivenza ed è questo il motivo del servizio che con freddo distacco è titolato: Nevé Shalom, la fratellanza è finita.

Leggendo l'articolo ci accorgiamo che non è vero, che la fratellanza è naturalmente incrinata dagli irrazionali avvenimenti ma non è finita, il borgo ancora vive e molti dei suoi abitanti ancora ci credono, anche perché lucidamente capiscono che i loro popoli non hanno alternative decenti.

Ma il grande giornale vuol fare lo scoop con l'annuncio che la fratellanza è finita.

Si ripete con questi proprietari, editori, direttori e giornalisti la triste farsa del Kosovo, dove per un decennio nessuno ha parlato dell'attività nonviolenta di Rugova, che, doverosamente sorretta dai media e dai politici delle altre nazioni, avrebbe sicuramente dato un forte contributo per evitare la tragedia.

Poi, quando il sangue è cominciato a scorrere, i giornalisti, come corvi, da tutto il mondo sono accorsi sulle tribune a descrivere lo spettacolo della violenza e della morte.

Nevé Shalom, ignorato per decenni, era, come abbiamo sempre scritto e detto, l'esempio da mettere tutti i giorni in prima pagina per illuminare le coscienze e impedire al mondo di schierarsi con la violenza degli uni o degli altri.

Con l'ipocrita scusa della notizia, i media di tutto il mondo, a cominciare dai nostri, si gettano oggi sull'ultimo lembo pacifico e nonviolento della Palestina per suonare le loro trombe funeree sulla fine della fratellanza tra palestinesi ed ebrei anche a Nevé Shalom, dove resisteva e resiste ancora, dimenticata da loro ma non da noi, dal lontano 1970.