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GIUSTIZIA INTERNAZIONALE/EX JUGOSLAVIA: Denuncia dei parlamentariBulgarelli e Russo Spena



GIUSTIZIA INTERNAZIONALE/EX JUGOSLAVIA:

I parlamentari Bulgarelli e Russo Spena denunciano:

"PER LA CASSAZIONE TRIBUNALI ITALIANI NON POSSONO GIUDICARE I RESPONSABILI
DEL BOMBARDAMENTO DELLA TV SERBA: UN NUOVO DURO COLPO ALLA GIUSTIZIA
INTERNAZIONALE"

Interrogazione al Ministro della Giustizia


La Corte di Cassazione ha stabilito l'8 febbraio scorso che i tribunali
italiani non hanno la giurisdizione in un processo in cui parenti di alcune
vittime civili del bombardamento della Radio Televisione Serba chiedevano
il risarcimento dei danni. Sulla vicenda i parlamentari Mauro Bulgarelli
(Verdi) e Giovanni Russo Spena (Rifondazione) hanno presentato una
interrogazione al Ministro della Giustizia, perché la sentenza contrasta
con i principi del diritto internazionale. Il bombardamento avvenne nella
notte del 23 aprile del 1999 nel corso delle operazioni aeree condotte
dalla Nato contro la Repubblica federale di Jugoslavia. Aver scelto come
bersaglio l'edificio della emittente televisiva costituisce un modo di
conduzione delle ostilità non consentito dal I Protocollo del 1977,
aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 12.8.1949, perché diretto contro
un obiettivo non militare e rivolto intenzionalmente a colpire civili; è
poi vietato dall'art. 174 del Codice penale militare di guerra. Lo Stato
italiano ha responsabilità in quanto come paese membro della Nato ha
concorso alla adozione delle modalità del conflitto ed anche perché
l'operazione bellica è stata compiuta a partire dal nostro territorio. "I
familiari delle vittime sono stati così privati della possibilità di far
valere i propri diritti - spiegano Bulgarelli e Russo Spena - ma le
conseguenze giuridiche della sentenza sono gravissime per tutti: per la
prima volta nel nostro ordinamento giuridico una strage, è stata
considerata un atto politico, come tale sottratto al sindacato
giurisdizionale. In questo modo è stata riconosciuta al potere esecutivo
una immunità che contrasta con gli obblighi nascenti dalle Convenzioni
internazionali, che sono stati recentemente ribaditi e rafforzati
dall'entrata in vigore della Corte Penale Internazionale. Poiché il
verdetto della Cassazione è stato provocato da una richiesta
dell'Avvocatura dello Stato, occorre che il Governo chiarisca se il potere
esecutivo, nell'esercizio delle scelte di politica internazionale ritiene
di essere giuridicamente vincolato al rispetto delle norme dei trattati
internazionali che proteggono i diritti dell'uomo ed in particolare quelle
del I Protocollo di Ginevra, che regolano il diritto dei conflitti armati.
In tal caso il Governo deve chiarire per quale motivo ha ostacolato il
sindacato giurisdizionale, con riferimento alle operazioni compiute nel
teatro balcanico, invocando, con il Regolamento
preventivo di Giurisdizione, l'insindacabilità dei proprio atti, persino di
fronte ad una strage deliberata di civili . Ed ancora: in che modo il
nostro paese garantisce l'applicazione del
diritto internazionale umanitario? Perché l'Italia non ha ancora emanatole
norme di attuazione per rendere effettiva la collaborazione dell'Italia
all'attività della Corte Penale Internazionale? Il silenzio che ha
accompagnato la sentenza, è inquietante e questa sentenza apre prospettive
inquietanti per il nostro futuro Ci auguriamo che il ministro della
Giustizia ci dia al più presto chiare risposte".

11 luglio 2002