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(Fwd) [noomc-it] La bufala radiottiva




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To:             	noomc-it@yahoogroups.com
From:           	"fr_abbe" <frabbel@tin.it>
Date sent:      	Fri, 14 Jun 2002 13:58:36 -0000
Subject:        	[noomc-it] La bufala radiottiva

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Tratto da:
<http://www.italy.indymedia.org//front.php3?article_id=56544>

Beccatevi questa notiziola, dedicata a quelli che ancora credono che
esistano i buoni e i cattivi. 

13.06.2002
La bomba radioattiva non c'era. Ora Ashcroft è nei guai
di Bruno Marolo

WASHINGTON Le radiazioni di una bomba inesistente stanno avvelenando
l'aria alla Casa Bianca e al Congresso. Il ministro della Giustizia
John Ashcroft ha ricevuto una tirata di orecchie da altri diretti
collaboratori del presidente George Bush, per avere provocato in tutto
il mondo un allarme esagerato. Lunedì il ministro si era vantato di
avere sventato «un complotto terrorista per attaccare gli Stati Uniti
con l'esplosione di una 'bomba sporca' radioattiva». Nel giro di due
giorni, dopo che la commissione della Camera per i servizi segreti ha
chiesto spiegazioni al capo della Cia George Tenet, è stato chiarito
che la bomba non esiste. Esistono soltanto vaghi sospetti, e i
portavoce del governo sono costretti a rettificare le parole del
ministro della Giustizia. Intanto il suo collega della Difesa, Donald
Rumsfeld, è incappato in un infortunio simile. Mercoledì, in India, si
era lasciato andare a dichiarazioni avventate su presunte attività nel
Kashmir di Al Qaeda, l'organizzazione di Osama Bin Laden. Ieri è
arrivato in Pakistan, ha dovuto subire le rimostranze del presidente
pakistano Pervez Musharraf e alla fine ha ritrattato. «Il fatto è - ha
ammesso - che né io né gli Stati Uniti abbiamo le prove che vi sia una
base di Al Qaeda nel Kashmir». Il presidente Bush vuole bene al
ministro Ashcroft, che è un conservatore di ferro come lui e non
soltanto dà la caccia con zelo agli immigrati sospettati di
terrorismo, ma spesso tiene allegri i colleghi di governo cantando e
suonando il pianoforte per loro. Per l'incauto ministro non ci sono
state, almeno in pubblico, reprimende dall'alto. L'incarico di
smentirlo senza nominarlo è stato affidato a un semplice
sottosegretario della difesa, Paul Wolfowitz, che ha precisato: «Non
credo che ci fosse un vero complotto, a parte alcune parole in libertà
e un indiziato venuto negli Stati Uniti per programmare altre azioni».
I consiglieri di Bush tuttavia si sono lamentati per aver ricevuto il
testo dell'annuncio di Ashcroft soltanto quando era troppo tardi per
fermarlo. «Se ci fosse stato il tempo - ha confermato uno di loro alla
rete televisiva Abc - avremmo formulato la dichiarazione in un altro
modo». Un altro si è sfogato con il Washington Post: «Lavoriamo
duramente per informare il pubblico senza inutili allarmi. Non c'era
bisogno di dare l'annuncio in quei termini, e a un livello così alto.
La storia ha avuto un impatto molto maggiore di quello che chiunque di
noi avrebbe creduto». Ashcroft ha lanciato l'allarme mentre il
tribunale della difesa di New York esaminava il ricorso della difesa
di Jose Padilla, detenuto dall'8 maggio senza che gli sia stata
contestata alcuna accusa. Padilla, un cittadino americano convertito
all'Islam, ha assunto il nome di Abdullah al Muhajir. Prima del suo
arresto all'aeroporto di Chicago i servizi segreti americani hanno
seguito la sua pista dal Pakistan alla Svizzera e ricostruito una
serie di contatti con Al Qaeda.

«Questo personaggio - spiega Vincent Cannestraro, un ex dirigente
della Cia che ha tuttora accesso a fonti di prima mano - si era
offerto volontario per una operazione di Al Qaeda, ma non era in grado
di fare nulla. Non aveva dietro di sé alcuna organizzazione e non
aveva nulla di pronto per un attentato». I due capetti di Al Qaeda con
cui aveva trattato in Pakistan, tra cui un certo Benjamin Ahmed
Mohammed, sono stati arrestati dai servizi segreti pakistani. Sembra
che Padilla avesse parlato con loro della velleità di procurarsi un
ordigno radioattivo, ma in pratica non sapeva dove trovarlo. Le cose
stavano a questo punto quando il difensore di Padilla ha presentato un
ricorso al giudice perché egli fosse messo in stato di accusa oppure
scarcerato. Nello stesso momento il Congresso stava esaminando con
scetticismo il piano di Bush e Ashcroft contro il terrorismo.
Occorreva un segnale forte. Il ministro, che era in visita a Mosca, è
partito al contrattacco con una dichiarazione di 14 paragrafi in cui
usava cinque volte l'espressione catastrofica «bomba radioattiva». Una
telecamera dell'Nbc lo ha sorpreso mentre, credendosi solo, declamava
la dichiarazione imparata a memoria, provando le drammatiche
espressioni del volto con cui tra poco avrebbe gettato il mondo nel
panico. Secondo le disposizioni del presidente Bush il testo
dell'annuncio avrebbe dovuto essere approvato da Washington. Ashcroft
mandò il fax alla Casa Bianca quando già le telecamere erano pronte
per lui e non aspettò il segnale di via libera. Voleva far colpo. C'è
riuscito.



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