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R: Straordinario Galtung
Caro Mario, prima che a Roma, Galtung è stato nostro ospite, come tutti gli
anni. Mi fa moltissimo piacere il tuo apprezzamento del suo intervento,
perché credo che sia lo studioso più acuto e utile per il movimento per la
pace. Purtroppo non è sufficientemente apprezzato nel nostro mondo
accademico e tanto meno in quello politico, ma non ci stupisce. Il Centro
Sereno Regis è il nodo italiano della rete Transcend. Abbiamo tradotto molti
dei suoi ultimi scritti sull'11 settembre. Uno è stato pubblicato sulla
nuova rivista Satyagraha, di cui è uscito il primo numero che dirige Rocco
Altieri di Pisa. Ne abbiamo altri in forma non ancora definitiva ma quasi
pronti per una eventuale diffusione. Che ne dici di curare una
pubblicazione, anche agile, di questi suoi scritti? C'è anche una lunga
intervista che gli abbiamo fatto insieme a Marco Revelli e che stiamo
sbobinando. Ma più in generale è importante fare conoscere il lavoro di
Transcend. Sono a disposizione per eventuali iniziative e collaborazioni.
Ciao Nanni Salio
----- Original Message -----
From: Mario Pianta <pianta@isrds.rm.cnr.it>
To: <pace@peacelink.it>
Sent: Monday, May 27, 2002 11:55 AM
Subject: Straordinario Galtung
> Venerdì scorso Johan Galtung ha tenuto all'Università di Roma, Villa
> Mirafiori una conferenza su
> "La nonviolenza e il mondo dopo l'11 settembre"
> organizzata dagli studenti del Cantiere per la pace e da Lunaria, con 150
> partecipanti.
>
> E' la cosa più illuminante e stimolante che abbia sentito nell'ultimo
anno.
>
> Analoga a quella di Chomsky tenuta a Porto Alegre. Sarebbe bello avere
> Galtung al Forum europeo.
> Per questo voglio ringraziare i ragazzi del Cantiere e Sergio Andreis che
> ha curato i rapporti con Galtung.
>
> Allego sotto una sintesi scritta da Gianluca Baccanico per un'agenzia di
> stampa.
> Un'intervista lunga dovrebbe uscire nei prossimi giorni sul manifesto.
> A Lunaria si può richiedere un dossier con gli ultimi articoli di Galtung.
>
>
> ApB-L'11 SETTEMBRE COME SCONTRO TRA DUE "POPOLI ELETTI"
> Parla il "guru mondiale" dei conflitti, Galtung
> Roma, 25 mag. (Ap.Biscom) - Popolo eletto contro popolo eletto.
> L'attacco dell'11 settembre compiuto da quello saudita contro
> l'altro, quello dell'elite statunitense. E' l'opinione di Joan
> Galtung, norvegese, uno dei massimi esperti di risoluzione dei
> conflitti, considerato dai leader del pianeta come il guru da
> consultare, quando non si sa più che fare. Galtung ha parlato
> ieri a Roma in una conferenza tenuta alla facoltà di Filosofia e
> Lingue della Sapienza, organizzata dal Cantiere per la Pace della
> facoltà.
> Le due "sette patologiche", Wahabi e Puritana, sono basate su
> una stessa visione fondamentalista e durante la conferenza il
> professore norvegese ha elencato i quattro punti principali di
> ciascuna.
> Secondo la religione Wahabi, culto di stato dell'Arabia Saudita,
> il popolo che vive nella penisola arabica è il popolo eletto, e
> il suo territorio è la terra Santa, scelta da Allah per far
> nascere il suo profeta Maometto. Tutti coloro che non si
> convertono all'Islam sono inoltre considerati peccatori e chi non
> rispetta i dogmi è punibile con la pena capitale. I marines in
> Arabia Saudita, quindi, infedeli sulla terra santa, da cacciare e
> punire con la pena capitale.
> L'11 settembre, nell'analisi del professor Galtung, come
> 'logica' conseguenza della setta fondamentalista di cui fa parte
> il saudita Osama Bin Laden nonché i Talebani. Gli aerei dirottati
> come la spada che porta la giustizia di Allah agli infedeli e
> irrispettosi statunitensi.
> La religione dei Puritiani, che è anche del presidente Usa,
> George W. Bush, dal canto suo, sostiene che i puritani, che
> arrivarono in piccoli gruppi negli Stati Uniti circa quattro
> secoli fa, sono il popolo eletto e che possono chiamarsi con il
> nome di Santi, professano l'ascetismo come vera strada indicata
> dal profeta Gesu Cristo e dividono il mondo in due spiriti: il
> bene che loro rappresentano e il male, tutti gli altri.
> "Sindrome da megalomania paranoica", il nome della patologia,
> spiega il professore norvegese, che insegna ad Oslo e
> all'Università delle Hawaii e dirige l'organizzazione Transcend
> per l'elaborazione di soluzioni ai conflitti.
> La comunità puritana, decise inoltre di meritare la terra
> promessa di Zion, quella dei sionisti, e la stabilì nel
> Massachusset dove fondò nel 1600 la città di New Canah e
> l'Università e centro religioso di Harvard, oggi l'università più
> ricca e prestigiosa d'occidente e fucina per i rampolli
> dell'elite politica economica e culturale degli Stati Uniti.
> La penetrazione economica e militare degli Usa sul territorio
> dell'Arabia Saudita è iniziata con gli accordi del febbraio 1945
> tra Franklin D.Roosvelt e Ibn Saud, che aiutarono a quest'ultimo
> a fondare la casa regnante dell'Arabia Saudita, creando un legame
> di reciproca convenienza, che pare oggi stia presentando il
> conto.
> Segue
> B-Gba
> ApB-L'11 SETTEMBRE COME SCONTRO TRA DUE "POPOLI ELETTI"-2-
> Il guru della pace cui si rivolgono i capi di stato del pianeta
> Roma, 25 mag. (Ap.Biscom) - La violenta e ottusa logica
> fondamentalista Wahabi, sprigionata negli attacchi dell'11
> settembre, si sta oggi scontrando, sostiene il professor Joan
> Galtung, con la sorda risposta della 'setta' dei Santi, quella
> religione puritana cui la famiglia Bush appartiene, e che irradia
> la propria visione manicheistica del mondo dalle cattedre di
> Harvard. L'"asse del male", l'invito a stare o con gli Usa o
> contro gli Usa, e quella che doveva essere la missione di
> 'Giustizia infinita', poi tramutata in 'Libertà duratura',
> apparterrebbero quindi alla retorica puritana di chi si ritiene
> un santo che sta giustamente governando il mondo in nome di Dio
> in persona.
> Nel corso della conferenza, il direttore di Transcend, ha citato
> un sondaggio fatto dalla Cia in Arabia Saudita, subito dopo la
> fine del regime talebano in Afghanistan. Il 95% dei giovani
> sauditi si sono detti d'accordo con le rivendicazioni di
> Al-Qaida.
> Joan Galtung ha poi presentato le possibilità di soluzione non
> violenta del confliltto. La premessa del teorico è stata: "non
> sono contro la violenza per una questione morale, ma perché
> scientificamente è dimostrato che non funziona e non risolve".
> Le possibilità di intervento per gli Stati Uniti, sono secondo
> l'esperto norvegese:
> 1 - Riconoscimento della Palestina, e facilitare la creazione di
> una comunità multinazionale per il medioriente, sul modello della
> comunità europea del dopoguerra.
> 2 - Ritirare le proprie truppe dall'Arabia Saudita
> 3 - Apertura di un dialogo con l'Iraq che porti alla democrazia
> nel paese. Un conflitto secondo l'esperto potrebbe durare anche
> due secoli.
> 4 - Dialogo con l'Iran, accettando le critiche che da questo
> paese vengono per le reiterate interferenze statunitensi nel
> proprio territorio
> 5 - Ritirare le truppe dal territorio afgano. La base militare
> costruita dagli Usa nei pressi di Kandahar e il corridoio di
> dominio territoriale riservato agli statunitensi, secondo
> Galtung, non fanno che confermare le accuse dei fondamentalisti
> wahabiti, inasprendo lo scontro, prolungando all'infinito la
> spirale.
> B-Gba
> ApB-L'11 SETTEMBRE COME SCONTRO TRA DUE "POPOLI ELETTI"-3-
> Il protrarsi della tensione potrebbe stancare alleati europei
> Roma, 25 mag. (Ap.Biscom) - "L'Italia culturalmente non è fedele,
> e la vicinanza agli Stati Uniti è dettata più da una logica di
> rischi-benefici, che da una convinzione politica", sono le parole
> di Joan Galtug, che ha tenuto ieri una conferenza sullo scenario
> iternazionale dopo l'11 settembre, alla facoltà di Filosofia
> della Sapienza di Roma, organizzata dal Cantiere per la Pace
> della Facoltà.
> Secondo il grande esperto norvegese, solo Spagna e Italia, tra i
> paesi europei, stanno seguendo alla lettera la politica di
> Washington, ma l'Italia potrebbe cambiare rotta entro tre anni,
> stancandosi del protrarsi della mobilitazionione militare. Le
> previsioni di Galtung si sono spesso avverate; nel 1980 in
> articoli e conferenze aveva dichiarato che entro 10 anni il
> sistema sovietico si sarebbe sbriciolato. Quando nell'ottobre
> 1989 cadde il muro di Berlino, alcuni commentatori osservarono
> scherzando che il professore aveva sbagliato di ben due mesi.
> "L'Europa ha paura della follia della religione Wahabi, e appare
> contenta che gli Usa stiano compiendo il lavoro sporco", ha
> sostenuto Galtung. Secondo l'idea guida della conferenza, l'11
> settembre si può leggere come scontro tra due sette che si
> considerano elette da Dio per governare la terra; se questo fosse
> vero, porterebbe, secondo l'esperto in soluzione dei conflitti,
> ad un progressivo allontanamento dell'Europa dalle posizioni
> statunitensi.
> Galtung ha citato un sondaggio pubblicato quest'inverno dal
> settimanale tedesco Der Spiegel; alla domanda, "l'11 settembre è
> stato un attacco contro gli Stati Uniti o contro l'Occidente",
> Francia, Spagna, Germania e Inghilterra hanno indicato gli Usa.
> Solo i cittadini italiani hanno risposto che l'attacco è stato
> contro l'intero Occidente.
> B-Gba
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> Mario Pianta, Universita' di Urbino e
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