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L’agente Ken, il «profeta» che nessuno ha ascoltato
L’agente Ken, il «profeta»
che nessuno ha ascoltato
NEW - YORK Nell'estate del 2001 un uomo ha cercato di mettere in
guardia l'America su un disastro imminente, ma la sua voce è rimasta un
grido nel deserto dell' Arizona, inascolato a Washington. Ora che quella
profezia dimenticata si sta trasformando in un incubo per la Casa Bianca,
l'agente dell'ufficio Fbi di Phoenix Kenneth Williams, autore di un rapporto
che metteva in guardia sull'interesse di Al Qaeda per l'aviazione civile, è
l'uomo del giorno negli Usa.
Il memo scritto il 10 luglio 2001 da Williams è uno dei più consistenti tra i
segnali non raccolti dall'intelligence su quello che stava per accadere. Il
rapporto è ancora segreto, ma alcuni senatori hanno cominciato a fare
pressioni sul direttore dell'Fbi, Robert Mueller, perchè lo renda pubblico.
Stando alle anticipazioni sul suo contenuto, sarà un altro imbarazzo per una
Casa Bianca, costretta da giorni a difendersi dalle accuse di aver
sottovalutato gli avvertimenti.
Il presidente George W. Bush ha mandato in tv i più stretti collaboratori nei
talk-show della domenica, affidando loro il compito di difendere l'operato
dell'amministrazione. «Non ci sono dubbi che ci sono stati errori - ha detto il
vicepresidente Dick Cheney, parlando del lavoro degli uomini
dell'intelligence - ma ovviamente non sapevamo cosa stava per accadere e
non eravamo in grado di prevenirlo». Il consigliere per la sicurezza
nazionale, Condoleezza Rice, ha respinto qualsiasi idea di commissione
d'indagine sull'intelligence ed ha chiesto ai democratici di abbassare il livello
delle critiche: «Siamo ancora impegnati nella guerra al terrorismo, ci sono
uomini che mettono a rischio la loro vita e dobbiamo proteggere le nostre
informazioni per prevenire nuovi attacchi».
Ma le rivelazioni sugli errori del passato aumentano e l' epicentro del
terremoto è a Phoenix. Qui lavora un silenzioso investigatore di 42 anni,
Ken Williams, che da 12 anni fa parte della «Squad 16», un'unità
antiterrorismo dell'Fbi. Secondo i suoi colleghi, Williams è uno dei migliori:
«Chiunque ai vertici dell'Fbi non abbia preso seriamente i suoi avvertimenti,
è uno stupido», ha detto un ex collega, Ronald Myers. Eppure il memo di
Williams, accompagnato dalle raccomandazioni del capo dell'ufficio di
Phoenix, Bill Kurtz, è finito in quello che all'Fbi chiamano «il buco nero»:
l'ufficio che si occupa di analizzare le segnalazioni e che troppo spesso
sembra averle sottovalutate.