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PEACELINK - BOLLETTINO N.8 PER I VOLONTARI



BOLLETTINO SETTIMANALE PER I VOLONTARI DI PEACELINK
n.8 - 4 maggio 2002

a cura di
PeaceLink
c.p. 2009
74100 Taranto

Sito web: http://www.peacelink.it
E-mail: volontari@peacelink.it
Fax 1782273886
Donazioni: conto corrente postale 13403746 intestato a PeaceLink, c.p. 
2009, Taranto

Fate circolare il piu' possibile questo bollettino spedendolo ai vostri 
amici: grazie.


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Questo bollettino intende segnalare tre importanti iniziative:


A) domenica 12 maggio 2002 - marcia straordinaria Perugia-Assisi per la 
pace in Medio Oriente
sito web: http://www.tavoladellapace.it   tel.075.5736890; partenza ore 9 
Giardini del Frontone di Perugia; arrivo ore 16 alla Rocca Maggiore di Assisi

B) "...anch'io a Kisangani!" - azione internazionale nonviolenta di pace in 
Africa: 22 - 27 maggio 2002. I partecipanti si prepareranno alla partenza 
con un week-end di formazione nonviolenta a Bologna l'11-12 maggio. 
Maggiori informazioni sono riportate sotto (1)

C) mercoledì 29 maggio 2002 - sit-in nonviolento a Roma ore 14 di fronte 
alla Camera dei Deputati contro i mercanti di armi (verrà votato il disegno 
di legge 1927 che modificherà in peggio la legge 185/90); chi fosse 
disponibile è pregato di segnalarsi inviando un messaggio a 
volontari@peacelink.it
Ricordiamo che è in corso un importante convegno internazionale sul 
disarmo; altre informazioni sono riportate sotto (2)


(1) --------------------------- "...anch'io a Kisangani!" 
-------------------------------------

Azione internazionale nonviolenta di pace in Africa: 22 - 27 maggio 2002
Partecipazione al Simposio Internazionale per la Pace in Africa (SIPA 2)
"Libérons la Paix"
Kisangani, Repubblica Democratica del Congo

DOPO LA PALESTINA PROSEGUE IN AFRICA LA MOBILITAZIONE PER LA PACE DELLA 
SOCIETÀ CIVILE: 250 EUROPEI PRONTI A PARTIRE PER UN'AZIONE DI PACE NELLA 
R.D. DEL CONGO, MENTRE SI CONCLUDE SOLO CON UN ACCORDO PARZIALE IL DIALOGO 
INTRACONGOLESE.

Dopo l'esperienza in Palestina con "Action for peace", continua in Africa 
l'impegno della società civile per la pace. La possibilità che semplici 
civili con atteggiamento nonviolento riescano laddove le diplomazie sono 
all'impasse cerca realizzazione infatti nella martoriata Repubblica 
Democratica del Congo, mentre non è stato raggiunto alcun accordo globale 
al tavolo del Dialogo intracongolese, tappa delle trattative di pace per la 
zona dei Grandi Laghi africani. Il Dialogo si è concluso infatti venerdì 
scorso solo con un accordo parziale tra il governo di Kinshasa e il 
Movimento di Liberazione del Congo, nel quale sperava tutta la popolazione, 
che si era aperto a Sun City (Sudafrica) il 25 febbraio. I 350 delegati di 
tutte le principali fazioni e della società civile hanno lavorato per 45 
giorni, ma non sono riusciti, nonostante l'impegno del presidente 
Sudafricano Thabo Mbeki e del mediatore ufficiale Ketumile Masire, a 
mettere d'accordo tutti e tre i tre belligeranti principali: il governo di 
Kinshasa, il Mlc) e la Coalizione democratica congolese (Rcd-Goma).
Appena conclusi i lavori sono invece continuate le ostilità in alcune aree 
nel Nord-est del paese (Dungu in particolare, riconquistata in queste ore 
dal Mlc), mentre aggressioni alla popolazione continuano nel sud Kivu. Il 
clima, già di grande insicurezza per la popolazione, potrebbe quindi 
diventare quello del "tutti contro tutti" e fra alcuni osservatori c'è già 
il timore che si possa giungere anche a una fase più cruenta della guerra, 
iniziata il 2 agosto '98, appena 14 mesi dopo la conclusione della prima 
guerra che portò al potere a Kinshasa Laurent Désiré Kabila.
Una guerra, quella in atto adesso, che coinvolge ben 6 stati africani 
(Rep.Dem.Congo, Rwanda, Burundi, Uganda, Angola, Zimbabwe), e che, secondo 
stime dell'organismo statunitense International Rescue Committee, 
dall'agosto '98 all'aprile 2001 ha causato nell'Est della R.D.Congo due 
milioni e mezzo di morti, dei quali 350 mila per la violenza e gli altri 
per cause connesse agli scontri, come fame e assenza di cure. Il massacro 
delle popolazioni civili è legato, da qualsiasi parte si osservi questo 
conflitto, al controllo e allo sfruttamento, in un clima da Far West, delle 
ingenti risorse (diamanti, oro, coltan, legname) di un'area ricca di 
materie prime ma la cui popolazione è paradossalmente e incredibilmente povera.
Molte persone in Congo, tuttavia, senza che l'Occidente se ne accorga, da 
tempo lavorano per la pace: la società civile congolese, pur stremata, 
continua ad impegnarsi nella ricerca di soluzioni politiche anziché 
militari e ha condotto campagne di mobilitazione nel paese e presso la 
comunità internazionale. L'ultima, il 29 marzo, ha visto le donne del 
Katanga, e di Lubumbashi in particolare, impegnate in una marcia silenziosa 
nel corso della quale hanno lanciato un messaggio per chiedere all'Onu di 
vegliare sull'attuazione delle risoluzioni prese, e a tutte le parti "di 
pensare alla sofferenza dei loro fratelli e alla ingiusta morte loro inflitta".
Ed è proprio per sostenere il grido di pace della società civile congolese 
che 250 pacifisti europei, quasi tutti di nazionalità italiana, sono pronti 
a partire alla volta della città di Kisangani (capoluogo della Provincia 
Orientale, nella R.D.C.) con l'azione internazionale nonviolenta "Anch'io a 
Kisangani".
L'azione si svolgerà dal 22 al 27 maggio. I partecipanti, provenienti da 55 
città, con diverse età (dai 18 ai 76 anni di Mons. Luigi Bettazzi, già 
Vescovo di Ivrea e presidente di Pax Christi) e professioni (studenti, 
pensionati, casalinghe, operai, consulenti informatici, missionari, 
disoccupati, pubblicitari e agricoltori), rappresenteranno ben 7 
nazionalità e si prepareranno alla partenza con un week-end di formazione 
nonviolenta a Bologna l'11-12 maggio.
L'iniziativa, richiesta dalla società civile e dall'Arcidiocesi di 
Kisangani e promossa da un cartello di associazioni (Beati i Costruttori di 
Pace, Break the Silence, Chiama l'Africa, Agesci, Emmaus, Gavci, Pax 
Christi, Missionari/e Comboniani, Dehoniani, Saveriani, Consolata, Pime), 
prevede l'arrivo dei pacifisti a Kisangani, città emblema della guerra 
congolese, la mattina del 23 maggio, incontri fra gruppi europei e africani 
impegnati su varie tematiche (donne, studenti, gruppi ecumenici, 
insegnanti, infermieri e medici dei centri sanitari, ong per lo sviluppo, 
ong per i diritti umani, sindacati, giornalisti), due giorni di lavoro del 
Simposio Internazionale per la Pace in Africa (con relazioni di personalità 
e semplici cittadini), momenti di festa, una preghiera interreligiosa e la 
marcia della pace per le strade della città. Il 26 maggio la città ospiterà 
anche l'epilogo della maratona "Vivicittà", organizzata dalla Uisp (Unione 
Italiana Sport per Tutti) con Libera, l'associazione di don Luigi Ciotti, 
che ha coinvolto molte città europee e africane (da Sarajevo a Nairobi).
Il Comitato promotore della città di Kisangani - composto da rappresentanti 
dell'Arcidiocesi locale, delle parrocchie, delle congregazioni missionarie, 
della società civile, di alcune Ong attive nel campo dei diritti umani e 
delle chiese protestanti, kimbaguista e dai rappresentanti della comunità 
musulmana - considera questa azione di pace unitaria fra europei e africani 
"una grande occasione, un'iniziativa della città tutta intera". Se sarà un 
progetto veramente concepito e portato avanti dalla popolazione, secondo 
gli organizzatori africani "c'è la speranza che il Simposio sulla pace che 
si terrà in quei giorni cambi il nostro modo di impegnarci per la pace. La 
popolazione di Butembo, nel Nord Kivu, infatti ha più consapevolezza ed 
energia nel lavorare per la pace, dopo la condivisione delle loro speranze 
con i 300 europei che l'anno scorso hanno lì partecipato alla prima 
edizione del Simposio Internazionale per la Pace in Africa".

Padova, 22 aprile 2002

Per informazioni:
- www.beati.org/sipa2
- ufficio stampa Mariagrazia Bonollo 348/2202662, Pino Ciociola 339/7329866
Comunicato stampa Kis 22 aprile
Segreteria organizzativa:
tel. 049/8070522 tel/Fax. 049/8070699 e-mail: beati.africa@libero.it - 
www.beati.org/sipa2
per contributi: Beati i Costruttori di Pace, Via A. da Tempo, 2 - 35131 Padova
C/c Banc. 507020, Banca Etica di Padova cod. ABI 5018 CAB 12100 - C/c 
postale: n. 17040361 causale "anch'io a Kisangani"

Mariagrazia Bonollo
via Bassano del Gr. 54/b
36030 Sarcedo (VI)
0445/344264
348/2202662



(2) ----------------------- "Summit for survival", il convegno mondiale sul 
disarmo -----------------------

Dall'1 al 5 maggio si svolge a Washington il 15° Convegno Mondiale sul 
Disarmo: "Summit for survival". Questo appuntamento internazionale è di 
particolare importanza in quanto in Italia sta per passare all'esame della 
Camera dei Deputati il famigerato disegno di legge 1927, che risponde alle 
pressioni della lobby dei mercanti di armi. In Italia, attraverso il 
coordinamento dell'International Peace Bureau di Ginevra, un gruppo di 
studio composto da PeaceLink, Comitato Scienziate e Scienziati contro la 
guerra, Oscar (Osservatorio sul commercio armi) e Associazione Kipling ha 
messo a punto un documento che verrà portato, attraverso un proprio 
relatore ufficiale, al convegno di Washington.
L'obiettivo è quello di far conoscere a livello internazionale la legge 
185/90 (ossia la "legge pacifista" che fu frutto della pressione di base 
delle associazioni negli anni Ottanta) che il disegno di legge 1927 vuole 
intaccare nei punti qualificanti. La legge 185/90 da anni aveva "seccato" i 
mercanti di armi perché impone un controllo rigoroso e trasparente vietando 
la vendita di armi a nazioni in guerra e a stati che violano i diritti 
umani. La Legge 185/90, considerata tra le più evolute e lungimiranti 
esperienze giuridiche sul commercio di armi, verrà pertanto illustrata al 
"Summit for survival" perché diventi un obiettivo legislativo per l'Europa 
e per tutte le nazioni civili. La legge 185/90 infatti recepisce le istanze 
di trasparenza interna ed esterna emerse in sede ONU prevedendo un’ampia e 
significativa informazione al Parlamento, e quindi all’opinione pubblica, 
sulle esportazioni e importazioni di armi italiane, tramite la 
presentazione di una relazione annuale al Parlamento del Presidente del 
Consiglio dei Ministri, che riporta dati dettagliati su azienda fornitrice, 
materiale esportato, valore, destinatario finale, banche coinvolte.
E' prevista a Washington la presenza di centinaia di scienziati impegnati 
per il disarmo nucleare, la prevenzione dei conflitti e lo sviluppo 
sostenibile. Perno organizzativo è l'organizzazione internazionale IPPNW 
(International Physicians for the Prevention of Nuclear War), Premio Nobel 
per la Pace 1985, che negli Stati Uniti poggia su PSR (Phisicians for 
Social Responsability).

Alessandro Marescotti - www.peacelink.it
(Questo articolo è sul numero del settimanale Carta attualmente in edicola).