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Chiamata alla Pace
CHIAMATA ALLA PACE
Dal 1982 le Associazioni e i
Movimenti italiani per la Nonviolenza e la Pace si sono rivolti ai
cittadini per invitarli a fare assieme politica attraverso un atto di
disobbedienza civile, l'obiezione alle spese militari; atto finalizzato
alla richiesta al Parlamento di un'alternativa al militare e alla sua
costruzione dal basso.
Coloro che hanno creduto in questo tipo di risposta, dopo più di
vent'anni di impegno, oggi possono ben dirsi soddisfatti per il lavoro
compiuto e per i risultati ottenuti. L'elenco delle conquiste della
Campagna OSM-DPN è lungo:
- La Corte Costituzionale ha emesso
diverse sentenze (n° 53 del 1985, n° 113 del 1986 e soprattutto la n° 450
del 1989) con le quali si afferma che la difesa della Patria con
le armi e quella senza armi sono equivalenti; cioè si
afferma il diritto costituzionale di avere una difesa collettiva non
armata.
- Il superamento del principio tributario per cui il contribuente non può
decidere la destinazione delle proprie tasse: l'innovazione dell'8xmille
per le Chiese ha fatto uscire dalla utopia giuridica la richiesta
dell'opzione fiscale a favore della difesa non armata; tanto che nel 1989
l'on. Guerzoni e 80 deputati hanno presentato un progetto di legge per
accoglierla nella legge italiana.
- La riforma 230/98 della legge 772/1972 sull'obiezione di coscienza.
Essa contiene: 1) il riconoscimento dell'obiettore a semplice domanda; 2)
l'invio degli obiettori in missioni di pace; 3) la istruzione e la
sperimentazione della DPN. Durante la discussione di questa legge sono
stati approvati dalla Camera tre odg che invitano il Governo a
riconoscere l'opzione fiscale, a istituire un Istituto di Ricerca sulla
DPN e a costituire Corpi Civili di Pace.
- Per la attuazione della precedente legge è stato istituito l'Ufficio
Nazionale per il Servizio Civile (UNSC), alle dipendenze dal Consiglio
dei Ministri e quindi ben distinto dal Ministero della Difesa. Deve
promuovere e realizzare il Servizio Civile degli obiettori di coscienza,
compresa la DPN. In esso si può ben vedere la prima istituzione di DPN in
Italia (e anche nel mondo).
- inizio dell'invio sistematico di obiettori in missioni di pace
all'estero (Caschi Bianchi 2001)
- inizio del servizio volontario femminile (2001)
- Approvazione della legge 64/2001 che, quando avverrà la sospensione del
servizio di leva, istituirà il Servizio Civile Nazionale, finalizzato
anche alla difesa della Patria senza armi.
- L'abilitazione (con la stessa legge) dell'UNSC a ricevere somme da
privati; il che apre la via alla legalizzazione della opzione
fiscale.
- 230 miliardi di finanziamenti (2002) per il servizio civile, dei quali
400 milioni per la DPN (solo in Germania c'è un finanziamento statale
simile, ma per un Servizio Civile di Pace gestito da enti
privati).
Oggi l'obiettivo di una prima
istituzione per l'alternativa all'esercito è stata ottenuta per legge,
l'Italia è il primo Paese al mondo che ha compiuto il salto di qualità di
ottenere la prima istituzione pubblica per la DPN. Solo in Germania c'è
qualcosa di comparabile: da tre anni il Servizio Civile di Pace ha
ottenuto un sostanzioso finanziamento dal Ministero della Cooperazione.
Inoltre in un futuro non lontano il Parlamento Europeo potrebbe varare il
Servizio Civile di Pace Europeo; mentre nel mondo si fa avanti questo
progetto in generale.
Tutto ciò conferma la giustezza dell'obiettivo posto in Italia nei
decenni passati: non quello di chiedere l'abolizione dell'esercito, ma
quello della novità storica di una difesa alternativa all'esercito, da
costruire attraverso una politica di iniziative convincenti all'interno
di un processo di transarmo.
Si tratta allora di far passare la novità dai rapporti legali, ai
rapporti reali nella società,; ma si tratta di darle gambe per
farla crescere nella società. Dalla politica dei principi dobbiamo
passare alla politica della costruzione sociale dell'alternativa. La
quale non potrà venire dall'UNSC, che, se non ha il sostegno di una base
attiva, resta un organismo burocratico. Infatti la vittoria italiana
rischia di risultare platonica. Già per due anni l'UNSC è stato
paralizzato dalla mancanza di finanziamenti e di personale; ora dalla
molteplicità degli incarichi addossati al dott. Bertolaso (responsabile
anche della Protezione Civile, che in Italia è ancora un semplice
progetto dello Stato, senza strutture).
Questa è una situazione del tutto nuova; non più statica, di
contrapposizione con i militari nella nostra totale impotenza
istituzionale, ma dinamica, perché la cittadinanza di noi
obiettori è stata riconosciuta in senso pieno, le istituzioni ci sono
(almeno per un primo passo) e si tratta di entrare nel gioco sociale e
politico di una lotta democratica che porti ad affermare le proposte
storicamente più valide.
Oggi ogni cittadino che voglia la pace può compiere un atto
impegnativo a tutti i livelli che contribuisca a questo nuovo obiettivo
politico. Il cittadino può esprimere non solo un'opinione, può
compiere non solo una disobbedienza civile che lo separa
dall'organizzazione sociale esistente, non solo dare un contributo in
danaro ad uno studio sulla DPN del futuro, ma può contribuire con parte
del proprio operare nella società, in una delle tante forme che esprimono
la sua appartenenza ad una programma differente dalla politica delle
armi; una delle tante forme che possano caratterizzarlo con una precisa
discriminante, quella che porta a distinguere coloro che scelgono la
difesa non armata e coloro che scelgono la difesa armata.
In modo da poter dichiarare alla popolazione italiana che finalmente
IN ITALIA E' NATA L'ALTERNATIVA DELL'ESERCITO NON ARMATO,
perché, non solo c'è una legge e c'è un ufficio preposto ad essa, ma
C'È UN GRUPPO SOCIALE CHE NELLA SOCIETÀ PORTA AVANTI QUESTA POLITICA E SA
COSTRUIRE UNA PRIMA RISPOSTA AI PROBLEMI DELLA PACE.
In questo nuovo senso politico oggi c'è bisogno di dare visibilità
pubblica e rendere concreta la presenza collettiva di tutti coloro che in
Italia hanno scelto la politica di pace. La recente iniziativa di
Action for Peace in Palestina ha reso compartecipe tutto il mondo della
capacità dell'interposizione nonviolenta anche in una zona di guerra dove
si è superato ogni limite del diritto internazionale. Si tratta di
costruire una base sociale per questo tipo di azioni e per le altre
previste dalla DPN.
In definitiva c'è da prendere posizione collettiva per
attualizzare la pace in maniera storica e propositiva; quindi non più
come singole persone che compiono atti coraggiosi ed ammirevoli
(obiezione all'esercito, andando anche in galera) e non più come enti
privati (Associazioni varie per la Nonviolenza e la Pace, Enti di
Servizio Civile) che svolgono una politica intelligente e propositiva
nella società civile; ma come una significativa fetta della popolazione
che ha fatto una scelta di fondo, che in Italia rappresenta una realtà
sociale ormai insopprimibile, che è ormai consolidata da diverse
esperienze anche in piena zona di guerra, che sa proporre un nuovo
progetto di grande interesse pubblico al di sopra delle singole
prospettive degli enti privati: progettare come risolvere i conflitti
senza armi e attuare questo servizio pubblico.
In Italia ci sono stati circa 500.000 obiettori di coscienza; inoltre
circa 20.000 sono stati obiettori alle spese militari. Ma questi numeri
possono restare delle statistiche se non si concretizzano in una pratica
costante nella vita pubblica. Perciò la proposta è di riproporre a
queste persone l'impegno, che nel passato è stato temporaneo, in un
impegno duraturo, che dia a ciascuno un indirizzo di lavoro
collettivo per la pace e cooperi all'obiettivo che oggi è decisivo.
Inoltre questa proposta sorge naturale come continuazione della
Campagna alle spese militari per la DPN, ormai in vista del traguardo
(l'odg approvato dalla Camera nel 1998 invitava già il Governo a recepire
l'opzione fiscale; oggi l'UNSC può ricevere donazioni da privati, quindi
anche detrazioni di tasse; così la illegalità è ridotta ad semplice uno
storno a capitoli di spesa dello Stato). Resta comunque la necessità di
proseguire una politica collettiva nazionale per la pace che sia
propositiva di grandi temi, in particolare che consolidi e sviluppi le
conquiste ottenute, le prime nel mondo. Quindi l'idea è di ottenere al
più presto la fine della vecchia Campagna OSM-DPN per passare a più che
una nuova Campagna: una azione politica comune per costruire una nuova
realtà dal basso.
Inoltre questa proposta si pone al di sopra delle differenze venute
alla luce durante gli anni passati tra i vari Movimenti, Associazioni per
la pace ed Enti di servizio civile: essa va al di là dei loro
obiettivi particolari per dare un obiettivo di minimo ma che unificante,
su cui siamo responsabili davanti alla popolazione italiana. Naturalmente
ogni associazione e movimento resta autonomo nel suo specifico; sappiamo
che per noi la diversità è ricchezza. La proposta è quella di dare un
obiettivo pubblico comune, sul quale collaborare.
Anche perché il settore si sviluppa comunque, grazie alla abnegazione di
chi ci lavora volontariamente: sono nati nuovi organismi appositi per la
DPN: le PBI, la formazione nazionale alla nonviolenza, i BCP, la Rete dei
Caschi Bianchi, i Berretti Bianchi. Ormai varie associazioni stanno
realizzando nella società italiana una attiva politica per la DPN.
utilizzando anche l'UNSC che, per la prima volta, ha ricevuto un
finanziamento sostanzioso (200 mila euro per la DPN, 2 milioni di euro
per la formazione degli obiettori). La novità della nascita
dell'alternativa all'esercito dovrà essere sancita dall'immersione
dell'UNSC nel sostegno attivo al lavoro che si fa alla base, in modo che
sia chiaro a tutti che la possibilità di realizzare la pace oggi passa
per due possibilità, delle quali quella delle armi è una sola e non è la
migliore.
In particolare la proposta è quella di:
1) lanciare un manifesto nazionale, con la scritta grossa di Chiamata
alla Pace e con aspetto propositivo e costruttivo; invitando tutti i
cittadini a compiere uno delle azioni indicate nel testo seguente.
2) Costituire una banca dati di coloro che rispondo alla chiamata;
Peacelink è disposta ad allargare la sua precedente banca dati sui
Volontari Antiguerra a coloro che risponderanno alla nuova gamma di
possibilità di chiamarsi al di fuori della guerra
3) Nell'autunno prossimo organizzare a Roma nella Auletta del Parlamento,
un convegno che pubblicizzi, alla popolazione italiana e al Parlamento,
che l'alternativa è nata attraverso la risposta alla Chiamata di un
gruppo sostanzioso di persone.
4) Organizzare (così come si fa in Germania da tre anni) un convegno
nazionale di progettazione e programmazione della risposta non armata ai
conflitti.
Questa allora è la proposta tentativa del testo ai cittadini, così come
l'ha formulata la Campagna OSM-DPN:
"La campagna di Obiezione Fiscale alle Spese Militari per la Difesa
Popolare Nonviolenta intende promuovere la realizzazione di quella difesa
alternativa per la quale essa è iniziata nel 1982 e che è stata
dichiarata legittima dalle sentenze della Corte Costituzionale e sancita
con la legge 230/98. Il che consiste nel riconoscerci collettivamente
nella serie di azioni che sin da oggi si possono fare per collegarci
nella costruzione, da subito, di questo progetto e presentarci come punto
di riferimento e di iniziativa davanti all'opinione pubblica. La serie di
iniziative qui elencate, alle quali ognuno contribuisce per quel che può
e come può, costituisce anche un percorso di formazione alla nonviolenza
che parte dalle scelte quotidiane di coscienza e che ognuno può fare
crescere a scelte pubbliche collettive. Per questo propone la seguente
scheda che ognuno può compilare e mandare ad Angelo Cavagna, e-mail:
gavci@iperbole.bologna.it.
Il
sottoscritto...................................................................
nato a ................................. il
.......................................
abitante a........................................ in via
......................
tel. ................................ e-mail
.....................................
gruppo di
riferimento....................................................
consapevole delle responsabilità civili e penali stabilite dalla legge a
carico di chi dice il falso, si dichiara obiettore all'uso delle armi, in
uno o più dei sensi seguenti:
( ) si impegna a partecipare a campagne di opinione e di azione contro
l'eventuale invio di forze armate italiane in azioni di guerra che
violino la Costituzione Italiana
( ) si impegna a non partecipare ad azioni militari in violazione della
Costituzione Italiana e conseguentemente si impegna a rifiutare la
chiamata alle armi
( ) si impegna a non utilizzare mai le armi anche in caso di guerra
( ) si impegna a non esercitarsi alla guerra
( ) si impegna, ove ricorra l'eventualità, a non partecipare ad attività
lavorative finalizzate alla produzione o al commercio delle armi
() si impegna a promuovere la obiezione alle banche armate
( ) si impegna nella Campagna Obiezione alle Spese Militari per la Difesa
Popolare Nonviolenta in uno dei seguenti modi:
( ) con un versamento volontario a favore e/o dell'Ufficio Nazionale del
Servizio Civile, e/o al Fondo per la Pace per promuovere la Campagna, e/o
ad una ONLUS che invia obiettori all'estero in missioni di pace;
( ) sottraendo al versamento delle imposte dovute sul reddito
delle persone fisiche una quota determinata che contestualmente verserà
e/o all'UNSC e/o al Fondo per la Pace;
( ) devolvendo l'8 per mille alla Chiesa o Cattolica o Valdese, ma
chiedendo che essa destini questo finanziamento alle iniziative di DPN da
esse individuate e già finanziate negli anni passati:
( ) si impegna a promuovere ovunque la cultura della nonviolenza e
l'educazione alla pace;
( ) si impegna a sviluppare iniziative di Difesa Popolare Nonviolenta e
di risoluzione nonviolenta dei conflitti;
( ) si dichiara disposto ad impegnarsi per una o più delle seguenti
attività:
( ) sostenere economicamente progetti di servizio civile (eventuale
alternativa fra due o più "settori" di intervento)
( ) partecipare a progetti di servizio civile in Italia (per 3 mesi, per
1 anno)
( ) partecipare a progetti di servizio civile in una ONG all'estero (per
1 anno, più anni)
( ) partecipare ad iniziative di interposizione nonviolenta (in generale
o anche in uno dei prossimi anni)
Per la Campagna OSM-DPN
Antonino Drago
Tel. 081-7803697 fax 06 233242218 drago@unina.it
Aprile 2002