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Kamikaze



Stasera il Consiglio Comunale di Milano ha approvato all'unanimità (44
presenti) una mozione sulla situazione in Medio Oriente.
Nel dispositivo finale, iI Consiglio "siimpegna direttamente:
- a manifestare fortemente la propria solidarietà alla popolazione civile
palestinese e alla popolazione civile israeliana;
- a contribuire allo sforzo oggi in atto da parte di numerosi soggetti
istituzionali e della società civile verso una composizione negoziale del
conflitto;
- a contrastare decisamente ogni possibile manifestazione di antisemitismo;
- ad inviare rapidamente un attivo aiuto alla popolazione civile,
nelll'ambito dei rapporti di cooperazione avviati dal Comune;
- ad inviare  - dopo aver preso i necessari contatti - una propria
delegazione presso le città  di Tel Aviv e Betlemme (città gemellate con
Milano) per esprimere la volontà di ricerca di una via pacifica alla
soluzione del conflitto."

Il dibattito - a dire il vero di livello modesto - ha riproposto la
questione del terrorismo palestinese: causa dell'offensiva di Sharon o,
all'opposto, effetto della mancata costituzione di uno Stato indipendente?

Il terrorismo è come la notte, cancella tutto, anche le cause più giuste.
Ma non tutti i terrorismi sono uguali. Quello palestinese è il terrorismo
dei kamikaze, di chi uccide uccidendosi. Cosa può mai spingere un uomo, una
donna fino a quel punto estremo?
Francesca, un'amica della Rosa Bianca, mi ha mandato in questi giorni le
parole che  uno scrittore americano, John Berger,  ha scritto all'indomani
della tragedia delle Twin Towers. Anche lì sono stati decisivi i kamikaze.
Berger sostiene che la spinta al terrorista suicida non provenga dall'odio
per il nemico bensì dalla disperazione quando questa diventi totale,
assoluta.
Sette sono i  livelli della disperazione:

Cercare ogni mattina
quel poco che ti fa sopravvivere un altro giorno.

Sapere quando ti svegli
che in questa giungla legale
non esistono diritti.

Scoprire negli anni
che niente migliora,
solo peggiora.

L'umiliazione di non essere in grado
di cambiare quasi nulla,
e di afferrarti a quel quasi
che presto porta a un altro punto morto.

Ascoltare le mille promesse
che passano inesorabilmente
accanto a te e ai tuoi.

L'esempio di chi resiste
ridotto in polvere dalle bombe.

Il peso degli uccisi tra la tua gente
un peso che spegne
l'innocenza per sempre
perché sono troppi!

Alla fine il sacco nero dell''amarezza e dell'assurdità si fa così pesante
da spaccare tutto. Tale sacco va  dunque  svuotato,  concedendo terra e
libertà. Altrimenti troverà altri cento, mille palestinesi pronti a
portarlo e a farsi esplodere in mille pezzi.
g.


P.s. Nel mio indirizzario possono esser finite persone che non vogliono
ricevere questi tipi di messaggio. Chi vuole essere cancellato me lo
segnali.


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Giovanni Colombo
consigliere comunale di MIlano - indipendente Ds
Presidente Naizionale della Rosa Bianca