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La crisi umanitaria in Palestina ha raggiunto un punto intollerabile
A Nablus, ora sotto il fuoco, il Soccorso Medico ha allestito 6 ospedali da
campo; la situazione in due di questi è spaventosa. Uno di questi, la
moschea nella città vecchia, ha 50 feriti, tre dei quali in condizioni
critiche e 15 in condizioni serie. I medici nella moschea hanno operato con
l’equipaggiamento minimo, 5 corpi nella stanza dove operano. I cecchini
israeliani sui tetti stanno circondando gli edifici e sparano a chiunque
cerchi di uscire dalla moschea. Gli elicotteri Apache attaccano regolarmente
la regione; i missili hanno già distrutto diverse case appartenenti alla
famiglia Al-Usta nella città vecchia. Ci sono notizie di tre persone ferite
che giacciono nelle strade vicine ma nessuno è in grado di portarli nella
moschea – alle ambulanze sono impediti i movimenti. Anche nella città
vecchia tre operatori sanitari sono stati presi dai soldati israeliani e
usate come scudi umani mentre i soldati sono entrati casa per casa per fare
perquisizioni.
La stessa situazione si può dire per l’ospedale da campo nel campo profughi
di Askar. Gli elicotteri israeliani Apache hanno sparato dei missili
lasciando sette persone ferite, due di loro in modo grave. Si sa che ci sono
quattro corpi nelle strade ma un ambulanza che aveva avuto il permesso dai
militari israeliani di andare a recuperarli si è trovata sotto il fuoco e ha
le ruote a terra. Mentre scrivo i soldati stanno ancora sparando alle
ambulanze e l’UPMRC ha perso il contatto con loro.
Le nostre fonti a Jenin riportano la stessa orribile situazione umanitaria.
L’esercito israeliano ha continuamente attaccato per tutta la notte il campo
profughi e la città. Gli elicotteri Apache hanno attaccato e seriamente
danneggiato circa 50 case nella parte più a ovest del campo, 20 persone sono
rimaste ferite e sanguinano nelle strade. Testimonianze degli abitanti
dicono che ci sono 15 morti in diverse zone ma ancora le ambulanze vengono
attaccate non appena cercano di raggiungere i cadaveri – questo con
munizioni sparate dagli elicotteri.
Ieri all’ospedale Al Razi a Jenin i medici e i paramedici hanno cercato di
aiutare la 28enne Nidal Al Haj che sanguinava a morte nel cortile dell’
ospedale. Il dottor Ali Jabareen ha spiegato dall’ospedale come “i medici
abbiano atteso per un lungo tempo ma senza poter uscire a soccorrerla a
causa degli spari”. Non così drammatica ma ancora a rischio della vita, la
situazione di donne in cinte, pazienti che necessitano della dialisi,
persone vittime di attacchi di cuore, e pazienti diabetici che non possono
neanche loro accedere ai trattamenti medici dai quali le loro vite
dipendono. Gli ospedali riportano un razionamento dell’ossigeno e di altre
forniture mediche.
L’ultima notizia da Jenin è che l’esercito israeliano sta sistematicamente
demolendo con i bulldozer le case nel campo profughi dove abitano 15.000
palestinesi in un area di 1 kmq.
Questo succede mentre contemporaneamente stanno lanciando gas lacrimogeni
dagli elicotteri sul campo. Per due giorni il campo ha resistito all’
invasione israeliana ma adesso la natura dell’invasione ha cambiato –
distruggono le case con gli abitanti dentro.
Anche Yatta vicino a Hebron si è trovata sotto un attacco israeliano
sostenuto dalle 3am di questa mattina. Dozzine di carri armati hanno
circondato la città e aperto il fuoco sugli abitanti. L’ospedale ha dato
notizia di due palestinesi uccisi mentre si trovavano nelle loro case - Ali
Jabareen di 22 anni, colpito con munizioni letali nel petto e Nader Jamil Al
Khadder di 21 anni anche lui colpito al petto. L’ospedale li ha sepolti nel
cimitero immediatamente e senza funerale perché erano preoccupati che
quando l’invasione israeliana sarebbe stata completa in città sarebbe
scoppiata una crisi – simile alla crisi in altre città della Cisgiordania
dove i corpi sono rimasti in ospedale e nelle case a decomporsi senza che
nessuno potesse seppellirli.
Il dottor Mustafa Barghouti, sotto assedio a Ramallah ha commentato il
furioso attacco israeliano dicendo:”questo disastro umanitario totale è
stato fatto dall’esercito israeliano intenzionalmente. Adesso a Jenin,
Nablus l’esercito israeliano sta facendo la stessa cosa che ha fatto in
altre città della Cisgiordania, impedendo accesso ai malati e ai feriti di
accedere ai servizi medici. Questo è sistematico e pianificato. I comandanti
israeliani dichiarano che è sicuro per i veicoli muoversi o che è sicuro per
le ambulanze e gli operatori umanitari ma i soldati sulle strade aprono il
fuoco sulle nostre ambulanze. Loro stanno creando questo disastro
umanitario – lo stanno usando come strumento di controllo politico.”
Ieri l’UPMRC ha emesso un comunicato che mette in guardia contro il rischio
di epidemie causate dalla decomposizione dei corpi intrappolati nelle case e
in diverse strutture mediche.
Per ulteriori informazioni contattare Juliana al Palestine Monitor +972 (0)2
5834021 oppure +972 (0)2 5833510 www.palestinemonitor.org