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Pasqua di sangue
Cari amici, vi giro questa sconvolgente testimonianza.
Sulla Pasqua, nella Terra Santa.
Miguel Martinez
http://www.kelebekler.com/
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Oggetto: [internazionale] [tacticalmedialist]L'esercito israeliano spara e
ferisce anche gli attivisti internazionali
Con preghiera di diffusione.
1 aprile 2002
Manifestazione a Beit Jala.
Preparativi.
Partiremo da Dheisheh verso le 3 insieme al gruppo di Internazionali
dell`ISM e insieme a 2 pullman di italiani della Carovana di Action for
Peace per andare a Beit Jala e portare avanti un` azione di interposizione
con i carrarmati, con il fine di introdursi nel villaggio osccupato.
Beit jala e` al momento sotto il controllo di circa 50 di carraarmati.
Gli osservatori attivisti Internazionali cercheranno di passare attraverso
le file di mezzi per introdursi nella case palestinesi, salutare le
famiglie ed eventualmente rimanere nelle case a protezione dei civili.
Tutta la zona
e` completamente militarizzata e ci sono anche parecchie truppe, quindi
sara` difficile attraverso un` azione di opposizione pacifica, passare la
fila di carriarmati.
Purtroppo Betlemme e` al momento assediata e i carriarmati si stanno
stringendo attorno ai campi profughi di ora in ora sempre di piu.
Insieme a noi dovrà prendere parte all`azione anche la parlamentare di
rifondazione comunista Gabriella Masha che da Gerusalemme si sta recando
adesso qui a Betlemme con il resto della carovana.
attivisti e mediattivisti dal Campo di Deheishe, Palestina
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Beit Jala: proiettili sul corteo.
Il corteo di attivisti pacifisti a Beit Jala che volevano visitare le case
occupate dall'esercito israeliano e' stato disperso con colpi di fucile dai
carri armati della IDF (Israeli Defence Force, l'esercito israeliano).
Alle 15.00 ora locale gli attivisti italiani del coordinamento nazionale in
sostegno dell'intifada e di indymedia italia, i francesi e svizzeri del
GIPP, e gli internazionali dell'International Solidarity Movement si sono
riuniti di fronte allo Star Hotel per dare vita a un piccolo corteo che
arrivasse fino a Beit jala per visitare le case occupate dall'esercito
israeliano e portare solidarieta' al popolo palestinese. In circa 100
persone ci siamo mossi verso Beit Jala, in una Betlemme deserta che niente
di buono lasciava presagire.
Anche il fatto che due bus di attivisti di Action 4 peace che insieme a una
parlamentare dovevano raggiungerci fossero stati fermati al checkpoint, non
ci dava grandi speranze nei confronti dell'IDF.
Scanditi dal suono del clarino di A., e dal battimani ci siamo incamminati
sulla salita che porta al villaggio di Beit Jala. "Stop the Occupation"
"Sharon you will see palestina will be free" gli slogan scanditi mentre ci
inerpichiamo.
Arriviamo al punto in cui due giorni fa abbiamo incrociato i carri armati e
la strada e' deserta. Continuiamo quindi verso le case in cui si sono
posizionati i cecchini, davanti alle quali sappiamo essere parcheggiati
i carri, per tentare di portare la solidarieta' ai palestinesi che sono
confinati in esse.
A un certo punto si presenta davanti a noi un carro armato. Nella torretta
un soldato sui 20-25 anni ci guarda con indifferenza. Con la freddezza di
chi sa che cosa deve fare e sa che cio' fa parte della sua vita. Si
avvicinano i negoziatori del gruppo per tentare di trattare un avanzamento.
Subito partono le prime raffiche a qualche metro dai loro piedi. NON sono
proiettili di gomma. Sono proiettili veri. Fanno male. Le persone non
panicano, si raggruppano, e si cerca di mandare nuovamente avanti i
negoziatori. I colpi di fucile mitragliatore non lasciano spazi a commenti.
Cominciamo a indietreggiare lentamente per evitare il panico e situazioni
di caos ancora piu' pericolose. I colpi si fanno semrpe piu' frequenti e
vicini.
Vedo colpire il marciapiede a dieci centimetri dalla caviglia di un signore
di mezza eta'. vedo colpi sui muri. Vedo colpi in direzione di telecamere e
di macchine fotografiche.
Il carro avanza. Il grosso delle persone si allontana con passo sostenuto,
mentre un paio di file camminano
indietreggiando lentamente. I soldati continuano a spararci addosso.
Alcuni di noi rimangono bloccati dietro un cancelletto in un pertugio
laterale, e nonostante i nostri richiami siamo costretti a lasciarli
rifugiati in una casa. Poco dopo un colpo arriva sul muiro di fianco a me.
Sento un urto in mezzo allo sterno.
Ci penso un attimo. Bestemmio ma non sento dolore e quindi penso che va
tutto bene. Mi giro e vedo una ragazza sbiancare e voltarsi e svenire nelle
braccia di M.. Il sangue sulla sua felpa. Le sirene dell'ambulanza. Per me
sarà sempre la prima persona ferita. Non so se sia cosi'. So che
l'indietreggiamento continua inesorabile per venti lunghi minuti. Piano
piano la tensione si allenta e pensiamo solo a quando finalmente il
carro smettera' di starci a due metri di distanza. E a tenere la fila sullo
stesso passo.
In una vietta laterale un cameraman e una giornalista tentano di salire in
macchina. I soldati non gradiscono e li riempiono di raffiche sotto i
nostri sguardi impotenti, fino a che questi non si decidono, illesi ma
terrorizzati, a unirsi al corteo che indietreggia.
Finalmente uno slargo. I carri si fermano. Esce una macchina fotografica
dalla botola di ingresso nel tank. Ne esce un braccio che tiene in mano una
macchina fotografica.
Foto ricordo per la mamma, altre 100 persone a cui ho sparato addosso.
Sono talmente attonito che non riesco a scatttare una foto alla scena. Ci
giriamo finalmente e torniamo verso Betlemme.
Ci informiamo sui feriti: sono 7, di cui una, la ragazza, in sala
operatoria. Era di fianco a me.
Altri hanno screzi vari causati da schegge e sassolini impazziti sotto i
proiettili.
Ci dirigiamo al centro Ibdaa, per comunicare.
L'occupazione e' una realta' piu' viva adesso per noi. Come per migliaia di
palestinesi tutti i giorni. Come la guerra.
Non si puo' stare a guardare.
01 aprile 2002 Betlemme Palestina
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Una roulette russa: testimonianza di prima mano dalla Palestina 5:05pm Mon
Apr 1 '02
E` stata una roulette russa. Una donna inglese ora e` in sala operatoria
colpita in pieno, un francese ha il gomito a pezzi, quindici feriti dei
quali sette lievi.
Camminiamo all`indietro in discesa, lentamente. Il Tank ci insegue
pressandoci, ogni tanto sgasa, e` a quattro metri da me. Dalla finestrella
appare una faccia poliedrica, di plastica, il fucile e` puntato su di noi.
Da dietro appare un`altro Tank, ci tiene costantemente sotto tiro con il mitra.
Beit Jalla lungo il colle, parte vecchia della citta`, e` luminosa e
polverosa, ferita e deserta. Siamo una quarantina tra attivisti e
pacifisti, tutti europei piu` quattro americani. Neanche due minuti
dall`incontro del Tank. Davanti siamo due o tre italiani, qualche francese
e dei belgi. Stradina Strettissima e chiusa. Il Tank inizia a sparare sui
muri e davanti hai nostri piedi. Non ho il tempo di avere paura.
Qualcuno dietro arretra correndo, non capisco la gravita`, tra la polvere
ed il dolore ai timpani non capisco che qualcuno si sta ferendo, sono sotto
un carroarmato e guardo la faccia di quell`uomo con il corpo d`acciaio.
La prima fila continua a non girare le spalle e resistere. La RAI scappa.
Un altra troupe finisce in un angolo, dal Tank scarrellano un mitra e
glielo scaricano tra i piedi. Vedo la giornalista immobile dalla paura. Il
cameramen rimane ferito. Riescono a salire sul loro pulmino con la
scritta BBC.
I carriarmati avanzano, sparano, noi continuiamo a rimanere li`, io
continuo a non capire. Vedo una donna cadere, penso velocemente che sia
svenuta dalla paura. Polvere, le schegge mi sfiorano la faccia. Non mi
rendo ancora conto, propongo una tarantella li davanti, il sorriso e` la
vittoria della resistenza... che idiota.
Ora sono riusciti a eliminare i giornalisti, pochissime anche le nostre
videocamere davanti, quasi niente. Hanno sparato con il mitra almeno
sessanta volte durante i quindici minuti per fare la discesa. Non so`
perche` non siamo scappati subito. Tanti i dettagli e le luci che mi
confondono. Arrivati alla fine con il Tank lontano, capisco, mi dicono dei
feriti. E` stata come una roulette russa. Non avevo mai visto sparare
contro persone con le mani alzate, in una citta` deserta piena di rovine.
E` stata una roulette russa. Una donna inglese ora e` in sala operatoria
colpita in pieno, un francese ha il gomito a pezzi, quindici feriti dei
quali sette lievi. Una roulette russa.
h 17:00 Dehisha Camp
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Davanti a deheishe e' cominciata la resistenza; by imc italia a Deheishe
6:14pm Mon Apr 1 '02
Spari nella strada maestra di fronte al Centro Ibdaa. I ragazzi rispondono
con pietre e copertoni bruciati. abbiamo la sensazione che stanotte cominci
la resistenza.
maggiori info, materiali e link http://www.tmcrew.org/int/palestina
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T a c t i c a l M e d i a C r e w
http://www.tmcrew.org
e-mail: tactical@tmcrew.org
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