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LA PACE CAMMINA SUI TRATTURI



Title: LA PACE CAMMINA SUI TRATTURI
Da ³La Gazzetta del Mezzogiorno² di domenica 24 marzo 2002


LA PACE CAMMINA SUI TRATTURI

La Marcia della pace sceglie i tratturi. Quelle minuscole strade di terra, nate per la transumanza e per far riflettere i pastori lungo il tragitto, ieri hanno ospitato una lunga manifestazione non violenta e contro il terrorismo. Un centinaio di persone hanno rinunciato all'abituale relax del sabato pomeriggio per percorrere a piedi i circa dieci chilometri che separano la Comunità Emmaus (FOGGIA) dall'aerporto militare di Amendola.
Striscioni, chitarre, altoparlanti, ma anche cappotti, ombrelli, guanti per ripararsi da freddo e pioggia, sono stati i compagni degli esponenti di quindici tra sigle e associazioni che hanno animato l'iniziativa, cui si sono aggiunti rappresentanti della Comunità Rom di via San Severo.
Partenza intorno alle 15 da Torre Guiducci (dopo aver ripassato i canti, alcuni di Dylan e De Andrè) e via verso la prima tappa, quella della denuncia. Chi parla sceglie l'episodio di uno stupro, avvenuto l'estate scorsa, per denunciare chi ha visto e ha fatto finta di nulla. Il ponte che fa da sfondo si staglia sotto una teoria di nuvole cariche di pioggia. Parte l'animazione:un "pazziariello" utilizza merlodie conosciute  per condannare armi e guerre, per colpire con l¹arma della risata ingiustizie e sopraffazioni. Le parole "pace" e "terrorismo" campeggiano su striscioni bianchi e coi colori dell'arcobaleno, ma per qualche minuto viene giù la pioggia, tira un vento gelido. Fa nulla, la marcia prosegue e mentre gli automobilisti di passaggio sulla "complanare" osservano straniti  quell'assembramento, nel gruppo gira una petizione: è l'appello ai parlamentari contro la modifica della legge 185/90 (sull'import-export di armi in Italia). Dalla Marcia della pace di Foggia parte l'invito a deputati e senatori a votare contro il disegno di legge in discussione, perchè "costituisce un passo indietro per lapace". Già, la pace, ma anche la soliudarietà fra i popoli, la lotta al flagello mondiale dell'Aids: fra le persone in marcia c'è chi, come Antonio e Rita, è andato a Porto Megre per difendere le proprie idee al riguardo. E c'è chi, come Michela e Luigi, il proprio impegno lo spende nelle parrocchie "ma non siamo un gruppo parrocchiale", tengono a precisare.  I Comboni, la realtà cui appartengono i due ragazzi, sono "costruttori di pace" e fanno animazione missionaria,  sensibilizzano sulle problematiche del Sud del mondo. Alcuni di loro sono stati in Equador Uganda, Zambia e per la Marcia hanno scelto di rappresentare la "liberazione dei sensi". Silvia ha messo bende agli occhi, alla bocca, alle orecchie, per toglierle gradualmente alla lettura di "segni positivi". Fra questi, la poesia scritta da una donna assassinata in Afghanistan.
                                                             Anna Langone


NO GLOBAL, OBIETTORI, SCOUTS: INSIEME APPASSIONATAMENTE

Lui, da veterano delle Marce della pace, li ha salutati col calore di sempre. E' stato don Michele De Paolis a dare il via a "Sentieri di pace", com'è intitolata la Marcia. Ad animarla un serie di realtà pacifiste e gruppi No Global. Con la Casa del Giovane, c¹erano il comitato No Global ed Emergency di Manfredonia, Emmaus, Tierra Sin Fronteras, Rete Radié Resch, Ya basta, Centro Missionario,  chiesa cristiana  Valdese, Cobas, Coordinamento obiettori alle spese militari, Gruppo Comboni, Opera S. Michele, Rukola e Gruppi Scouts. A loro si è unita, con rappresentanti dell'Opera Nomadi, una delegazione del Campo Rom di via San Severo, col presidente Vesel, Beni, Chicco, Ferdinando, Sebastian e alcune ragazze che hanno portato gli striscioni. La loro testimonianza si è inserita In una delle quattro tappe del percorso (la denuncia, la presentazione dei costruttori di pace, le testimonianze e Il silenzio).
La marcia è stata seguita da un imponente servizio d¹ordine, che ha visto impegnati carabinieri e polizia.
         a.lang.


IL SILENZIO, POI L¹ARRIVO IN AEROPORTO

Duecento fiocchi bianchi sulla rete dell'Amendola.
Duecento fiocchi bianchi all'Amendola: é stato questo l'ultimo atto della "Marcia della   pace.                                                                   
Il popolo dei nonviolenti, a quattro ore dalla partenza, appena arrivato all'aeroporto militare ha annodato alla rete di rerinzione duecento strisce di tessuto bianco. simbolo della   pace. "Le ho tagliate io, una per una - dice Francesca Vecera, una "costruttrice di pace" - ne ho preparate 380, ma le abbiamo distribuite, credo ne siano state annodate duecento.                                                  
L'ultimo tratto dell'itinerario, circa ottocento metri è stato percorso dal gruppo in  silenzio, per dare più forza alla rirhiesta, partita dalla Marcia, di interrompere le esercitazioni militari nella struttura foggiana. E quelle strisce di tessuto con gli angoli, tutte agitate dal vento,  sono diventate un colpo d'occhio eloquente di quanto l'esigenza sia sentita. La maggior parte dei "marciatori" ha voluto fare sua ogni striscia, annodandola a un asola, al polso, nei capelli, lungo i dieci chilometri percorsi a piedi fra campi di grano e asfalto.
                                                                                           a.lang.