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BOLLETTINO N.2 PER I VOLONTARI DI PEACELINK
BOLLETTINO SETTIMANALE PER I VOLONTARI DI PEACELINK
n.2 - 23 marzo 2002
a cura di
PeaceLink
c.p.2009
74100 Taranto
www.peacelink.it
fax 1782273886
Fate circolare il piu' possibile questo bollettino spedendolo ai vostri
amici: grazie.
INDICE DEL BOLLETTINO
1. LA NOSTRA MOBILITAZIONE
2. CONFERENZA STAMPA
3. EDITORIALE DI PEACELINK
4. LAVORATORI CONTRO IL DDL 1927: "NON FACCIAMO TORNARE I "MERCANTI DI MORTE""
1. LA NOSTRA MOBILITAZIONE
Cari amici,
questo bollettino giunge a tutti i volontari che si sono iscritti nei
database di PeaceLink.
Riassume alcune informazioni sulla recente mobilitazione che ci coinvolge
tutti: è la pressione sui parlamentari perché non passi il Disegno di Legge
1927 nella sua forma attuale, funzionale all'allentamento dei controlli
sull'esportazione di armi.
Scriveva Albert Einstein: "Bisogna rendersi conto che i potenti gruppi
industriali interessati alla fabbricazione delle armi sono, in tutti i
paesi, contrari al regolamento pacifico delle controversie internazionali e
che i governanti non potranno realizzare questo scopo importante senza
l'appoggio energico della maggioranza della popolazione. In quest'epoca di
regimi democratici, la sorte dei popoli dipende dai popoli stessi; questo
fatto deve essere presente allo spirito di ciascuno in ogni momento".
2. CONFERENZA STAMPA
Lunedì 25 marzo, alle ore 12.00, presso la Sala Stampa della Camera dei
Deputati - via della missione n. 8 - si terrà una conferenza stampa indetta
dalle organizzazioni aderenti alla campagna FERMIAMO I MERCANTI DI MORTE!
per chiedere ai Presidenti dei gruppi parlamentari di presentare la loro
posizione riguardo al disegno di legge 1927. Durante la conferenza stampa
verranno presentate le iniziative di mobilitazione per portare questo tema
all'attenzione dell'opinione pubblica italiana, a partire da quella
prevista per il pomeriggio in piazza Montecitorio.
Il 25 marzo 2002 il Parlamento discuterà disegno di legge n. 1927 che verrà
votato il giorno dopo, martedì 26 marzo. Questo provvedimento andrà ad
intaccare i punti qualificanti della 185/90, che attualmente regola con
controlli e con meccanismi di trasparenza il commercio degli armamenti,
vietandone l¹esportazione a paesi retti da governi che violano i diritti
umani e sono coinvolti in guerre.
L'approvazione del disegno di legge 1927 così com'è stato formulato
stravolge la legge 185 e il sistema di controlli e di trasparenza previsto
da questa riguardo alla destinazione finale della produzione delle armi. Se
passasse il disegno di legge 1927 non solo si avrebbe un incremento della
produzione di armi destinata alla vendita a paesi terzi, ma si perderebbe
ogni efficace controllo sulla loro vendita e destinazione a governi e ad
altri destinatari di paesi coinvolti in guerre, violazioni dei diritti
umani, persecuzioni.
3. EDITORIALE DI PEACELINK
Voto alla cieca, democrazia azzoppata, la lobby delle armi prepara il
brindisi finale?
Ecco l'imbroglio
che 99 parlamentari su 100
non conoscono
L'accordo europeo sul commercio delle armi che il Parlamento è chiamato a
ratificare è pieno di insidie, e tuttavia se consultate il sito
www.parlamento.it non troverete traccia di quell'accordo. E' un tipico caso
di "voto alla cieca" che viene chiesto ai parlamentari: tanto, penseranno i
mercanti di armi, quelli che ne capiscono?
Provate a chiedere ai parlamentari se hanno mai letto l'accordo che sono
chiamati a ratificare lunedì prossimo: vi risponderanno di no 99
parlamentari su 100.
Ma cerchiamo di essere più precisi almeno noi.
Lunedì 25 marzo la Camera dei Deputati voterà sul disegno di legge n. 1927
"Ratifica ed esecuzione dell'accordo di Farnborough sull'industria europea
per la difesa".
Questo accordo quadro è stato firmato il 27 luglio 2000 dai Ministri della
Difesa di Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Regno Unito, ossia i
Paesi che nel totale esportano il 90% degli armamenti europei. L'accordo
prevede che queste nazioni debbano redigere una “Lista bianca” di
destinazioni accettabili. Per ogni coproduzione gli Stati Partecipanti
concorderanno una “Lista bianca” di destinazioni legittime verso le quali
le armi potranno essere esportate. Queste liste potranno variare in base al
progetto (per esempio le restrizioni sull’esportazione di un elicottero
potranno essere differenti rispetto a quelle per le armi leggere).
Ma ecco l'imbroglio: le “Liste bianche” non verranno rese pubbliche. Scopo
dell’Accordo è infatti quello di promuovere un’industria della difesa
europea competitiva e le liste bianche non verranno rese note per motivi di
“riservatezza commerciale”.
Questa cosa la sanno i deputati che saranno chiamati a votare?
Provate a chiederlo e scoprirete con sconfortante realismo cosa è il "voto
alla cieca".
Un parlamentare (che ricopre una posizione di alta responsabilità
all'interno di un'importante Commissione che lo ha "esaminato") mi ha
confessato in privato di non aver mai letto questo benedetto accordo
europeo ma di aver espresso il suo parere favorevole in quanto "si fida" di
chi lo ha firmato. Non rivelo l'orientamento politico dell'onorevole in
questione ma mi limito ad osservare che - leggendo i resoconti in
commissione - è un'impresa distinguere gli schieramenti. Un altro onorevole
mi ha confermato che a volte in Parlamento si vota qualcosa che neppure si
è letto e che quindi non si conosce.
Il voto alla cieca non è quindi cosa nuova ma oggi assume un significato
che rasenta lo scandalo.
Per fortuna i giochi non sono stati fatti al 100%.
Se qualche parlamentare si sta documentando ciò è merito delle associazioni
che oggi promuovono la campagna per difendere la legge 185 del 1990, una
"legge pacifista" che vieta l'esportazione di armi verso nazioni in guerra
o governate da dittatori e che stabilisce un controllo parlamentare sulla
materia. Ma la trasparenza e il controllo dove andranno a finire se per
motivi di "riservatezza commerciale" la lista bianca dei paesi destinatari
delle coproduzioni europee sarà segreta?
Il conflitto di interesse è qui: si approvano accordi che 99 parlamentari
su 100 non hanno mai letto, si vuole far prevalere l'interesse della lobby
armiera sull'interesse generale e sullo stesso controllo parlamentare,
l'opinione pubblica viene tenuta meticolosamente all'oscuro dai mass media
e... scusate la domandina, ma le leggi le scrivono ancora i parlamentari o
gliele inviano per fax gli "amici"? Visto che non sempre le leggono ci
sarebbe da chiedersi chi le scriva "veramente". E' ragionevole domandarsi
chi in Parlamento scriva il copione e se la sovranità popolare
sia costituzionalmente rappresentata o surretiziamente surrogata dalle lobby.
Lunedì prossimo potremo dare una risposta a queste scomode domande.
Nel frattempo che possiamo fare?
Sul sito http://www.retelilliput.org c'è un ingegnoso sistema telematico
con cui si possono avvisare i parlamentari via e-mail: cliccando sulla
propria città arriverà una e-mail informativa a tutti i parlamentari eletti
in zona. I mercanti di armi non hanno ancora stappato lo champagne, ma
stanno telefonando. Telefoniamo anche noi...
Alessandro Marescotti
presidente di PeaceLink
www.peacelink.it
4. LAVORATORI CONTRO IL DDL 1927: "NON FACCIAMO TORNARE I "MERCANTI DI MORTE""
Noi componenti delle RSU Agusta di Cascina Costa e Somma Lombardo, abbiamo
saputo tramite stampa che in questi giorni è in discussione in Parlamento
il Disegno di Legge 1927.
Dalle informazioni che abbiamo potuto avere, sappiamo che il suddetto
Disegno di Legge (già approvato in Commissione Esteri e Difesa) dovrebbe
servire a ratificare l’Accordo quadro sull’Industria Militare Europea del
27/07/00; il testo però dovrebbe contemplare anche profonde modifiche alla
Legge 185 del 1990.
Per noi la Legge in questione si è dimostrata “buona e giusta” e la
dimostrazione pratica di questa enunciazione è che l’Italia è risultata uno
dei Paesi meno coinvolti nel riarmo della ex Jugoslavia, dell’Iraq e
dell’Afghanistan.
Per cui invitiamo tutti i Parlamentari a riflettere sulle conseguenze
dell’approvazione del Disegno di Legge 1927.
Auspichiamo che i fondamenti della Legge 185/90, sottoelencati, rimangano
inalterati :
· Il divieto di vendere Sistemi d’arma a Paesi in guerra o che
violano i Diritti umani.
· L’impedimento di effettuare “triangolazioni” in modo tale da
evitare che la destinazione finale ed effettiva siano Stati o Privati
inaffidabili.
· Il controllo bancario per sottrarre questo commercio ad un sistema
caratterizzato da forti ed immorali tangenti.
Questo perché crediamo che per evitare l’esplosione di guerre e di fenomeni
terroristici sia, certamente necessario agire sul versante politico per
eliminare le condizioni esistenti di forte ingiustizia tra i diversi Popoli
della Terra, ma sia anche necessario non fornire strumenti di morte a
soggetti che hanno deciso di risolvere i problemi usando la via della
violenza e della guerra in luogo della via del dialogo.
Non vorremmo scoprire in un prossimo futuro che gruppi terroristici e/o
eserciti guidati da dittatori fanatici fossero armati con prodotti
dell’Industria italiana, magari anche della nostra Azienda.
Tra l’altro la Legge 185/90, sostenuta a suo tempo anche da diversi
Consigli di Fabbrica di Aziende del settore bellico, tutela anche i
lavoratori, che hanno la consapevolezza di non essere complici, seppure
involontari, di atti di morte, in quanto sanno che i Sistemi d’arma
prodotti con il contributo del loro lavoro non possono finire in mano a
terroristi o Paesi inaffidabili.
In questo periodo, dove si sta faticosamente tentando di costruire
l’Europa, noi pensiamo sia fondamentale che il nostro Paese abbia la forza
morale e politica per esportare in Europa le “cose migliori, buone e
giuste” che abbiamo e non subire sempre in nome del “libero mercato” la
cancellazione di norme e regole (questo vale anche per le questioni “sociali”).
Auspichiamo che voi Parlamentari non facciate compiere al nostro Paese un
drammatico passo indietro e rispettando i valori della nostra Costituzione
venga impedito che si realizzi un commercio di armi “libero” e senza regole
sapendo che la sua conseguenza sarebbe un ulteriore aumento del numero, già
enormemente grande, di vittime, anche civili, di questo assurdo della
Storia umana che è la guerra.
I Componenti delle RSU Agusta di Cascina Costa e Somma Lombardo:
Bertolli Achille, Balzarini Roberto, Barrese Antonio, Bersani Armando,
Bezzon Luigi, Biganzoli Mario, Bongiorni Alberto, Cattaneo Ottavio, Caretta
Claudio, Fanchini Ugo, Fratipietro Gianfranco, Giana Luciano, Giglio
Salvatore, Lattuada Carlo, Milani Giancarlo, Nava Amedeo G. , Palazzi
Angelo, Perencin Andrea, Polacchini Maurizio, Radice Paolo, Roveda
Giuseppe, Ventriglia Domenico, Sinatra Franco, Stefanazzi Cesare, Villa Fabio.